Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, le schede complete di tutti i film Fuori Concorso a Venezia 81.

Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, le schede complete di tutti i film Fuori Concorso a Venezia 81.

BEETLEJUICE BEETLEJUICE – FILM DI APERTURA

di TIM BURTON / Usa
Produzione: Plan-B Entertainment, KatzSmith Production, Tim Burton Productions, Warner Bros Pictures
Distribuzione internazionale: Warner Bros Pictures
Distribuzione italiana: Warner Bros Pictures
con Michael Keaton, Winona Ryder, Catherine O’Hara, Justin Theroux, Monica Bellucci, Arthur Conti, Jenna Ortega, Willem Dafoe

Il film è il sequel di Beetlejuice (1988). Come all’epoca, anche stavolta a interpretare Beetlejuice è Michael Keaton. Dopo un’inaspettata tragedia familiare, tre generazioni della famiglia Deetz tornano a casa a Winter River. Ancora perseguitata da Beetlejuice, la vita di Lydia (Winona Ryder) viene sconvolta quando la figlia adolescente e ribelle, Astrid (Jenna Ortega), scopre il misterioso modellino della città in soffitta e il portale per l’Aldilà viene accidentalmente aperto. È solo questione di tempo prima che qualcuno pronunci tre volte il nome di Beetlejuice, e il demone dispettoso torni nuovamente per scatenare il caos.

Tim BURTON (Burbank, Los Angeles 1948) Timothy Walter Burton è nato nel 1958 ed è cresciuto a Burbank, California. Ha studiato alla CalArts diventando pioniere di uno stile onirico, grottesco e singolare che non aveva precedenti. La sua filmografia include negli ultimi tre decenni titoli celebri quali Beetlejuice (1988), Batman (1989), Edward mani di forbice (1990), Nightmare Before Christmas (1993), presentato a Venezia, Ed Wood (1994), Il mistero di Sleepy Hollow (1999), Big Fish (2003), La sposa cadavere (2005), anche presentato a Venezia, Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street (2007), Alice in Wonderland (2010), Dumbo (2019), e la recente serie Mercoledì (2022), dove ha lavorato come produttore esecutivo. Nel 2007 ha vinto a Venezia il Leone d’oro alla carriera ed è stato candidato all’Oscar al miglior film d’animazione per La sposa cadavere e per Frankenweenie.

L’ORTO AMERICANO – FILM DI CHIUSURA

di PUPI AVATI / Italia
Produzione: Minerva Pictures, DUEA film, Rai Cinema
Distribuzione internazionale: Minerva Pictures Group
Distribuzione italiana: 01 Distribution
con Filippo Scotti, Rita Tushingham, Chiara Caselli, Roberto De Francesco, Armando De Ceccon, Morena Gentile, Mildred Gustafsson

Il nuovo lavoro di Pupi Avati è tratto dal suo romanzo omonimo, pubblicato un anno fa. Un racconto gotico, con rimandi storici (siamo negli anni dell’immediato secondo dopoguerra), ma anche condito di elementi soprannaturali, come in altri lavori del regista. Bologna, anni ’40. Un giovane aspirante scrittore (Filippo Scotti), incrocia casualmente lo sguardo di un’ausiliaria americana (Chiara Caselli), e se ne innamora follemente. Non la dimenticherà mai. Anni dopo decide di andare negli Stati Uniti per scrivere il suo romanzo definitivo.
Pupi AVATI (Bologna, Italia 1938), all’anagrafe Giuseppe Avati, regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e scrittore. La sua carriera come regista inizia con Balsamus, l’uomo di Satana (1968) e Thomas e gli indemoniati (1970). I suoi film sono stati più volte in concorso a Venezia: nel 1983, Una gita scolastica, l’anno seguente Tre sorelle e nel 1986 Regalo di Natale. Nel 2011 ha presentato alla Festa del cinema di Roma Il cuore grande delle ragazze. Nel settembre 2014 vince il premio come miglior sceneggiatura per il film con Sharon Stone e Riccardo Scamarcio Un ragazzo d’oro al Montreal World Film Festival. Il 29 settembre 2022 esce al cinema il film Dante, ispirato al libro di Giovanni Boccaccio Trattatello in laude di Dante.

IL TEMPO CHE CI VUOLE

di FRANCESCA COMENCINI / Italia, Francia
Produzione: Kavac Film, IBC Movie, One art con Rai Cinema, Les Films du Worso
Distribuzione italiana: 01 Distribution
con Fabrizio Gifuni, Romana Maggiora Vergano, Anna Mangiocavallo

Il film autobiografico è un racconto personale di alcuni momenti trascorsi dalla regista con suo padre. Padre e figlia condividono la passione per il cinema, nonostante le diverse scelte di vita e i modi di stare al mondo. Intorno, un periodo storico preciso: gli anni di piombo, quelli delle lotte politiche, delle stragi, delle rivoluzioni sociali, della comparsa dell’eroina, che stravolse la vita di generazioni perdute.

Francesca COMENCINI (Roma, Italia 1961) è una regista e una sceneggiatrice. Il suo film d’esordio, Pianoforte (1984) viene presentato a Venezia e vince il premio De Sica per l’opera prima. Nel 2002 è a Cannes fuori concorso con il documentario Carlo Giuliani, un ragazzo. Nel 2004 il suo film Mobbing – mi piace lavorare è stato presentato nella sezione Panorma di Berlino. Lo spazio Bianco (2009) e Un giorno speciale (2012) sono stati presentati in concorso a Venezia. È tra i registi, insieme a a Stefano Sollima e Claudio Cupellini, della serie tv Gomorra, tratta dall’ononimo romanzo di Roberto Saviano. Partecipa nel 2017 al Festival di Torino con Amori che non sanno stare al mondo.

