Mio padre era comunista, la recensione di Pierluigi Porazzi del romanzo di Luca Martini pubblicato da Morellini Editore.
Titolo: Mio padre era comunista
Autore: Luca Martini
Pagine: 280
Prezzo: euro 14,90
Editore: Morellini Editore
Virginio è un manager di successo, a capo di un’azienda emiliana, che ha perseguito con tenacia e ambizione lo scopo di fare carriera nella ditta in cui aveva iniziato a lavorare da ragazzo.
Adesso Virginio è un uomo maturo, sulla cinquantina, con un passato ancora irrisolto, soprattutto nel rapporto conflittuale con il padre, operaio iscritto al PCI, figura autoritaria e capofamiglia di altri tempi, comunista di ferrei principi, che imponeva alla famiglia una vita in aderenza ai dettami della sua fede politica.
Ma quando vengono a galla alcuni segreti inconfessabili nel passato del padre, il precario equilibrio di Virginio viene sconvolto, complici anche alcuni problemi di salute che gli fanno temere di essere seriamente malato e di poter avere ancora poco tempo da vivere.
Con Mio padre era comunista, Morellini Editore, Luca Martini racconta con la sua consueta splendida scrittura gli anni Settanta e gli anni Duemila, in un alternarsi di piani temporali. I brani ambientati negli anni Settanta sono estremamente vividi e lucidi, e rievocano un passato irripetibile e il rimpianto per ideali e fermenti culturali. La differenza tra le due epoche, vicine eppure allo stesso tempo così lontane, è perfettamente tratteggiata dal romanzo.
Particolarmente significativa e carica di simbolismo si rivela la scena in cui il padre di Virginio, dopo aver saputo di essere stato messo in cassa integrazione, straccia la tessera del partito. È, questa, una scena che segna la fine di un’epoca: si passa da un partito di sinistra che poneva al centro la difesa dei più deboli, la classe operaia e il proletariato, e ne tutelava gli interessi, a partiti che di sinistra hanno ben poco e che pongono al centro dei loro programmi altre priorità e interessi.
Mio padre era comunista è un libro da leggere, non solo perché è un romanzo di qualità, che racconta due epoche della nostra storia, ma anche perché fa pensare e discutere, pregio non comune nella letteratura contemporanea.