Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, le schede complete di tutti i film in concorso a Venezia 81.
THE ROOM NEXT DOOR
di PEDRO ALMODÓVAR / Spagna/Usa
Produzione: El Deseo
Distribuzione: Warner Bros. Discovery
con Tilda Swinton, Julianne Moore, John Turturro, Alessandro Nivola, Juan Diego Botto, Raúl Arévalo, Victoria Luengo. Protagonista del primo lungometraggio in lingua inglese del regista spagnolo è Martha (Tilda Swinton), madre imperfetta di una figlia rancorosa. A separarle è un grande malinteso, a mediare fra loro c’è Ingrid (Julianne Moore), amica della madre, custode del reciproco dolore e amarezza. Le due donne – reporter di guerra la prima, romanziera autobiografica la seconda – vivono insieme in una casa in una riserva naturale nel New England. Un film che affronta la crudeltà della guerra e analizza i modi diversi in cui le due autrici scrivono della realtà, della morte, dell’amicizia e del piacere sessuale.
Pedro ALMODÓVAR (Calzada de Calatrava, Spagna, 1949), il più importante regista spagnolo vivente, nel 2019 ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera a Venezia. Nel 1988, “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”, in concorso ancora alla Mostra, ha vinto il Premio per la sceneggiatura e gli ha dato la notorietà internazionale.
CAMPO DI BATTAGLIA
di GIANNI AMELIO / Italia
Produzione: Kavac Film con Rai Cinema
Distribuzione: 01 Distribution
con Alessandro Borghi, Gabriel Montesi, Federica Rosellini, Giovanni Scotti, Vince Vivenzio, Alberto Cracco, Luca Lazzareschi, Maria Grazia Plos, Rita Bosello. Ultimo anno della Prima guerra mondiale, in un’ospedale da campo nei pressi del fronte. Stefano Zorzi e Giulio Farradi (Alessandro Borghi e Gabriel Montesi) sono due medici divisi da opposte concezioni del loro dovere di soldati e le condizioni estreme degli uomini che arrivano da loro li mettono a dura prova. Ad aiutarli c’è l’infermiera Anna (Federica Rosellini), di cui sono entrambi innamorati. La situazione si complica ulteriormente quando arriva la grande epidemia di febbre Spagnola.
Gianni AMELIO (Magisano, Calabria, 1945), regista e sceneggiatore italiano, ha vinto a Venezia il Leone d’oro nel 1998 con “Così ridevano” (1998), e il premio Osella per la migliore regia nel 1994 con “L’america”.
LEURS ENFANTS APRÈS EUX
di LUDOVIC BOUKHERMA, ZORAN BOUKHERMA / Francia
Produzione: CHI FOU MI PRODUCTION, TRESORT FILM
con Paul Kircher, Angélina Woreth, Sayyid El Alami, Gilles Lellouche, Ludivine Sagnier, Louis Memmi. Racconto corale di un gruppo di adolescenti, in una valle sperduta della Francia orientale (Lorena), è il terzo lungometraggio co-diretto dai gemelli francesi Boukherma. Nell’estate del 1992 il 14enne Anthony (Paul Kircher) incontra Stephanie (Angélina Woreth) e si innamora a prima vista. Nella foga che caratterizza i suoi anni giovanili, Anthony è disposto a tutto pur di rivederla, persino a rubare la moto del padre. Ma quando questa scompare, Anthony si ritrova in una brutta situazione. Un coming of age sulle illusioni perdute della provincia, tratto dal romanzo “E i figli dopo di loro” di Nicholas Mathieu, Premio Goncourt 2018.
Ludovic e Zoran BOUKHERMA (Marmande, Francia, 1992), fratelli gemelli e registi francesi, hanno debuttato nel lungometraggio con “Willy 1er”, presentato a Cannes nel 2016 nella sezione ACID, vincitore di un premio a Deauville, diretto insieme a Hugo P. Thomas e Marielle Gautier..