PHANTOSMIA

di LAV DIAZ / Filippine
Produzione: Black Cap Pictures, TEN17P FILMS, Sine Olivia Pilipinas
con Ronnie Lazaro, Janine Gutierrez, Paul Jake Paule, Hazel Orencio

Il Leone d’oro Lav Diaz del 2016, premiato poi anche a Orizzonti nel 2020, torna fuori concorso con il suo nuovo film. Un altro affresco d’inferno storico-politico, che ruota intorno alla figura di un ex sergente della polizia militare, tormentato da un’allucinazione olfattoria che lo perseguita, con il ricordo delle tante uccisioni che è stato costretto a compiere. Nella vicenda, il misterioso problema olfattivo di Hilarion Zabala si è ripresentato; un consulente/psichiatra sospetta che si tratti di un caso persistente di fantosmia, un odore fantasma forse causato da un trauma, una profonda frattura psicologica. Un processo radicale consigliato per curare il disturbo prevede che Hilarion torni indietro e affronti le correnti più oscure della sua vita passata nel servizio militare. Assegnato alla remota Colonia Penale di Pulo, deve anche affrontare la terribile realtà della sua situazione attuale.

Lav DIAZ (Cotabato, Mindanao, Filippine, 1958) è un regista e sceneggiatore filippino. Nel 2016 vince il Leone d’oro a Venezia con The Woman Who Left e nel 2014 ottiene il Pardo d’Oro per il lungometraggio From what is before. A Venezia vince il premio Orizzonti nel 2008 con Melancholia e il premio Orizzonti per la migliore regia nel 2020 con Lahi, Hayop. Diaz ha presentato il suo ultimo film, Essential Truths of the Lake, sequel di When the Waves Are Gone, al Festival di Locarno 2023 fuori concorso.

MALDOROR

di FABRICE DU WELZ / Belgio/Francia
Produzione: Frakas Production, The Jokers Films
Distribuzione internazionale: WTFilms
con Anthony Bajon, Alba Gaïa Bellugi, Alexis Manenti, Sergi López, , Laurent Lucas, David Murgia, Béatrice Dalle, Lubna Azabal,

Ispirato al famoso caso del mostro di Marcinelle, che negli anni ’90 fece scandalo in Belgio per il fallimento delle forze dell’ordine e del sistema giudiziario, in seguito poi riformato. Il regista Fabrice Du Welz viene dal thriller e dal genere puro, e mette al centro della ricostruzione, l’ossessione per le indagini di un giovane poliziotto, Paul Chartier (interpretato da Anthony Bajon), ostacolato dai superiori e dalla rivalità fra i tre corpi di polizia dell’epoca, che contribuì a rallentare e a depistare le indagini.

Fabrice DU WELZ (Bruxelles, Belgio 1972), regista e sceneggiatore belga, esordisce con il suo lungometraggio nel 2004 con Calvaire, selezionato alla Semaine de la Critique di Cannes. Nel 2015 dirige Message from the King, presentato a Toronto. Il film successivo, Adoration (2019), viene presentato a Locarno, è uscito nel 2019 e ha ricevuto il Premio André Cavens per il miglior film dalla Belgian Film Critics Association. Nel 2021 Du Welz dirige Inexorable, presentato aToronto.

BROKEN RAGE

di TAKESHI KITANO / Giappone
Produzione: Amazon MGM studios
Distribuzione: Amazon Prime Video
con Beat Takeshi, Tadanobu Asano, Nao Ômori
Broken Rage è un esercizio di metacinema.

Takeshi KITANO (Tokyo, Giappone 1947), regista, sceneggiatore e attore, dal suo debutto nella regia nel 1989 con Violent Cop, ha diretto 19 lungometraggi. Il suo Hana-bi del 1997 ha vinto il Leone d’oro a Venezia, e nel 2003 si è aggiudicato il Leone d’argento per la miglior regia per The Blind Swordsman: Zatoichi. I suoi lavori spaziano dal dramma d’autore, come Dolls (2002) fino al crimine contemporaneo con la trilogia Outrage (2010-2017). Il suo ultimo film Kubi (2023) è stato presentato al festival di Cannes.

BABY INVASION

di HARMONY KORINE / Usa
Produzione: EDGLRD
Distribuzione internazionale: CAA

Harmony Korine prosegue l’esplorazione dei limiti del linguaggio audiovisivo e delle possibili contaminazioni con altri linguaggi e altre estetiche. Il film precedente, Aggro Drift, era stato girato con una camera a raggi infrarossi. Baby Invasion invece deve tutto all’estetica dei videogames. Thriller interattivo, è un film sugli “invasori domestici”. Girato per intero in soggettiva, è stato creato utilizzando sei body cam (una indossata dallo stesso Korine). Grazie ad una tecnologia sperimentale sviluppata da EDGLRD i villain che invaderanno la casa del protagonista avranno tutti il volto di un neonato.

Harmony KORINE (Bolinas, California, 1973) è un regista, sceneggiatore e attore statunitense. Nel 1997 debutta alla regia con Gummo, presentato alla Settimana della Critica a Venezia. Torna al Lido nel 1999 con Julien Donkey-Boy, girato secondo i dettami del manifesto Dogma 95. Nel 2002 scrive per Larry Clark la sceneggiatura di Ken Park, altra opera cruda e provocatoria, presentata a Venezia in Controcorrente. Nel 2003 partecipa alla Biennale Arte con Untitled, serie di manifesti d’artista commissionati per la sezione “Stazione Utopia”. Realizza nel 2006 il suo terzo lungometraggio, Mister Lonely. Torna alla Biennale Arte nel 2011 col corto Caput, interpretato da James Franco. Sarà in concorso alla Mostra del Cinema nel 2012 con Spring Breakers e nel 2023, fuori concorso, con Aggro Dr1ft

CLOUD

di KUROSAWA KIYOSHI / Giappone
Produzione: Nikkatsu Corporation, Tokyo Theatres Company, Django Film
Distribuzione internazionale: Nikkatsu Corporation
Distribuzione italiana: Minerva Pictures
con Masaki Suda, Kotone Furukawa, Masataka Kubota

Ryosuke Yoshii (Masaki Suda) si mantiene rivendendo oggetti su Internet sotto lo pseudonimo di ‘Ratel’. Un’improvvisa ondata di odio online lo travolge e, quando un uomo misterioso si presenta alla sua porta con una maschera, Ryosuke capisce di essere diventato il bersaglio di una deriva gansteristica.

