Mission Impossible – Rogue Nation è il quinto capitolo della sag di Ethan Hunt/Tom Cruise che questa volta se la deve vedere con il temibile Sindacato.
Per la serie a volte ritornano e non muoiono mai, il quinto capitolo della saga adrenalinica Mission Impossible arriva nelle sale italiane con il titolo Rogue Nation, sempre con protagonista Tom Cruise nei panni dell’agente dell’IMF Ethan Hunt.
Alla regia Christopher McQuarrie, che ha avuto a disposizione un budget da 150 milioni di dollari.
Dopo l’ennesima missione svolta causando disastri a livello internazionale, la controversa agenzia Impossible Missions Force viene fatta chiudere su insistenza del direttore della CIA, Alan Hunley (Alec Baldwin).
Hunt si ritrova così isolato dal resto del gruppo a Londra, dove si trova per cercare di scoprire chi sta dietro all’organizzazione terroristica che da anni monopolizza le sue indagini.
E nella capitale britannica sarà proprio questa a riverlarsi all’agente, “presentandosi” con il proprio nome: il Sindacato. A quel punto viene rapito e si risveglia in un covo, ammanettato e riempito di botte da energumeni che, in teoria, dovrebbero essere… morti.
Niente che il moretto non possa risolvere, grazie all’aiuto di un’affascinante donna dal comportamento sospetto, Ilsa Faust (Rebecca Ferguson).
Da adesso in poi, per l’ormai sciolta IMF iniziano due cacce all’uomo parallele: una da preda, scappando dalla CIA decisa a porre fine alle indagini solitarie di Hunt; l’altra da cacciatore, nel tentativo di scoprire chi si nasconde dietro al Sindacato e sconfiggerlo.
Una missione che la spia non può affrontare da solo: insieme a lui, infatti, ci sono il genio dei computer Benji Dunn (Simon Pegg), il caposquadra William Brandt (Jeremy Renner) e l’energumeno Luther Stickell (Ving Rhames).
Nel tentativo di svelare l’identità del numero uno dell’oscura organizzazione, l’IMF sarà ancora una volta catapultata in intrighi internazionali e scontri a fuoco sensazionali. L’unica soluzione per risolvere l’intricata matassa che avvolge la verità sarà allora mentire, ennesimo bluff in una partita a poker destinata a tenere con il fiato sospeso fino all’ultimo.
Avvincente e spettacolare come vuole un vero film action americano, Mission Impossible – Rogue Nation segna forse il the end alla saga che ha incoronato Tom Cruise come la vera spia a stelle e strisce.
E quando si parla di agenti segreti, il paragone con il più longevo James Bond è innegabile, tanto che alla fine si arriva a notare una somiglianza sospetta con la trama di Skyfall.
Da applausi la fotografia e da urlo Rebecca Ferguson: l’abito indossato nella scena dell’Opera di Vienna, con la stupenda cornice della Turandot, basta per candidare la costumista al Premio Oscar. C’è poi un certo Jeremy Renner, che fa rimanere a bocca aperta, con un tocco di genio verso il finale.
I brividi salgono fin dall’inizio, quando Hunt va all’assalto di un aereo in volo. Effetti speciali, verrebbe da dire, ma poi guardi il backstage e non ci credi: niente stuntman, Cruise l’ha fatto veramente. E ti chiedi come diamine ha fatto a essere ancora vivo, se quando tu cadi da uno scalino rischi di fratturarti l’intera gamba. Magia del cinema la risposta più logica.
Dulcis in fundo, il regista ha avuto l’intelligenza di arricchire Mission Impossible – Rogue Nation con un messaggio importante, che non scade in romanticismi beceri o esplosioni atomiche. Ma anzi trova appiglio nelle varie citazioni che si ripetono nelle quasi due ore di proiezione, tra cui alcune legate allo stesso 007, e si mostrano sull’enorme tavolo da poker che fa da sfondo alla pellicola.
Ogni mossa diventa così una giocata da studiare, capace di ribaltare gli schemi preesistenti e crearne di nuovi.
Ma quando si prospetta l’occasione per abbandonare il tavolo e fuggire, dimenticandosi per sempre di quell’ossessione, l’idea tramonta: bisogna risolvere le cose.
Anche a costo di ripartire da capo, per pescare le finalmente le carte giuste. Poker d’assi.
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