THE BRUTALIST
di BRADY CORBET / Gran Bretagna/Usa/Ungheria
Produzione: Bookstreet Pictures, Yellow Bear Films, Incognegro Productions
Distribuzione int.le: Focus Features
con Adrien Brody, Felicity Jones, Guy Pearce, Joe Alwyn, Alessandro Nivola, Raffey Cassidy, Stacy Martin, Isaach De Bankolé. Terzo film diretto da Corbet, per la terza volta a Venezia dopo aver vinto la miglior regia di Orizzonti col suo esordio. Girato in pellicola 70mm, racconta 30 anni della vita di un architetto geniale e visionario, László Toth (Adrien Brody), ebreo ungherese sopravvissuto ad Auschwitz, per nulla incline ai compromessi. Emigrato negli Usa ne4l 1947 con la moglie Erzsébet (Felicity Jones), vive i primi anni in povertà sino a quando incontra un un cliente misterioso e facoltoso (Guy Pearce), che gli affida un progetto gigantesco. Il riferimento sembra andare a “La fonte meravigliosa” (The Fountainhead) di King Vidor, con Gary Copper che si batteva contro il conservatorismo dell’establishment architettonico.
Brady CORBET (Scottsdale, USA 1988) è un regista, sceneggiatore e attore statunitense. Per lui, terzo lungometraggio da regista e terza volta a Venezia. Il suo esordio alla regia avviene nel 2015 con “The Childhood of a Leader”, vincitore a Venezia del Premio Orizzonti per la miglior regia e del Leone del Futuro.
JOUER AVEC LE FEU (THE QUIET SON)
di DELPHINE COULIN, MURIEL COULIN / Francia
Produzione: Felicita, Curiosa Film
Distribuzione: Playtime
con Vincent Lindon, Benjamin Voisin, Stefan Crepon. Anche Delphine e Muriel Coulin sono due sorelle, firmano insieme la loro terza regia tratta da un romanzo “Ce qu’il faut de nuit” di Laurent Petitmangin, che affronta un tema attuale. Un padre single e 50enne, interpretato da Vincent Lindon, deve crescere da solo i suoi due figli. I tre sono molto uniti. Louis (Stefan Crepon), il figlio più giovane, sta per lasciare casa per andare all’università a Parigi. Ma Fus (Benjamin Voisin), il maggiore, diventa sempre più misterioso. Affascinato dalla violenza, entra a far parte di gruppi estremisti di destra, in totale opposizione ai valori del padre. E tra di loro si sviluppa un rapporto di amore e odio.
Delphine COULIN (Hennebont, France, 1972) e Muriel COULIN (Hennebont, France, 1965), registe e sceneggiatrici, sono due sorelle francesi. Iniziano a collaborare nel 1997 con il corto “Il faut imaginer Sisyphe heureux” e fanno il loro debutto nel lungometraggio con il film “17 ragazze”, presentato a Cannes nel 2011.
VERMIGLIO
di MAURA DELPERO / Italia/Francia/Belgio
Produzione: Cinedora, Charades productions, Versus production
Distribuzione internazionale: Charades
Distribuzione italiana: Lucky Red
con Martina Scrinzi, Rachele Potrich, Anna Thaler, Tommaso Ragno, Roberta Rovelli, Sara Serraiocco. Ricostruzione minuziosamente realistica della vita del villaggio nell’arco di quattro stagioni. Inverno, 1944. In un paesino di alta montagna in Trentino, dove la guerra è un orizzonte lontano ma onnipresente, vivono le sorelle Lucia (Martina Scrinzi), Ada (Rachele Potrich) e Flavia (Anna Thaler). Quando decidono di accogliere un soldato rifugiato, le loro vite cambiano per sempre. Il riferimento sembra andare a L’albero degli zoccoli di Ermanno Olmi.
Maura DELPERO (Bolzano, 1975), regista e sceneggiatrice italiana, con “Maternal” nel 2019 ha vinto una Menzione speciale al Festival di Locarno.
IDDU
di FABIO GRASSADONIA, ANTONIO PIAZZA / Italia/Francia
Produzione: Indigo film, Rai Cinema, Les Films du Losange
Distribuzione internazionale: Les Films du Losange
Distribuzione italiana: 01 Distribution
con Elio Germano, Toni Servillo, Barbora Bobulova, Daniela Marra, Giuseppe Tantillo, Fausto Russo Alesi, Antonia Truppo, Tommaso Ragno, Betti Pedrazzi, Filippo Luna. Terzo film della coppia di registi, lanciati dalla Semaine de la Critique di Cannes, è anche il loro primo in concorso a Venezia. La vicenda è ispirata a quella di Matteo Messina Denaro, latitante mafioso arrestato nel gennaio 2023 e scomparso per malattia otto mesi dopo la cattura. Elio Germano è il latitante detto Iddu, ossessionato dalla figura paterna e recluso in un appartamento segreto gestito da Barbara Bobulova, mentre Tony Servillo è il fiancheggiatore che si presta a un poco chiaro tentativo di scoprire il suo nascondiglio.