KUROSAWA Kiyoshi (Kōbe, Giappone, 1955), regista e sceneggiatore giapponese, autore di numerose pellicole horror e thriller diventate cult, ha presentato a Cannes tra gli altri, Pulse – Kairo (2001), Bright Future (2002) Tokyo Sonata (2008), Premio della giuria Un Certain Regard, Journey to the Shore (2015), Premio come miglior regista di Un Certain Regard, Sanpo suru shinryakusha (2017). Ha partecipato alla sezione Cinema del Presente di Venezia nel 1999 con Barren Illusion, e poi due volte Fuori Concorso con Castigo (2006) e con la miniserie Penance (2012). Tabi no owari Sekai no hajimari, protagonista Atsuko Maeda, è il film di chiusura di Locarno nel 2019. Nel 2020 riceve il Leone d’argento per la miglior regia a Venezia per la versione cinematografica di Supai no tsuma.

FINALEMENT

di CLAUDE LELOUCH / Francia
Produzione: Les Films 13, Metropolitan FilmExport
Distribuzione: Europictures
con Kad Merad, Elsa Zylberstain, Michel Boujenah, Sandrine Bonnaire, Barbara Pravi, Françoise Gillard

Il film segue il viaggio di un avvocato, Lino (Kad Merad), un uomo che aveva tutto – famiglia, successo e carriera – e che improvvisamente si accorge di non sapere più chi è. La sua vita prende una piega inaspettata dopo che un problema di salute gli toglie la capacità di mentire e lo fa parlare senza alcun filtro. Ricercato, vaga per la Francia, da Parigi alla Normandia, a Mont St Michel, ad Avignone. Nella sua odissea farà incontri inaspettati.

Claude LELOUCH (Parigi, Francia 1937), regista, sceneggiatore e produttore cinematografico, è proprietario della casa di produzione Les Films 13. Il successo internazionale come regista arriva nel 1966 con la pellicola Un uomo, una donna (1966), con la quale si aggiudica un Oscar per la miglior sceneggiatura e la Palma d’oro a Cannes. Nel 1985 Lelouch ne ha realizzato un sequel, Un uomo, una donna oggi, con la stessa coppia di attori. Nel 1996 vince il Golden Globe come miglior film straniero con Les misérables, tratto dal romanzo di Victor Hugo. L’anno successivo è in concorso a Venezia con Hommes, femmes: mode d’emploi (1996). Tornerà poi a Venezia nella sezione Fuori Concorso con Hasards ou coïncidences (1998). La sua terza partecipazione al Lido risale al 2002, dove ha presentato nella categoria Eventi Speciali, insieme ad altri registi, il film a episodi 11′ 09″ 01 – September 11. Nel 2019, realizza il terzo film sulla storia d’amore tra Jean e Anne, I migliori anni della nostra vita, iniziata con Un uomo, una donna.

WOLFS

di JON WATTS / Usa
Produzione: Frashman Year, Plan B, Smokehouse Pictures, Apple Original Films
Distribuzione internazionale: Sony Pictures Entertainment
Distribuzione italiana: Eagle Pictures
con Brad Pitt, George Clooney, Amy Ryan, Austin Abrams, Poorna Jagannathan,
Zlatko Burić, Richard Kind.

Con la regia e la sceneggiatura del regista di Spider Man e due degli attori più amati dal pubblico di tutto il mondo. George Clooney interpreta un “fixer”, professionista nel risolvere problemi, assunto per coprire un crimine altolocato avvenuto a New York. Quando però entra in scena un secondo risolutore, Brad Pitt, i due “lupi solitari” sono costretti a lavorare insieme.

Jon WATTS (Fontain, USA 1981), regista, produttore, co-produttore, sceneggiatore e attore, esordisce al cinema con Clown (2014), un film dell’orrore prodotto da Mac Cappuccino e Cody Ryder. Nel 2015 dirige Kevin Bacon nel film Cop Car. Watts è il regista di Spider-Man: Homecoming (2017), il reboot di Spider-Man prodotto dai Marvel Studios e dalla Sony Pictures. Nel 2019 dirige il sequel Spider-Man: Far from Home e nel 2020 viene confermato per il terzo capitolo della saga.

SE POSSO PERMETTERMI CAPITOLO II

di MARCO BELLOCCHIO / Italia
Produzione: Kavak film srl, Rai Cinema, Fondazione Fare Cinema, Fondazione Piacenza e Vigevano Bottega
con Fausto Russo Alesi, Barbara Ronchi, Rocco Papaleo, Giorgia Fasce, Filippo Timi, Pier Giorgio Bellocchio, Fabrizio Gifuni, Edoardo Leo

Ogni anno, Marco Bellocchio organizza a Bobbio un festival estivo invitando registi e attori che poi coinvolge nella realizzazione di un corto, insieme con gli allievi del suo workshop. Quello di quest’anno si chiama Se posso permettermi – Capitolo II (ne seguirà, pare, un terzo, forse già l’anno prossimo), Se posso permettermi – Capitolo II segue la storia di uomo benestante, nato e cresciuto a Bobbio. Il protagonista, caratterizzato da una forte apatia nei confronti della vita, eredita un appartamento. Tutti gli abitanti del piccolo paesino, cercando di aiutare l’uomo ad uscire da questo stato di inerzia, provano a convincerlo a vendere l’appartamento e a trovarsi un lavoro vero.

