Tempo di Libri ha vinto la prima sfida, pienone di operatori a MIRC, il Milan International Rights Center. Si comincia mercoledì prossimo.
Il MIRC, Milan International Rights Center è lo spazio dedicato agli editori, agli agenti e ai professionisti dell’editoria di Tempo di Libri, la nuova fiera del libro di Milano. Si tratta di un appuntamento puramente business, così come l’IBF (International Book Forum) del Salone del Libro di Torino.
Per molti addetti ai lavori l’IBF era ed è il vero cuore del Salone, dato che è lì che si stringono contratti e si ha l’opportunità di incontrare e conoscere agenti, editori ed editor di tutto il mondo. In Europa gli appuntamenti top per la compravendita di diritti restano la Buchmesse di Francoforte (il più importante evento mondiale per l’editoria) e la London Bookfair, ma negli anni il Salone di Torino è comunque riuscito a ritagliarsi un suo spazio.
A gennaio, forse qualcuno lo ricorderà, avevo pubblicato un post qui su Sugarpulp in cui confrontavo gli iscritti al MIRC con quelli all’IBF, per capire se il nuovo appuntamento milanese avesse avuto la forza di attrarre i tanti professionisti dell’editoria che ormai erano abituati a darsi appuntamento al Lingotto.
Uno scenario interessante
Per quanto mi riguarda (e per quanto riguarda le vostre affezionatissime barbabietole Sugarpulp) sarò sia a Milano che a Torino, anche se a Torino mi limiterò ad una veloce due giorni mentre a Milano starò per tutta la settimana. Credo infatti che la scelta di spostarsi su Milano sia vincente sul medio-lungo periodo, per quanto mi sia sempre trovato benissimo a Torino.
Ma diamo un’occhiata ai numeri. L’anno scorso l’IBF aveva totalizzato 464 iscritti, il MIRC di Milano ad oggi ha toccato quota 416 iscritti. Un risultato ottimo che conferma come, per ora, Milano abbia già vinto la prima sfida, soprattutto se si considera che all’IBF al momento sono iscritti in 283.
Attenzione, non è semplice leggere questi dati perché questi sono numeri che vanno pesati e non semplicemente contati: bisognerebbe fare un’analisi dettagliata dei partecipanti per capire quanti tra i big internazionali hanno scelto di andare a Torino o a Milano. Per molti player italiani infatti non è un problema andare sia a Milano che a Torino, discorso diverso invece per gli editori e gli agenti internazionali che molto probabilmente sceglieranno uno dei due appuntamenti per ovvi motivi di costi.
Azzardiamo una previsione
Quello che è certo è che il sistema editoriale italiano non può sopportare il peso di due fiere che si aggiungono ai tantissimi altri festival ed eventi più o meno importanti che ci sono in Italia e in Europa, e questo vale per tutti i settori, non solo per l’editoria. Come andranno quindi le cose?
Azzardo una previsione: Torino farà uno sforzo enorme e per quest’anno metterà in piedi un Salone super per contrastare l’impatto di Milano, che ha comunque investito moltissimo (e su cui personalmente ho aspettative altissime). Forse Torino riuscirà a riproporsi anche nel 2018, ma credo che nel lungo periodo Milano diventerà centrale nel sistema editoriale italiano, con Torino che perderà sempre più di importanza a livello italiano e, soprattutto, internazionale.
Il motivo è molto semplice: non esiste un mercato e un pubblico abbastanza grande per coprire tutti questi eventi, eventi che in Italia ormai si stanno moltiplicando in maniera insostenibile per gli addetti ai lavori, oltre che per il pubblico: Salone del Libro, Tempo di Libri, Più Libri Più Liberi, Bologna Children’s Book Fair solo per citare i festival più importanti in Italia, e poi Francoforte, Londra, Parigi…
Per ora però sono soltanto supposizioni, vediamo un po’ intanto che succederà a Milano settimana prossima.