Fabio GRASSADONIA (Palermo, 1968) e Antonio PIAZZA (Milano, 1970), registi e sceneggiatori italiani, si conoscono alla Scuola Holden di Torino negli anni ‘90 e da allora lavorano insieme. Nel 2010 hanno scritto e diretto il loro primo cortometraggio Rita. Il loro primo lungometraggio “Salvo”, co-scritto e co-diretto, è stato presentato alla Semaine de la Critique di Cannes nel 2013, dove si aggiudica il Gran Premio.
QUEER
di LUCA GUADAGNINO / Italia/USA
Produzione: The Apartment, Frenesy, Fremantle North America
con Daniel Craig, Drew Starkey, Jason Schwartzman, Lesley Manville, Michael Borremans, Andra Ursuta, David Lowery. Tratto dall’omonimo romanzo breve semi-autobiografico di William S. Burroughs, “Queer” è la storia di Lee (Daniel Craig), un americano espatriato, omosessuale e eroinomane, che vive a Città del Messico negli anni Quaranta, dopo essere fuggito dall’irruzione dell’antidroga a New Orleans. Vagando tra i bar della città, Lee incontra l’ex marinaio tossicodipendente Allerton (Drew Starkey, celebre per la serie Netflix “Outer Banks”) e sviluppa per lui una passione ossessiva. Scritto tra il 1951 e il 1953, ma pubblicato solo nel 1985, il secondo breve romanzo di Burroughs è da sempre il libro che Luca Guadagnino avrebbe voluto portare sullo schermo. Ci è riuscito ora, grazie anche al fatto che Daniel Craig ha accettato di mettersi in gioco in un ruolo inconsueto. Tutto girato a Cinecittà, dove è stato ricostruito un intero quartiere di Città del Messico, con pochi esterni reali in Sicilia e in Messico.
Luca GUADAGNINO (Palermo, Italia, 1971) è un regista, sceneggiatore e produttore italiano. Il suo primo lungometraggio, “The Protagonists”, è stato presentato a Venezia nel 1999. Torna alla Mostra con “Io sono l’amore” (2009), film di apertura di Orizzonti e candidato all’Oscar. “Clall Me by Your Name” (2017), presentato al Sundance, ottiene quattro nomination all’Oscar e vince la statuetta per la miglior sceneggiatura non originale.
KJÆRLIGHET – LOVE
di DAG JOHAN HAUGERUD / Norvegia
Produzione: Motlys
Distribuzione internazionale: M-appeal
con Andrea Bræin Hovig, Tayo Cittadella Jacobsen, Marte Engebrigtsen, Lars Jacob Holm, Thomas Gullestad, Marian Saastad Ottesen, Morten Svartveit. Marianne è un medico sulla quarantina che non desidera una relazione stabile. Una sera incontra Tor, un infermiere aperto e libertino che condivide con lei una visione libera e non convenzionale delle relazioni sentimentali e sessuali: incontri brevi, passionali, non impegnativi. Intrigata da questa prospettiva, Marianne comincia a chiedersi se possa fare al caso suo. Terzo capitolo della trilogia SEX, DREAM, LOVE, il cui primo capitolo fece scalpore a Berlino lo scorso anno. I tre film hanno in comune l’analisi di comportamenti sessuali in contrasto con le norme e le convenzioni sociali. In particolare, LOVE s’interroga sulla disparità delle aspettative sociali nei confronti della cosiddetta libertà sessuale delle donne, in relazione a quella degli uomini, e in particolari degli omosessuali.
Dag Johan HAUGERUD (1964, Norvegia), sceneggiatore e regista norvegese, ha diretto il suo primo film nel 2012 “I Belong (Som du ser meg)”, premiato come miglior film, sceneggiatura e regia agli Amanda Awards.