Marco BELLOCCHIO (Piacenza, Italia 1939) debutta con I pugni in tasca (1965) come uno degli autori di riferimento del nuovo cinema italiano degli anni ‘60. Salto nel vuoto (1980) a Cannes, si aggiudica la Palma per la migliore interpretazione maschile e femminile, a Michel Piccoli e Anouk Aimée. Molti suoi film sono stati presentati aVenezia: tra questi Buongiorno, notte (2003), Sorelle Mai (2010) e Bella Addormentata (2012). Nel 2011 Marco Bellocchio ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera a Venezia. Al Lido, nel 2015 presenta il suo lungometraggio Sangue del mio sangue. Nel 2016 esce Fai bei sogni presentato alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes. Nel 2019 esce Il traditore, in concorso a Cannes. Nel 2021 riceve la Palma d’oro onoraria, dove presenta anche in anteprima Marx può aspettare. Nel 2023 esce Rapito, in concorso a Cannes. Ai David di Donatello il film ha ricevuto undici candidature, aggiudicandosi cinque premi.

ALLÉGORIE CITADINE

di ALICE ROHRWACHER, JR. / Francia
Produzione: Ad Vitam, Social Animals
Distribuzione internazionale: Ad Vitam Distribution
con Lyna Khoudri ,Naïm El Kaldaoui , Leos Carax

Seconda collaborazione tra Alice Rohrwacher e Jr, che nel 2020 avevano presentato fuori concorso a Venezia il cortometraggio Omelia Contadina (2020). L’idea del film è nata in seguito allo spettacolo Retour à la caverne, commissionato a JR dall’Opera National de Paris per celebrare il rinnovo del Palais Garnier. Spettacolo e film sono una variazione sul tema della caverna di Platone, con risultati fantastici e poetici.

Alice ROHRWACHER (Fiesole, Italia 1981), regista e sceneggiatrice italiana, si fa conoscere con il lungometraggio Corpo celeste (2011). Nel 2014 viene presentato a Venezia (Proiezioni Speciali), il film 9×10 novanta, a cui partecipa come coregista. Nello stesso anno vince il Gran Premio della Giuria a Cannes con Le meraviglie (2014). Ritorna a Venezia 72 con il corto De Djess (2015). Nel 2018 Lazzaro Felice viene presentato a Cannes e vince il premio per la miglior sceneggiatura. Nel 2020 è al Lido, nella sezione Fuori Concorso, il suo corto Omelia Contadina (2020) in collaborazione con l’artista JR. Torna a Cannes con La Chimera (2022). Il film è inserito tra i cinque migliori film stranieri dalla National Board of Review del 2023. Nel 2023 il suo Le pupille è stato nominato ai Premi Oscar nella categoria miglior cortometraggio.

JR ha iniziato la sua carriera come street artist per poi passare al collage fotografico, creando gigantografie. In ambito cinematografico ha girato una serie di cortometraggi e documentari. Il suo documentario Visages villages, girato insieme ad Agnès Varda, è stato presentato a Cannes ed in seguito nel 2018, ha ricevuto una nomination agli Oscar per il Miglior Lungometraggio Documentaristico. Nel 2020 presenta al Lido, nella sezione Fuori Concorso, il suo cortometraggio Omelia Contadina (2020) in collaborazione con Alice Rohrwacher.

FUORI CONCORSO – NON FICTION

APOCALIPSE NOS TRÓPICOS (APOCALYPSE IN THE TROPICS)

di PETRA COSTA / Brasile
Produzione: Busca Vida Films, Impact Partners Film, Hansen & Pedersen Film, Peri Production

È il quarto lungometraggio dedicato da Petra Costa ai vertiginosi eventi degli ultimi anni della storia del suo Paese. Qui l’indagine, organizzata in otto capitoli, segue la prepotente ascesa al potere di Bolsonaro, favorita dalla altrettanto rapida e crescente influenza politica dei movimenti fondamentalisti religiosi, soprattutto a seguito della pandemia. Quando finisce una democrazia e inizia una teocrazia? Apocalypse in the tropics indaga la discesa del Brasile nel fondamentalismo religioso durante la pandemia di Covid-19 e la leadership del presidente Bolsonaro. Seguendo potenti leader evangelici, ministri, medici, infermieri, comunità indigene e abitanti delle baraccopoli, si descrive un Paese diviso da una guerra santa con visioni contrastanti di fede, scienza, potere e solidarietà.

Petra COSTA (Belo Horizonte, 1983 Brasile) è una regista e un’attrice. Il suo primo lungometraggio, Elena (2012) è stato presentato all’Amsterdam International Documentary Film Festival, al São Paulo International Film Festival, al Brasilia National Film Festival e alla Director’s Week (Rio de Janeiro). Il film ha vinto decine di premi, tra cui quello per il miglior documentario al Festival dell’Avana. Olmo and the Seagull (2015) è stato presentato in anteprima a Locarno, dove ha vinto il Premio della Giuria per i giovani registi. Il film ha vinto anche il premio per il miglior documentario nordico al CPH:DOX, il premio per il miglior documentario al Festival di Rio, il premio per il miglior documentario al Cairo Film Festival e il premio per la miglior narrazione al RiverRun International Film Festival. The Edge of Democracy è stato presentato in anteprima nella serata di apertura del Sundance Film Festival 2019.

