Mirko e il Mostro, di Carlo Vanin, ovvero Io, tu, egli, noi, voi, essi e il Mostro.

Titolo: Mirko e il Mostro
Autore: Carlo Vanin
Editore: LA CASE Books
PP: ebook
Prezzo: 1.99 euro

Mirko e il MostroIo e il Mostro ci siamo sorpresi a osservarci

Ci siamo osservati come si osserva qualcosa di alieno, estraneo, eppure così familiare. Avevamo occhi diversi e simili, inizialmente ero convinto fosse uno specchio deformante, poi mi son detto No, è tutto uno scherzo. Ci siamo scrutati, studiati, perdendoci nei meandri delle paure e della curiosità morbosa.

Ero ragazzino, io, e pensavo alle droghe, all’alcol, pensavo alla fica e non avevo grandi pensieri tra le mie pretese. Pensavo alla fidanzata, ai suoi indugi, pensavo alla scuola e alle sue inutili propaggini. E il Mostro mi guardava. Pensavo a Dead or Alive, alle feste, agli amici, e poi ho pensato al Mostro, e non sono riuscito a pensare ad altro.

Tu e il Mostro potreste incontrarvi, spaventarvi, graffiarvi, parlarvi.

Potreste rifiutarvi e tu potresti persino volerlo uccidere, tanto è spaventoso. Tu potresti rivederci un po’ di Lovecraft, qualche spunto di letterature esotiche dalle parvenze gotiche e grottesche. Ma potresti persino odorare una poesia di Eliot, un orrore di Poe.

Tu e il Mostro potreste odiarvi oppure amarvi. Potreste desiderarvi e ammazzarvi. Ciò che tu e il Mostro farete senza dubbio è incontrarvi.

Egli e il Mostro si piacciono poco.

E pure ella e il Mostro non sono molto in sintonia. Egli ed ella sono tutti gli intrusi che disturbano i miei pensieri, di me che penso al Mostro, del Mostro che pensa a me. Egli non capisce il Mostro, ne sta al di fuori, e io non comprendo perché. A me pare di averlo pensato per tutta una vita, mi sembra di averne immaginato le membra spastiche, le fattezze infernali, la voce sorprendente, il passo goffo e impacciato, ben prima di averlo conosciuto.

Egli non troverà il Mostro, eppure ne incontrerà uno completamente diverso da quello che ho conosciuto io, perché esso è multiforme, esso si nutre di ciò che ci aspettiamo di vedere.

Noi e il Mostro non possiamo andare d’accordo.

Perché il Mostro è diverso per ognuno di noi, si insinua come un virus alla festa dove ci stiamo ubriacando, nei personaggi che si susseguono vuoti davanti agli occhi miei e nostri, e o fa senza esserci davvero, sospendendo il tempo come in un sogno allucinatorio. Noi e il Mostro siamo due cose che differiscono non per grado, non per numero, ma per natura. Perché io conosco il Mostro in maniera diversa da come lo conosci tu, ed è davvero una cosa inconciliabile.

Se io voglio farci l’amore (e non comprendo perché, tant’è brutto), tu magari lo vuoi far espatriare, ed egli magari lo vuole uccidere. Quindi, noi e il Mostro non può essere perché, di fronte al Mostro, non esiste alcun “noi”. Ci sono solo io.

Voi e il Mostro mi spaventate.

Ma non è tanto il Mostro a farlo, ormai mi ci sono abituato, ormai ho capito dove vuole arrivare lui, anzi lei, che si chiama Azra Ma, e chissà come si chiama per voi. Ormai ci ho fatto il callo a questo desiderio di toccarla, di guardarla, di rigettarla e al tempo stesso volerla mia. Ormai voi mi spaventate molto di più del Mostro, con le vostre consuetudini, con le vostre convinzioni, i vostri problemi, le vostre presunzioni. Mi spaventate con le immagini nelle quali mi incasellate, le parole con le quali mi definite, gli specchi nei quali mi rinchiudete.

Ma sono davvero io che parlo? Io, che sentivo il vuoto dentro, fuori e intorno a me? Eppure, ora provo una paura fottuta di quel vuoto, e non ho più paura del Mostro. Io temo voi, vuoti, e non temo più me stesso. Cioè, intendevo dire, non temo più il Mostro.

Essi e il Mostro non si capiranno mai.

Essi sono così fragili e stupidi, al di fuori di una logica che è solo mia e di Azra Ma. Essi bazzicano nelle bettole dell’esistenza, si conformano al sentire comune, acquistano opinioni vendute dalle masse, e poi si perdono in bicchieri d’acqua, non certo all’inferno come me, non certo nei meandri delle cose di me che fino a poco fa non immaginavo neppure. Essi e il Mostro saranno per sempre acerrimi nemici, fino a che io esisterò.

Persino queste farneticazioni, queste deliranze, questo intenso ebook scritto forse dal Mostro stesso di chissà quale anima perduta; persino le parole che sgorgano per spiegare a voi perché bisogna davvero scavarsi dentro per trovare il Mostro, e piantarla con tutte le futilità dell’universo; persino tutto questo non basterà a farvi andare d’accordo col Mostro.

Persino io, che il Mostro l’ho visto, toccato, baciato e distrutto, sono ancora qui a chiedermi che cazzo sia successo per davvero.

Ah, sì, è successo che ho vissuto, finalmente.

Mirko e il Mostro.

Io è il Mostro.