APRIL
di DEA KULUMBEGASHVILI / Georgia/Italia/Francia
Produzione: First Picture, Frenesy, Memo Films, Indipendent Film Project
Distribuzione internazionale: Goodfellas
con Ia Sukhitashvili, Kakha Kintsurashvili, Merab Ninidze. Atteso secondo film della regista georgiana Déa Kulumbegashvili, che ha vinto il festival di San Sebastian nel 2020 con “Beginning”, racconta dell’ostetrica di un ospedale rurale della Georgia che Nina, ostetrica-ginecologa che lavora nell’unico ospedale di una zona rurale della Georgia, si presta per ragioni ideali e umanitarie a praticare aborti clandestini in un paese che li considera illegali. Si dedica incondizionatamente alle sue pazienti, anche se questo significa oltrepassare il limite legale o sociale. Ma dopo essere stata accusata di negligenza, sarà costretta a mettere in discussione le sue scelte.
Dea KULUMBEGASHVILI , regista georgiana. Debutta a Cannes col suo primo corto “Invisible Spaces” (2014). Ritorna sulla Croisette due anni dopo con Lethe. Nel 2020 ha diretto “Beginning”, suo primo lungometraggio, che ha vinto a San Sebastian ed è stato presentato a Toronto.
THE ORDER
di JUSTIN KURZEL / Canada
Prod.: AGC studios, Chasing Epic Pictures, Riff Raff Entertainment, Arcana Studio.
Distribuzione internazionale: AGC studios
Distribuzione italiana: Amazon Prime Video
con Jude Law, Nicholas Hoult, Jurnee Smollett, Tye Sheridan, Marc Maron. Il sesto film di Justin Kurzel, regista australiano attivo in Usa, è un thriller politico ispirato al libro “The Silent Brotherhood” di Kevin Flynn e Gary Gerhardt, che ricostruisce le vicende di un gruppo di suprematisti bianchi negli anni ’80 che finanziavano con rapine atti terroristici, con l’ambizione di preparare una vera e propria rivoluzione conservatrice. Nel 1983, dopo una serie di rapine sempre più violente in banca e a furgoni portavalori che terrorizzano le comunità del Pacifico nord-occidentale, un agente FBI (Jude Law), di stanza nella sonnolenta e pittoresca cittadina di Coeur d’Alene (Idaho), con l’aiuto di un giovane poliziotto locale (Tye Sheridan, premio Mastroianni a Venezia di qualche anno fa), si convince che i crimini non siano opera di criminali tradizionali, motivati economicamente, ma di un gruppo di terroristi locali, suprematisti bianchi ispirati da un carismatico leader (Nicholas Hoult), intenti a pianificare una devastante guerra contro il governo federale degli Stati Uniti.
Justin KURZEL (Gawler, Australia, 1974), regista australiano, a diciassette anni si trasferisce a Sydney per iscriversi al National Institute of Dramatic Art (NIDA) e studiarvi scenografia teatrale. Nel 2005 il suo primo cortometraggio, “Blue Tongue”, viene presentato a Cannes. Esordisce alla regia di un lungometraggio nel 2011 con “Snowtown”.
MARIA
PABLO LARRAÌN / Italia/Germania
Produzione: The Apartment S.r.l, Komplizen Film GmbH, Fabula Inc.
Distribuzione internazionale: Film Nation Entertainment
con Angelina Jolie, Pierfrancesco Favino, Alba Rohrwacker, Haluk Bilginer, Kodi Smit-McPhee. Ultimo capitolo di una serie di ritratti di personaggi che hanno fatto la storia (Neruda, Jackie, la principessa Daina, Pinochet). Larrain affronta gli ultimi giorni di Maria Callas, interpretata da Angelina Jolie. Nel cast, anche Pierfrancesco Favino e Alba Rohrwacher, nei panni dei due collaboratori che rimasero accanto alla Callas sino all’ultimo, nel dorato soggiorno parigino in cui la Diva sognava un impossibile ritorno sulle scene.
Pablo LARRAÍN (Santiago del Cile, 1976), regista e sceneggiatore cileno, ottiene la notorietà con la sua opera seconda, “Tony Manero” (2007), presentata alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes e premiata al Torino Film Festival. Il successivo “Post Mortem” è in concorso a Venezia nel 2010, mentre nel 2012 torna alla Quinzaine con “No – I giorni dell’arcobaleno”, nominato come miglior film straniero agli Oscar.
