Il mattatore di Bill James è una vera delusione nonostante qualche passaggio ben riuscito dal sapore dissacrante
Titolo: Il mattatore
Autore: Bill James
Editore: Sellerio
PP: 36
Prezzo: cartaceo 14 euro, ebook 9.99 euro
La scena è, più o meno, questa: il Supermegadirettoregalatticolupmangranfigldiput ha appena terminato di far proiettare, ai suoi dipendenti precettati, l’immortale capolavoro La corazzata Kotiomkin del maestro Sergei M. Einstein.
Filini termina di esprimere la magnificenza del film, soprattutto sottolineando l’intensità dell’occhio della donna, dello stivale del soldato.
A questo punto Fantozzi chiede di salire sul palco per dire la sua. E se ne esce con una delle più celebri frasi della storia del cinema italiano.
Ecco. La Corazzata sta a Fantozzi come Il Mattatore sta al sottoscritto.
Un libro che, con ogni probabilità, parte da una buona idea: il raccontare uno spaccato di povertà e degrado in Inghilterra, per trascinarla sul tavolo della trattativa tra le istituzioni e la criminalità. Ma è un’idea che non viene sviluppata in alcun modo.
Un romanzo senza né capo né coda, saturo di dialoghi che alle volte sono addirittura irritanti, con troppi personaggi che ti portano spesso a perdere il filo.
C’è qualche picco gradevole, c’è qualcosa che ti rimane, ma è davvero troppo poco per poter dare un giudizio positivo.
La storia, in breve: una ragazzina di 13 anni finisce ammazzata in mezzo ad una sparatoria tra gangster legati al giro della droga. Si scopre presto che la piccolina, in realtà, è una spacciatrice professionista.
La Polizia da una parte, il mondo dei baroni della droga dall’altra, cercheranno di capire qualcosa di più del quadro in cui questa tragica morte è maturata. Fino ad arrivare a valutare un accordo tra le parti, finalizzato al tenere “pulite” le strade.
Il protagonista, il mattatore appunto, è un piccolo boss locale. Viene dipinto quasi come una caricatura, e qualche sorriso lo strappa. Delle chiacchierate e dei ragionamenti surreali alla Tarantino regalano un po’ di brio alla storia.
Bill James tende a ridicolizzare l’ambiente, in maniera spesso anche dissacrante. E lo fa anche con i poliziotti. A volte funziona, altre infastidisce per come si allontana dal filo della storia. Che è di una povertà disarmante.
Ruota tutta attorno ad un accordo che, se devo essere sincero, non ho capito se sia stato raggiunto o no.
Un punto a suo favore è la velocità con cui si legge. I dialoghi lo rendono rapido, ma non fluido. Però si arriva alla fine spediti. Grazie a Dio.
Insomma, un libro che mi ha molto deluso, e al quale non do il peggiore dei voti solo perché con quest’estate piovosa mi sto rammollendo. E, perchè, come dicevo, qualche chicca dissacrante suona bene, nel contesto.
Provaci ancora, Bill, sappiamo che puoi fare di meglio!
2 barbabietole su 5