BESTIARI, ERBARI, LAPIDARI

di MASSIMO D’ANOLFI, MARTINA PARENTI / Italia/Svizzera
Produzione: Montmorency, Lomotion
Distribuzione italiana: Cinecittà Luce

Il nuovo lavoro dei due documentaristi milanesi è un trittico, come rivela anche il titolo. Se i primi due capitoli hanno un impianto enciclopedico e classificatorio, come nelle scienze umane a cui fanno riferimento per il mondo animale e quello vegetale, nel terzo e ultimo capitolo è l’emozione che prende il sopravvento sull’approccio materico e distaccato dei due precedenti. Un documentario “enciclopedia” suddiviso in tre atti, ognuno dedicato a un tema: gli animali, le piante, le pietre. Sono questi i personaggi centrali di un universo di storie in cui ciascuno può riconoscere i frammenti delle proprie esperienze. Metafore perfette della nostra salute, del nostro corpo, della nostra follia, del nostro tempo o più semplicemente delle nostre vite.

Massimo D’ANOLFI (1974, Pescara, Italia) e Martina PARENTI (1972, Milano, Italia) sono una coppia di registi documentaristi, oltreché una coppia nella vita. Nel 2015 hanno realizzato L’infinita fabbrica del Duomo. Hanno vinto il premio speciale della giuria al Torino Film Festival con Il castello (2012), selezionato anche da vari festival internazionali. Anche Si torna a casa (2003) era in concorso al Torino Film Festival. Hanno diretto I Promessi Sposi (2006), presentato a Locarno e premiato al Festival dei Popoli di Firenze e al Filmmaker Film Festival di Milano, e Grandi Speranze (2009), ancora presentato a Locarno. Nel 2016 sono a Venezia in Concorso con Spira Mirabilis e nel 2020 Guerra e Pace, viene presentato nella sezione Orizzonti. Il loro ultimo film, Una giornata nell’archivio Piero Bottoni (2022) è stato presentato al Festival di Torino.

WHY WAR

di AMOS GITAI / Francia/Svizzera,/Italia
Produzione: AGAV film, AGAV HAFAKOT, Elefant Films
Distribuzione italiana: Indiana Productions
con Irène Jacob, Mathieu Amalric, Micha Lescot, Jerome Kircher, Yael Abecassis

La pellicola si basa sul dialogo tra Einstein e Freud nel 1931. Ad Albert Einstein fu chiesto dalla Società delle Nazioni di scegliere un intellettuale a cui rivolgere una domanda. E scelse Sigmund Freud. E gli pose una domanda di due parole, ovvero: “Why War?”. C’è uno scambio di lettere tra i due, con Einstein che dà la sua interpretazione alla risposta di Freud. Una domanda oggi più che mai attuale di fronte al moltiplicarsi insano dei conflitti in ogni parte del mondo.

Amos GITAI, Amos Gitai Weinraub (Haifa, Israele, 1950) è un regista, scrittore e produttore israeliano. Arriva a Venezia con Berlin – Jerusalem (1989). Attento ai temi dell’esilio, si impone all’attenzione internazionale con Kadosh (1999) e con Kippur (2000), entrambi in concorso a Cannes. Seguono Eden nel 2001 e Kedma nel 2002. Nel 2005 gira Free Zone, che vale all’attrice Hana Laszlo il premio per la miglior interpretazione a Cannes. Nel 2005 è giurato a Venezia. Presenta in concorso a Venezia Ana Arabia (2013) e Rabin, the Last Day (2015). Nel 2017 porta a Cannes il documentario West of the Jordan River e nel 2018 il cortometraggio A Letter to a Friend in Gaza fuori concorso a Venezia. Nel 2020 torna al Lido in concorso con Laila in Haifa. Nel 2023 ha partecipato alla Biennale di Architettura The Laboratory of the Future.

2073

di ASIF KAPADIA / Regno Unito/Usa
Produzione: Lafcadia Production Ltd
Distribuzione internazionale: CINETIC MEDIA
Distribuzione italiana: CINETIC MEDIA
con Samantha Morton, Naomi Ackie, Hector Hewer

Anche Asif Kapadia si fa delle domande: che cosa sarà il mondo fra 50 anni, se ci guardiamo intorno? Anche in questo film finzione e realtà si mescolano: una cornice da film di fantascienza distopica inquadra un impressionante montaggio di immagini autentiche che mostrano come il mondo stia rapidamente precipitando in un vortice di menzogne, autoritarismi, violenza e catastrofe climatica. 2073 si presenta come un thriller di genere ambientato in un futuro distopico, che affronterà alcune delle maggiori sfide che minacciano il nostro futuro. Il progetto si ispira all’iconico lungometraggio di Chris Marker del 1962 La Jetée, dove un viaggiatore nel tempo rischia la sua vita per mettere in salvo l’umanità.

Asif KAPADIA ( Londra, 1972), regista e sceneggiatore. Con il suo primo lungometraggio, The Warrior, nel 2003 è candidato a tre premi BAFTA vincendone due: l’Alexander Korda Award e il Carl Foreman Award. Far North (2007) è stato presentato a Venezia. Il quarto film di Kapadia, Senna (2010) è stato il documentario britannico di maggior incasso di tutti i tempi. Nel 2015 partecipa a Cannes con Amy, film che racconta la vita e la morte della cantautrice britannica Amy Winehouse. Il film ha ricevuto il plauso della critica vincendo un totale di 30 premi, tra cui l’Oscar per il miglior documentario, l’European Film Award, il premio BAFTA, e il premio come miglior film musicale ai Grammy Awards. Nel 2018 dirige il documentario su Diego Armando Maradona. Il suo ultimo lungometraggio, Creature, è del 2022.