TROIS AMIES
di EMMANUEL MOURET / Francia
Produzione: Moby Dick Films
Distribuzione internazionale: Pyramide International
con Camille Cottin, Sara Forestier, India Hair, Vincent Macaigne. Amato dalla critica francese, poco conosciuto in Italia, Emmanuel Mouret arriva per la prima volta in concorso a Venezia, con la storia di tre donne e delle relazioni amorose che s’incrociano e s’intrecciano, in una sorta di ronde tra Rohmer e Woody Allen, ma anche naturalmente la grande tradizione francese che risale a Marivaux, Diderot e Choderlo de Laclos. Joan (India Hair), non sentendosi più innamorata, lascia Victor (Vincent Macaigne), suo compagno e padre di sua figlia. Alice (Cottin Camille), la sua migliore amica, invece sostiene una forma di matrimonio di convenienza, una relazione senza amore ma ricca di tenerezza, che per lei è più rassicurante della passione. Nel frattempo, Rebecca (Sara Forestier), la loro amica comune, crede nell’amore come avventura e ha una relazione segreta con il compagno di Alice… Tre donne dai temperamenti diversi che difendono le loro idee e rivendicano le loro scelte.
Emmanuel MOURET (Marsiglia, Francia, 1970), regista, sceneggiatore e attore francese, nel 2006 partecipa per la prima volta a Cannes con “Cambio d’indirizzo”. Nel 2007 presenta alle Giornate degli autori a Venezia “Un baiser s’il vous plait”.
KILL THE JOCKEY
di LUIS ORTEGA / Argentina/Messico/Spagna
Produzione: Rei Pictures
Distribuzione internazionale: Protagonist Pictures
con Nahuel Pérez Biscayart, Úrsula Corberó, Daniel Gimenez Cacho. Luis Ortega è considerato una delle voci più originali del cinema argentino contemporaneo. L’ultimo film mette insieme un cast di importanti attori sudamericani e il direttore della fotografia di Kaurismaki, per raccontare la storia – un po’ surreale, un po’ grottesca, e comunque mai realistica – del più grande fantino argentino che corre per un boss mafioso, beve troppo e combina un sacco di guai. Remo (Nahuel Pérez Biscayart), è il miglior fantino della sua generazione, le cui dipendenze hanno però progressivamente oscurato la sua gloria. Come Abril (Úrsula Corberó), un’altra fantina, che è combattuta tra avere un figlio o il fascino della fama, Remo corre per Sirena (Daniel Giménez Cacho), un potente mafioso che gli ha salvato la vita in passato. Inevitabilmente, Remo ha un incidente che uccide un cavallo di valore e si perde nelle strade di Buenos Aires. Quando Sirena lancia una caccia all’uomo per tutta la città, Abril cerca di trovarlo prima che sia troppo tardi. Ma qualcosa in Remo è cambiato per sempre.
Luis ORTEGA (Buenos Aires, Argentina, 1980), regista e sceneggiatore cinematografico e televisivo, nel 2002 scrive e dirige “Caja negra” partecipando e vincendo a diversi festival internazionali come Fribourg, Mannheim-Heidelberg e Miami.
JOKER: FOLIE À DEUX
di TODD PHILLIPS / Usa
Produzione: Joint Effort
Distribuzione internazionale: Warner Bros. Pictures
Distribuzione italiana: Warner Bros.
con Joaquin Phoenix, Lady Gaga, Brendan Gleeson, Catherine Keener, Zazie Beetz. Sequel di Joker, Leone d’oro a Venezia nel 2019. Rinchiuso nel manicomio di Arkham, Arthur Fleck ormai nei panni di Joker (Joaquin Phoenix) incontra nei corridoi della prigione un’altra detenuta, Harleen Quinzel (Lady Gaga). I due si innamorano follemente e pianificano di liberarsi dalle loro camicie di forza per affrontare, a passo di danza, il mondo al di là delle loro celle imbottite.
Todd PHILLIPS (New York City, USA, 1970) debutta al cinema con la commedia “Road Trip” (2000), per poi ottenere visibilità internazionale con la trilogia comica de “Una notte da leoni”. Nel 2019 “The Joker” vince il Leone d’oro a Venezia e nel 2020 si aggiudica 11 nomination vincendo l’Oscar per il miglior attore protagonista e per la migliore colonna sonora originale.
BABYGIRL
di HALINA REIJN / Usa
Produzione: A24, 2AM, Man Up Film
Distribuzione internazionale: A24
Distribuzione italiana: Eagle Pictures
con Nicole Kidman, Harris Dickinson, Antonio Banderas, Sophie Wilde, Esther McGregor. Seconda collaborazione della regista olandese Halina Reijn con l’iconica società di produzione e distribuzione americana A24, racconta la storia della potente e autoritaria CEO di un’azienda (Nicole Kidman), che si ritrova in una torbida relazione extraconiugale con il suo giovane e carismatico stagista (Harris Dickinson), rischiando carriera e famiglia. La segretezza, la grande differenza d’età e una certa vena sadomasochistica rende questo rapporto altalenante nelle dinamiche di potere.
