Mal di pietre (il film), a spasso con Gabrielle per i campi di lavanda, togliamocelo qualche sassolino.

Ammettiamolo subito: ci siamo di nuovo fatti fregare dai cugini d’oltralpe! Non si tratta di alcun furto di opera d’arte di napoleonica memoria, ma la sensazione è la stessa: abbiamo in casa dei gioielli unici e, non solo non siamo in grado di valorizzarli, ma ce li facciamo soffiare sotto al naso dallo straniero!

Nel caso specifico una “tribù di Galli”, calata in Sardegna, si è impadronita dell’adattamento cinematografico della struggente storia del romanzo Mal di pietre della scrittrice di origini sarde Milena Agus (finalista nel 2007 al Premio Strega e al Premio Campiello, Premio Elsa Morante). La regista francese Nicole Garcia, affascinata dal destino della protagonista del romanzo, ha riunito la stessa “tribù” del 2010 di Un balcon sur la mer (casa di produzione “Les Productions du Trèsor”, il produttore Alain Attal e lo scrittore co-sceneggiatore Jacques Fieschi), per traslare l’opera della Agus nel Regno di Francia.

[Nota: l’editore (Nottetempo, 2006, ISBN 88-7452-095-6) riferisce che inizialmente il romanzo (il secondo della Agus) era stato stampato in sole 800 copie, ma è divenuto subito un caso letterario in Francia e, solo di riflesso, in Italia. L’interesse si propagò in tutto il mondo e il libro fu quindi tradotto in ben 18 lingue.]

Si sa quanto i francesi siano irriducibili nazionalisti. Così, con il tipico approccio da Académie française, il titolo italiano (che deriva da “mali de is perdas”, espressione sarda per indicare i calcoli renali) è stato tradotto letteralmente in “Mal de pierres” e l’originaria ambientazione cagliaritana è stata tinta di un bel color lavanda, trasformandosi in Provenza…pardon! … Provence.

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La storia del film si svolge nel primo dopoguerra, principalmente fra le colline di Bargemon e la costiera di La Ciotat (Marsiglia) (plauso alla magnifica fotografia di Christophe Beaucarne!), ed è incentrata sulle travagliate vicende familiari e sentimentali di Gabrielle (Marion Cotillard, fatalità, l’attrice preferita dalla Agus).

Gabrielle è una donna in età da marito, rifiutata dai pretendenti e emarginata dalla famiglia, in quanto palesemente estranea al contesto e al tempo in cui si trova intrappolata. Vive infatti in una propria dimensione, una sorta di realtà “aumentata”, dove tutto, anche un atto di gentilezza (come prestare un libro), è amplificato e sovraccaricato (da Gabrielle stessa) di significato. Insegue nonostante tutto “la cosa principale”, che nella sua visione melodrammatica della vita non è rappresentata tanto dall’amore, quanto dalla passione, quella che, risiedendo solo nella propria fantasia, inevitabilmente le sfugge, provocandole incontrollabili attacchi d’ira e laceranti sofferenze. Insomma puro Sturm und Drang! [ndr: movimento culturale tedesco]

Questa sorta di diretta connessione fra mente e viscere fa pensare che Gabrielle sia malata di mente. Si scoprirà in realtà che la sua malattia risiede più nelle viscere che nella mente. Gabrielle soffre infatti di calcoli renali (il “mal di pietre”). In un’epoca priva di radiografie sarebbe stata probabilmente bruciata sul rogo.

L’aria stralunata e ingenua di Marion Cotillard, oltre a tradursi in potente sensualità, la rende assolutamente convincente in questo ruolo di “svalvolata”. E’ evidente che Lady Dior (Marion è testimonial della casa di moda dal 2008) ha fatto molta strada dal tempo dei Taxxi e il 2016 sembra essere stato l’anno della sua affermazione definitiva come attrice internazionale (E’ solo la fine del mondo, Assassin’s creed, Allied – Un’ombra nascosta).

[Curiosità: anche come cantante indi rock c’è del potenziale! Date un’occhiata a Marillon in versione Lady Rouge per Dior in cui interpreta The Eyes of Mars con i Franz Ferdinand. Molto Shirley Manson dei Garbage, ma la presenza (palco)scenica c’è!].

Gabrielle, per evitare l’internamento, cede al volere della madre, che tollera il nubilato di Gabrielle meno della sua follia, e sposa Josè (Alex Brendemühl), un modesto lavoratore agricolo, uomo taciturno e concreto, che mal si attaglia, almeno apparentemente, con l’indole creativa di Gabrielle.

In realtà José usa con Gabrielle la tecnica più efficace che io conosca per l’approccio con i felini: dimostrare, a debita distanza, un velato interesse, lasciando al gatto l’iniziativa della prima mossa, con il rischio però che questi non tolleri di non essere al centro dell’attenzione. Infatti Gabrielle percepisce il marito come un insensibile carceriere, tanto che sarà addirittura felice di soggiornare in una clinica sulle Alpi, lontana da casa, per curare i suoi calcoli.

Sarà lì che troverà “la cosa principale” nelle sembianze del reduce di guerra André Sauvage (Selvaggio … nomen omen), anche lui malato. I due hanno in comune la passione (anche nel senso di patimento), che li fa oscillare fra una cinica visione della vita e sublimi propositi di felicità (Propos sur le bonheur è il libro del filosofo Alain che André offre a Gabrielle).

Nessuno avrebbe potuto interpretare André meglio dell’affascinante e tenebroso Louis Garrel (ex compagno di Valeria Bruni Tedeschi), avendo maturato una certa dimestichezza con le “picchiatelle” (e per questo noi streghette l’amiamo follemente!).

Ad accentuare le scene più struggenti intervengono Tchaikovsky (la barcarola) e le musiche originali di Daniel Pemberton. Il risultato è un vero trionfo di sensualità.

E’ chiaro che Mal di Pietre, presentato a Cannes nel 2016 e ora nelle sale italiane grazie alla distribuzione Good Films, dove i cromosomi XX imperano e gli ormoni guizzano, è indubbiamente perfetto da vedere fra femmine, ma lo prescriverei anche a tutti i sognatori, i romantici e coloro che condividono il motto “se non sono matte, non le vogliamo”.

Sportivamente inviamo quindi ai Galletti nos compliments!

Milano Brera installazione

Si segnala infine che Mal di pietre (il libro) di Milena Agus, in occasione del decennale dalla prima edizione e dell’uscita nelle sale del film omonimo, torna in libreria in una nuova edizione (anche in audiolibro con la voce di Margherita Buy).

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