ONE TO ONE: JOHN & YOKO

di KEVIN MACDONALD, SAM RICE-EDWARDS / Gran Bretagna
Produzione: PLAN B, Mercury Studios
Distribuzione: Cinetic

L’ultimo lavoro del grande documentarista scozzese Kevin McDonald, vincitore di numerosi premi, tra cui un Oscar, parte da materiali audio e video d’archivio. Il regista frima a quattro mani con Sam Rice-Edaward la ricostruzione degli anni newyorkesi di John Lennon e Yoko Ono, facendo del film la rivisitazione della storia musicale e politica degli Stati Uniti d’America di quel periodo. Il regista scozzese ha voluto ricordare il concerto di beneficenza One to One del 1972. Questa sarà per il cantante l’ultima esibizione a tutto palco, al Madison Square Garden di New York. One to One: John & Yoko include del materiale inedito: audio di concerti remixati da Sean Ono Lennon, filmati restaurati e archivi personali come telefonate e riprese amatoriali registrate dagli stessi protagonisti.

Kevin MACDONALD (Glasgow, Scozia 1967) è un regista britannico. Inizia la sua carriera girando un documentario sul nonno, Emeric Pressburger, The Making of an Englishman (1995). Vincitore del premio Oscar per il miglior documentario nel 2000 con One Day in September. Con il film La morte sospesa (2003), Macdonald si aggiudica il premio BAFTA Alexander Korda per il miglior film britannico del 2004. Nel 2006, il protagonista del film The Last King of Scotland, Forest Whitaker, è stato premiato per la sua interpretazione agli Oscar, ai BAFTA e ai Golden Globe. Nel 2011 dirige il kolossal The Eagle. Nel 2018 il suo documentario Whitney era nella sezione Fuori Concorso a Cannes. Life in a Day (2020) è stato presentato al Sundance Film Festival. Nel 2021 dirige The Mauritanian. Il film, adattamento cinematografico delle memorie 12 anni a Guantanamo di Mohamedou Ould Slahi, narra le vicende di quest’ultimo, detenuto nel campo di prigionia di Guantánamo dal 2002 al 2016.

Sam RICE – EDWARDS (USA) è un regista e un montatore cinematografico. Nel 2018 si occupa del montaggio di Whitney (2017), film diretto da Kevin Macdonald e presentato fuori concorso a Cannes. Nel 2020 ha collaborato nuovamente con Kevin Macdonald per la realizzazione di Life in a Day (2020), con il quale ha partecipato al Sundance Film Festival. Nel 2022 ha co-diretto il documentario musicale Meet me at the Bathroom, presentato al Sundance Film Festival.

SEPARETED

di ERROL MORRIS / USA/Messico
Produzione: NBC News Studios, Participant

Errol Morris è stato più volte a Venezia. Ci torna con un documentario che ricostruisce la vicenda della separazione dei figli di immigranti clandestini dai loro genitori, imposta dall’amministrazione di Trump, alla quale si opposero alcuni responsabili degli uffici preposti. Basato sull’indagine Separated: inside of an american tragedy del vincitore del premio Walter Cronkite 2019, Jacob Soboroff.

Errol MORRIS (Hewlett, USA 1948) è un regista documentarista. Nel 2003 dirige il suo documentario di maggior successo, The Fog of War. Il film vince l’Oscar nel 2004 come Miglior Documentario. Nel 2008 Morris conquista l’Orso d’Argento a Berlino per Standard Operating Procedure. Nel 2013 il suo documentario The Unknown Known viene presentato in Concorso a Venezia. Morris torna alla Mostra del Cinema Fuori Concorso nel 2017 con la miniserie documentario Wormwood. Sempre nella sezione Fuori Concorso, viene presentato a Venezia il suo documentario American Dharma (2018).

ISRAEL PALESTINA PÅ SVENSK TV 1958-1989 (ISRAEL PALESTINE ON SWEDISH TV (1958 – 1989))

di GÖRAN HUGO OLSSON / Svezia/Finlandia/Danimarca
Produzione: Story, SVT, Film i Väst, Tekele and Ström Pictures.

Film di montaggio che raccoglie in ordine cronologico molti dei servizi giornalistici mandati in onda dalla TV svedese che, dal momento della sua creazione nel 1958, si è fatta un vanto di perseguire la più completa oggettività possibile. Il risultato è un riassunto di storia dei rapporti del conflitto irrisolto israelo-palestinese, Tra il 1958 e il 1989 in Svezia vigeva il monopolio del servizio pubblico e l’emittente pubblica SVT ha realizzato un servizio unico su Israele e Palestina. I loro reporter erano costantemente presenti nella regione colpita dalla guerra, documentando tutto, dalla vita quotidiana alle crisi internazionali. Questi filmati d’archivio costituiscono il materiale esclusivo che Göran Hugo Olsson ha raccolto per la realizzazione del suo lungometraggio.

Göran Hugo OLSSON (Lund, Svezia, 1965) è un documentarista, regista, sceneggiatore, direttore della fotografia e produttore. Il documentario The Black Power Mixtape 1967-1975 (2011) è stato presentato al Sundance Film Festival, e ha vinto il premio per il miglior documentario. Nel 2014, a Berlino, il suo film Concerning Violence riceve l’Orso d’Oro per il miglior documentario. Nel 2023 ha collaborato con Roxy Farhat per la realizzazione del film La société du spectacle.

RUSSIANS AT WAR

di ANASTASIA TROFIMOVA / Francia/Canada
Produzione: Capa Presse, Raja Pictures inc

Il documentario è una testimonianza in presa diretta sull’altro fronte della guerra che oppone Ucraina e Russia. Una giovane filmmaker moscovita riesce a farsi accettare in una unità medica sul fronte russo del conflitto. Rimane con loro per un anno intero, raccogliendo testimonianze dei soldati, che passano dall’adesione acritica alle motivazioni patriottiche alla disillusione più totale, dopo aver sperimentato in prima persona l’insensatezza del conflitto e le falsità della propaganda russa. Per montare il girato, la regista ha poi dovuto trovare ospitalità prima in Canada, poi in Francia dove si trova attualmente. Senza alcuna autorizzazione o permesso ufficiale, la regista si guadagna la fiducia dei soldati russi e si imbarca per un anno in un battaglione che attraversa l’Ucraina orientale. Ciò che scopre è ben lontano dalla propaganda e dalle etichette imposte dall’Est o dall’Ovest: un esercito confuso, soldati disillusi e spesso in difficoltà nel capire per cosa stiano combattendo.