Halina REIJN (Amsterdam, 1975), attrice, regista, scrittrice e produttrice olandese, ha lavorato con il regista teatrale belga Ivo van Hove in produzioni teatrali internazionali. Ha collaborato con van Houten per il suo debutto alla regia nel 2019, “Instinct,” un intenso thriller psicologico sulla relazione tra una psichiatra e un criminale sessuale.
AINDA ESTOU AQUI (I’M STILL HERE)
di WALTER SALLES / Brasile/Francia
Produzione: Videofilmes, RT features, MACT Productions
Distribuzione internazionale: Goodfellas SAS
Distribuzione italiana: Bim distribuzione
con Fernanda Torres, Selton Mello, Fernanda Montenegro. L’atteso ritorno al cinema di Walter Salles, 12 anni dopo il suo film precedente, è la ricostruzione di una vicenda autentica, la ricerca da parte della moglie di un ex deputato socialista, Marcelo Rubens Paiva, arrestato e fatto scomparire dalla polizia durante la dittatura militare brasiliana all’inizio degli anni Settanta. Salles era amico delle figlie e della famiglia del deputato. Brasile, 1971. Nel pieno della ditadura militar, Eunice Paiva (Fernanda Torres, una delle più grandi artiste della sua generazione, attrice, scrittrice e sceneggiatrice) madre di 5 figli, diventa un’attivista militante quando il marito, prelevato dalla polizia militare, scompare mentre è sotto la loro custodia. Basato sull’omonimo memoir di Marcelo Rubens Paiva.
Walter SALLES (Rio de Janeiro, Brasile, 1956), regista, sceneggiatore e produttore cinematografico brasiliano, inizia la sua carriera cinematografica negli anni Ottanta realizzando documentari. Il suo primo film di fiction è” Arte mortale” (1991). Nel 1995 realizza “Terra Estrangeira” insieme a Daniela Thomas, film selezionato da più di 40 festival nel mondo. Nel 1998 vince l’Orso d’oro a Berlino con “Central do Brasil”, vincitore anche del BAFTA.
DIVA FUTURA
di GIULIA LOUISE STEIGERWALT / Italia
Produzione: Groenlandia
con Pietro Castellitto, Barbara Ronchi, Denise Capezza, Tesa Litvan, Lidija Kordić. Secondo film di Giulia Steigerwalt dopo Settembre (David di Donatello e Nastro d’argento per il miglior esordio), Debora è una studentessa giovane e squattrinata che, per pagare il mutuo, è costretta ad accettare un lavoro da segreteria. Si ritrova così a Diva Futura, agenzia gestita dal carismatico Riccardo Schicchi e dall’attrice Ilona Staller, che cura gli interessi delle più famose pornostar italiane dell’epoca: Moana, Cicciolina, Milly D’Abbraccio, Eva Henger. Il film è tratto dal romanzo di Debora Attanasio, storica collaboratrice di Schicchi, Non dite alla mamma che faccio la segretaria.
Giulia Louise STEIGERWALT (Houston, Texas, 1982) inizia la sua carriera come attrice con il film Come te nessuno mai di Gabriele Muccino e prosegue con altri film e serie televisive.. Nel 2022 esordisce nella regia con “Settembr”e interpretato da Barbara Ronchi e Fabrizio Bentivoglio, che le vale il premio per la migliore regista esordiente sia ai Nastri D’argento che ai David di Donatello.
HARVEST
di ATHINA RACHEL TSANGARI / Regno Unito/Germania/Grecia/Francia/Usa
Produzione: Sixteen Films
con Caleb Landry Jones, Harry Melling, Rosy McEwen, Arinzé Kene, Thalissa Teixeira, Frank Dillane. Per la regista greca Athina Tsangari, produttrice dei primi due film di Lanthimos, è un ritorno a Venezia, dove il suo secondo film (Attenberg) vinse il premio per la miglior attrice nel 2011. Il punto di partenza di quest’ultimo – il suo quarto lavoro – è il romanzo omonimo del 2013 di Jim Crace, ambientato in un remoto villaggio della campagna inglese, alla fine del Cinquecento, alla vigilia della rivoluzione agricola, quando i terreni che erano un bene collettivo passano sotto il controllo legale dei proprietari terrieri e racconta la reazione degli abitanti del villaggio a tre nuovi arrivati, che diventano capri espiatori in un periodo di turbolenza economica.
