Moby Prince, un caso ancora aperto è un libro bellissimo e assolutamente da leggere, un grande noir con un unico difetto: i 140 morti ci sono stati davvero

Moby Prince, un caso ancora apertoTitolo: Moby Prince, un caso ancora aperto
Autore: Enrico Fedrighini
Editore: Paoline Editoriale Libri
PP: 368
Prezzo: 13 euro

Navigammo su fragili vascelli
per affrontar del mondo la burrasca
ed avevamo gli occhi troppo belli
che la pietà non vi rimanga in tasca

(F. De Andrè, Recitativo)

La petroliera Agip Abruzzo ha uno squarcio sulla murata di sinistra. Da quello squarcio è fuoriuscito del greggio, quasi vaporizzato. È finito su un traghetto, il Moby Prince. E ha carbonizzato 140 persone.

C’era la nebbia, c’era una partita in tv… magari l’equipaggio era distratto, sovrappensiero… magari non ha visto la petroliera.

Fine della storia.

Oppure no? Perchè mica sono morte carbonizzate quelle persone. Non tutte. Più che altro sono morte soffocate, rinchiuse nel salone principale del traghetto, con indosso i giubbotti di salvataggio.

E poi c’è una cosa strana: immaginatevi di guardare il Tirreno da Livorno. Il traghetto esce, attraversa la rada e punta verso la Sardegna. Immaginate che ci sia una petroliera di traverso. E che il traghetto la centri. Sulla murata sinistra, ovviamente. Tutto chiaro, vero?

Però quando i soccorsi si avviano e contattano la petroliera, chiedono di suonare le sirene: c’è nebbia, abbiamo detto, e non la vedono. Il comandante lo fa ma dice: Non potete sentirle, perchè abbiamo la prua rivolta a nord.

Fermi un attimo: rivolta a nord? La prua? Ma allora vuol dire che la fiancata sinistra non è verso la costa, è verso il largo. E quindi? Il traghetto, partito da pochi minuti, ha virato per tornare in porto e… ma perchè stava rientrando? E perchè, soprattutto, nessuno dell’equipaggio l’ha comunicato?

Da questa prima gravissima anomalia parte l’analisi di Enrico Fedrighini. Un’analisi lucida e spietata. Era il 10 aprile 1991, 140 persone sono morte lentamente, nel corso di una notte. Illudendosi di essere salvate.

Perchè le cose che non quadrano sono molte: i soccorsi che vanno dalla parte sbagliata, navi che si allontanano di corsa, altre che sono dove non dovevano essere. Un unico superstite che cambia versioni, un porto militare impegnato nel gestire le manovre legate alla guerra in Kuwait.

Come dice Lucarelli la realtà supera spesso la fantasia. Io, scrittore molto più umile aggiungo soprattutto in Italia.
Uno dei grandi misteri italiani, doloroso e schifoso.

Sono passati 23 anni e non c’è nessun colpevole. Una replica marittima di Ustica, una fila di tombe riempite di corpi martoriati che non possono più raccontare la verità.

Fedrighini lo racconta con uno stile straordinario, a cavallo tra il romanzo ed il reportage. Svela incroci inimmaginabili, giochi politici senza colore, bugie e omissioni, depistaggi e occultamenti.

Quando si leggono molti libri di questo stile si arriva sempre ad una conclusione: la verità è la versione più semplice immaginabile. Il resto lo costruisce la fantasia.

Ecco, dimenticatelo. Questo libro dimostrerà che i maghi esistono davvero. Ma sono schierati dalla parte del male.

Moby Prince, un caso ancora aperto è un libro bellissimo e assolutamente da leggere. La scrittura è semplice, chiara e scorrevole. Le informazioni sono precise, documentate e riscontrabili. Le testimonianze sono crude e cariche di rabbia, ma alle volte anche elusive o sminuenti

Un libro con una storia degna dei migliori noir. Un libro con un solo grande difetto: i 140 morti ci sono stati davvero.

VOTO: 4 Barbabietole su 5