Anastasia TROFIMOVA è una direttrice alla fotografia, regista e produttrice russa nata a Mosca. Vincitrice del Canada Screen Award nella categoria Best Research per Tales from the Organ Trade (2013) della HBO. Trofimova è stata cinque volte giudice per i premi Emmy nella sezione News and Documentary. Si fa notare sul panorama internazionale con i suoi documentari Victims of ISIS (2015) e Her War: Women vs ISIS (2015).

TWST /THINGS WE SAID TODAY

di ANDREI UJICĂ / Francia/Romania
Produzione: Les Films du Camélia, Modern Electric Pictures, Tangaj Production

Questo film dialoga direttamente con quello di Kevin McDonald su Lennon. Ujica si serve anche lui di materiali d’archivio per collocare il primo concerto dei Beatles negli Stati Uniti al centro di una ricostruzione del clima politico e culturale di quegli anni. New York, 1965. Tra il 13 e il 15 agosto arrivano per la prima volta in America i Beatles per i loro concerto allo Shea Stadium. Il film è costituito esclusivamente da materiale d’archivio dell’epoca (ABC, CBS, NBC), da filmati amatoriali in 8 mm e da immagini del concerto, registrato con quattordici telecamere da 35 mm. Quattro adolescent viaggiano nel tempo e rivivono l’emozione del concerto di una delle band più famose di sempre.

Andrei UJICĂ (Timișoara ,1951, Romania), sceneggiatore e regista, nel 1990 ha iniziato a girare film. Insieme ad Harun Farocki, ha realizzato Videograms of a Revolution (1992), inserito dalla rivista Cahiers du Cinéma tra i dieci migliori film sovversivi di tutti i tempi. Il suo lavoro successivo, Out of the Present (1995), racconta la storia del cosmonauta Sergei Krikalyov. Il suo ultimo film risale al 2010, The Autobiography of Nicolae Ceaușescu, La pellicola ha ricevuto il premio per il miglior documentario al Festival di Bergen e all’ International Documentary Film Festival di Jihlava

RIEFENSTAHL

di ANDRES VEIEL / Germania
Produzione: Vincent Productions GmbH
Distribuzione italiana: Rai Cinema

Questo documentario su una delle registe più influenti della storia del cinema, è il tentativo di far luce sul ruolo e la consapevolezza della Riefensthal in rapporto alla propaganda del regime nazista che i suoi film hanno incarnato per decenni. Ma è anche una riflessione sulle contraddizioni irrisolte della Germania in relazione al suo passato nazista e, più in generale, sulla responsabilità degli artisti rispetto ai tempi in cui vivono e agiscono. Grazie all’accesso senza precedenti all’archivio personale di Riefenstahl, composto da quasi 700 cassette, lettere, documenti e registrazioni, il documentario offre una panoramica esaustiva dell’eredità della regista, approfondendo il suo rapporto col regime nazista.

Andres VEIEL (Stoccarda, Germania 1959) è un pluripremiato scrittore e regista di lungometraggi e documentari. Nel 2011 ha presentato il lungometraggio If Not Us, Who? al Festival di Berlino, vincendo il premio Alfred Bauer. Partecipa nuovamente alla Berlinale nel 2018 con il documentario Beuys (2018) sullo scultore e artista di fama mondiale Joseph Beyus.

PISNI ZEMLI, SHCHO POVILNO (SONGS OF SLOW BURNING EARTH)

di OLHA ZHURBA / Ucraina/Danimarca/Svezia
Produzione: Moon Man, Final Cut For Real, We have a Plan

Anche il film della giovane documentarista ucraina dialoga col film della sua omologa russa. Solo che questa volta siamo dalla parte ucraina del conflitto, mostrato attraverso una serie di situazioni chiave, scandite nel corso di un anno, che mostrano come la guerra si insinui nel quotidiano per distruggerlo, fino ad imporsi come tragica routine. Il lungometraggio si concentra sulle conseguenze derivanti dal conflitto e le storie che vengono raccontate mostrano come la guerra abbia influito sulla vita dei singoli individui e sulla società.

Olha ZHURBA è una regista ucraina. Il suo primo cortometraggio Dad’s Sneakers (2021) è stato presentato in anteprima nel concorso dei cortometraggi al Festival di Locarno e poco dopo ha vinto il premio per il miglior cortometraggio ucraino e il premio FIPRESCI al Festival di Odessa, nonché il Premio Nazionale della Critica Cinematografica Kinokolo e il premio per il miglior film europeo al Festival di Leuven. Dad’s Sneakers è candidato a una nomination agli European Film Awards 2022. Outside (2022) è il suo primo lungometraggio documentario.

FUORI CONCORSO – SERIE TV

Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, le schede complete di tutti i film Fuori Concorso a Venezia 81.