Athina Rachel TSANGARI (Atene, Grecia, 1966) studia Letteratura, Filosofia e Dramma all’Università Aristotele di Salonicco, Arte nella Performance alla NYU e Cinema all’Università del Texas, Austin. Il suo film di tesi, “The Slow Business of Going” (2001), fa parte della collezione permanente del MoMA. Il suo secondo lungometraggio, “Attenberg”, è in concorso a Venezia del 2010 (Coppa Volpi per Ariane Labed) e vince numerosi premi in festival di tutto il mondo.
QING CHUN QI (YOUTH – HOMECOMING)
Wang BING / Francia/Lussemburgo/Paesi Bassi
Ultimo capitolo della trilogia che Wang Bing – il più grande documentarista cinese in attività – ha dedicato a un gruppo di giovani lavoratori tessili che si spostano dai loro villaggi rurali per lavorare in manifatture cittadine. Il primo capitolo, Youth Spring, era in concorso a Cannes l’anno scorso, il secondo lo si vedrà a Locarno in agosto. Il capitolo conclusivo affronta il ritorno a casa dei ragazzi, dopo il fallimento della fabbrica in cui erano impiegati e sfruttati a Zhili, vicino a Shanghai. Migrati dai villaggi rurali per lavorare, vivono in dormitori e provenendo da diverse regioni, sperando di costruirsi un futuro migliore. Le loro amicizie e relazioni amorose si sviluppano e si dissolvono sotto le pressioni economiche e familiari. Wang Bing documenta un anno della loro vita quotidiana, catturando le sfide e i sogni di questi giovani lavoratori.
WANG Bing (1967, Xi’an, Cina), regista, produttore e direttore di fotografia, è uno dei massimi documentaristi contemporanei. La carriera di fotografo gli consente di avvicinarsi presto al mondo del cinema e approda alla regia cinematografica nel 2001 col documentario “Tie Xi Qu (West of the Tracks)”. “Le foss”é (2010) partecipa in concorso a Venezia 67, mentre “San zimei “(2012) vince il premio Orizzonti a Venezia 69.
STRANGER EYES
di YEO SIEW HUA / Singapore/Taipei/Francia/Usa
Produzione: Akanga Film Asia, Volos Films, Film de Force Majeure, Cinema Inutile
Distribuzione internazionale: Playtime
con Chien-Ho Wu, Kang-sheng Lee, Anicca Panna, Vera Chen, Pete Teo, Xenia Tan, Maryanne Ng-Yew. È la prima volta che un film di Singapore approda al concorso veneziano. Ma il regista col suo secondo lungometraggio aveva vinto a Locarno nel 2018, A Land Imagined. Questo nuovo lavoro, un giallo su verità e voyeurismo, è un’opera a strati che si presta a più letture: un’escursione metalinguistica sul cinema in cui si avverte l’eco del film di Hitchcock La finestra sul cortile (A Rear Window), la rappresentazione di un Paese sotto l’occhio delle videocamere di sorveglianza, ma anche una riflessione sulla nozione di famiglia. Nella vicenda, dopo la misteriosa scomparsa della loro bambina, una giovane coppia riceve strani video e si rende conto che qualcuno ha filmato la loro vita quotidiana, anche nei momenti più intimi. La polizia istituisce una sorveglianza per arrestare il voyeur sospettato del rapimento. Ma la famiglia comincia a sgretolarsi mentre segreti emergono sotto lo sguardo di occhi che li osservano da ogni lato.
YEO Siew Hua (Singapore, 1985). È un regista, sceneggiatore e artista visivo singaporeano. Il suo esordio nel lungometraggio, “In the House of Straw” (2009), è ritenuto dalla critica un esempio significativo della New Wave di Singapore. Con il suo secondo film, “A Land Imagined”, Yeo diventa nel 2018 il primo singaporeano a vincere il Pardo d’oro a Locarno. L’anno successivo, il film ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura originale e la migliore colonna sonora originale ai Golden Horse Awards, ed è anche scelto come candidato di Singapore per il miglior film internazionale agli Oscar 2020.