Cosa c’entra Mistero Medjugorje con Sugarpulp? “A volte le cose sono proprio come sembrano, ecco tutto”.
Titolo: Mistero Medjugorie
Autore: Antonio Socci
Editore: PIEMME
PP: 216
Prezzo: 9,90
In questo giorno di commozione oculare e psichica per la prima apparizione pubblica di Benedetto Decimosesto dopo l’annuncio delle rassegnate dimissioni, il pensiero vola alle apparizioni quotidiane che hanno ispirato uno dei maggiori best seller degli ultimi anni: “Mistero Medjugorje”.
Antonio Socci (che esiste davvero e qui ne abbiamo le prove), l’ingelatinato e riccioluto giornalista ciellino, fu intellettualmente folgorato sulla via di casa (precisamente durante un rientro in automobile). L’ascolto per radio di un’intervista (o ci si crede per fede o la si ascolta qui) di padre Livio a Mirjana (nota conoscitrice di se stessa e di padre Livio) ha ispirato il camaleontico giornalista crociato per uno dei migliori polizieschi involontari della storia della letteratura.
Il valore dell’opera si staglia fulgido ai nostri occhi a partire dall’incipit: “Ho fatto circa 2.000 chilometri fra terra e mare sulle tracce di una donna. E’ una donna di una bellezza indescrivibile, assicura chi l’ha incontrata”.
Ma non è un romanzetto rosa: quella di Socci è un’avventura on the road, scandita dagli indizi, dalle prove, dai codici criptati del mistero della fede. E’ un’indagine al di sopra di ogni siparietto, che ci porta per mano in una delle più famose località di pellegrinaggio aperte dal Vaticano in giro per il mondo, per annientare ogni irragionevole dubbio sulla veridicità delle apparizioni mariane.
Per Sancta Romana Ecclesia, infatti, Medjugorje “non constat de supernaturalitate”, non ancora. Ma l’intrepido investigatore del culto lancia i nostri occhi oltre l’ostacolo di questa miopia con un libro bello, che si legge tutto d’un fiato e che mai potrà essere dimenticato.
Accompagniamo il nostro eroe mentre parla con giovani veggenti e consumati attori della celebre commedia religiosa: sacerdoti, teologi, scienziati e Mirjane più o meno conosciute all’oceanico pubblico. La ricerca è condotta con il fervore del servitore di Dio, con la circostanziata descrizione di annessi, connessi e affiliati a tutti i livelli. I fatti, sgranati come le palle di un rosario, mettono a fuoco una fede che alla fine non sa più vacillare: il ritmo toglie il fato e lascia il posto alle certezze.
Finalmente a Medjugorje, infatti, giungeremo alla conclusione meno ovvia e aspettata: “la veggenza quotidiana è un fatto autentico e Dio esiste davvero” (la Vostra Misericordia perdoni questo spoiler). Ebbene no: non era il maggiordomo, né tantomeno il corvo. Verità 1, relativismo materialista 0. Ancora scossi, riceveremo come una benedizione il secondo colpo di scena: “siamo proprio in Bosnia, dove in tempi oscuri ma passati il regime aveva intimidito e messo a dura prova i ragazzini veggenti, che però mai sono stati colti in fallo, neppure dagli psichiatri: evidente prova d’autenticità delle loro affermazioni”. Verità 2, relativismo materialista 0.
Socci (con la tipica imparzialità e lo stile raffinatissimo della fiera intellighenzia destrorsa) obbliga la comunità mondiale a una seria riflessione e all’attento esame dei fatti: nessuno riesce a smentire i veggenti, essi continuano a vedere la Madonna, senza mai contraddirsi da 24 anni. “Quindi non si tratta di eventi soprannaturali, ma di fenomeni fisici concreti”, questo l’assunto, questa la verità incontrovertibile anche per il più infido dei lettori. Verità ∞, relativismo materialista 0.
Un libro bello, che si legge tutto di un fiato e che mai potrà essere dimenticato. Lo stesso padre Livio (noto conoscitore di se stesso e di Mirjana) sottolinea durante questa intervista con Socci l’importanza del lavoro del volenteroso scrittore, giornalista, filosofo, presentatore, commentatore (credente, insomma), costretto a muoversi là dove “un certo tipo di potere politico d’impronta massonica” ha perseguitato i veggenti di Fatima. Ma Socci è impavido, affronta la situazione con sprezzo del pericolo, ingenti e sfortunatamente evitati pericoli d’ogni sorta (e soprattutto con Mirjana).
Fatti così reali da non aver bisogno di alcun realismo. E fatti non fummo per viver come bruti. Allo studio il prossimo lavoro del riccioluto apostolo della fede: Nando il barbone, che sfrattato dai lucchetti si ubriaca da sette anni sotto il Ponte Milvio, vede i cavalieri dell’apocalisse tutti i giovedì alle 15.02; inascoltato, ne annuncia l’arrivo imminente all’EUR.