Meridiano di sangue di Cormac McCarthy resta ancora oggi “il western definitivo”. Un capolavoro assoluto
Titolo: Meridiano di sangue
Autore: Cormac McCarthy
Editore: Einaudi Tascabili
PP: 345
Prezzo: 11,50
Confine tra Messico e Stati Uniti. 1850. Un ragazzo quattordicenne se ne va di casa, per venire arruolato nei ranghi di una disastrosa spedizione di conquista del Messico.
Partito con questo scopo si ritroverà ben presto prigioniero, per poi riguadagnare la libertà come componente di una banda di avventurieri.
Delinquenti di ogni sorta, reietti e semplici disperati che, capeggiati da un uomo corpulento e diabolico – il Giudice Holden – spadroneggiano lungo il confine a caccia di scalpi.
Questa loro selvaggia ricerca lascerà una pista di morte e devastazione, tra stragi di innocenti e villaggi demoliti da scellerate notti brave.
McCarthy, attraverso una magistrale modulazione del ritmo narrativo e l’impiego di elementi che esulano da quelli tipicamente western, dipana un romanzo dal sapore epico che non manca di spingersi in momenti di puro horror.
Attraverso il tema del “viaggio” (marce, fughe, inseguimenti e bivacchi) l’Autore compone una storia netta, senza sbavature, dove Pulp e lirica si fondono in seno a sterminati deserti e alle più tortuose cime. Una Natura cruda, indifferente e selvaggia ma proprio per questo magnifica.
Una storia entusiasmante in cui trova spazio una capacità di montaggio quasi cinematografica che riempie la gola del lettore di una sete che solamente la pagina seguente può placare.
Quando fu pubblicato, nel 1985, il critico Harold Bloom lo recensì come “il Western definitivo”. Anche dopo quasi venticinque anni, chi può dargli torto?