DISCLAIMER (capitoli 1 – 7)

di ALFONSO CUARÓN / Usa/Gran Bretagna
Produzione: Esperanto Filmoj
Distribuzione internazionale: APPLE TV +
con Cate Blanchett, Kevin Kline, Sacha Baron Cohen, Lesley Manville, Louis Partridge, Leila George, Indira Varma, Kodi Smit-McPhee

Adattamento del romanzo La vita perfetta di Renée Knight, racconta vita di Catherine Ravenscroft (Cate Blanchett), una giornalista che indaga sulle trasgressioni compiute dalle istituzioni. Quando riceve un romanzo da un autore sconosciuto (Kevin Kline), si rende conto con orrore di essere la protagonista di una storia che mette a nudo i suoi segreti più oscuri. Mentre Catherine lotta contro il tempo per scoprire la vera identità dello scrittore, è costretta a confrontarsi con il proprio passato, prima che questo distrugga la sua vita e i suoi rapporti con il marito Robert (Sacha Baron Cohen) e il figlio Nicholas (Kodi Smit-McPhee).

Alfonso CUARÓN (Città del Messico, Messico, 1961), regista, sceneggiatore e produttore, ha ottenuto la prima nomination all’Oscar con l’adattamento del libro A Little Princess (1995), grazie al quale debutta sulle scene americane. Nel 2001 ha presentato a Venezia la commedia on-the-road Y tu mamá también, aggiudicandosi il premio per la miglior sceneggiatura e una seconda candidatura all’Oscar. Successivamente ha ricevuto tre nomination agli Oscar con I figli degli uomini (2006), presentato a Venezia. Nel 2013 Gravity è stato il film di apertura della Mostra del Cinema di Venezia e ha successivamente vinto sette premi Oscar. Nel 2018 vince il Leone d’oro per il miglior film alla Mostra del Cinema di Venezia con Roma (2018). La pellicola ottiene dieci candidature ai premi Oscar, vincendone tre: miglior regia, miglior fotografia e miglior film straniero. Al regista verrà assegnato il Pardo d’oro, il premio alla carriera del festival di Locarno, nell’agosto 2024.

LOS AÑOS NUEVOS – THE NEW YEARS (ep. 1 – 10 )

di RODRIGO SOROGOYEN DEL AMO, SANDRA ROMERO, DAVID MARTÍN DE LOS SANTOS / Spagna/Francia
Produzione: Movie Star Plus +, Caballo Films
Distribuzione internazionale: Movie Star + International
con Iria del Rìo, Francesco Carrill

La storia è raccontata in 10 episodi che ruotano intorno allo stesso periodo dell’anno: il Capodanno. Ana (Iria del Rio) compie 30 anni a Capodanno con una vita ancora irrisolta: vive in un appartamento condiviso, non le piace il suo lavoro, non riesce ad avere amicizie durature. Óscar (Francesco Carrill) compie 30 anni a Capodanno con una vita quasi sistemata: un medico di professione, amici fedeli e una relazione altalenante. Proprio quando i due raggiungono i trent’anni, si incontrano, si innamorano e iniziano una relazione che durerà dieci anni.

Rodrigo SOROGOYEN DEL AMO (Spagna,1981) è un regista, uno sceneggiatore e un produttore cinematografico. Nel 2010 fonda la produzione Caballo Films. Nel 2013 dirige Stockholm. Il film ottenne diversi riconoscimenti internazionali, tra cui la candidatura ad Aura Garrido per la miglior attrice protagonista agli Oscar, e a Sorogoyen come miglior regista esordiente. Nel 2016 dirige Che Dio ci perdoni, ottenendo sei candidature ai premi Goya 2017. Il suo cortometraggio Madre (2017) ottiene una candidatura ai premi Oscar 2019 come miglior cortometraggio, mentre il suo lungometraggio Il regno (2018) vince sette premi Goya su tredici candidature. Il film si aggiudica il premio al miglior regista e alla miglior sceneggiatura originale. Con As Bestas (2022), presentato a Cannes, ottiene nove premi Goya e il premio César per il miglior film straniero.

Sandra ROMERO (Écija, Spagna 1993) è una regista cinematografica. A Room Of One’s Own (2019), il suo primo cortometraggio, viene presentato in anteprima al Festival del Cinema Europeo di Siviglia. Con il suo secondo cortometraggio, Where The Silences Passes (2020), partecipa a molti festival, tra i quali il Festival del Cinema Europeo di Siviglia e Inside Out di Toronto; riceve il Biznaga d’argento per la migliore regia al Festival del Cinema di Malaga. Ha realizzato il suo primo lungometraggio, Por Donde Pasa El Silencio (2022) all’interno del Talent e Script Station Lab della Berlinale.

David Martín DE LOS SANTOS. Nel 2005, il suo primo film documentario, La isla durmiente, è stato presentato nella sezione ufficiale del Festival di Malaga. Nel 2010 ha scritto e diretto il documentario Ni vivos, ni muertos, e nel 2011 ¿Generación perdida?. Nel 2015 e nel 2016 si dedica alla realizzazione di due cortometraggi: Mañana no es otro día, con il quale ha ricevuto il premio alla miglior sceneggiatura e al miglior cortometraggio al Alcalá de Henares Short Film Festival e 23 de Mayo, vincitore nella categoria miglior cortometraggio al festival di Medina. La vida era eso (2020), il suo primo lungometraggio di finzione, è stato presentato al Tokyo International Film Festival e nella Selezione Ufficiale del Festival del Cinema Europeo di Siviglia.

FAMILIER SOM VORES ( FAMILIES LIKE OURS) (EP. 1 – 7 )

di THOMAS VINTERBERG / Danimarca
Produzione: Zentropa, Filmbyen Denmark
Distribuzione danese: STUDIO CANAL
con Amaryllis August, Albert Rudbeck Lindhardt, Nikolaj Lie Kaas, Paprika Steen, Helene Reingaard Neumann, Magnus Millang, Esben Smed,

Durante un’estate apparentemente normale, un’eccezionale alluvione costringe il governo danese a una decisione drastica: evacuare il paese. Chi può permetterselo sceglie il Paese dove intende andare a vivere, mentre chi è meno abbiente deve utilizzare un programma finanziato dal governo e trasferirsi in luoghi più difficili. Laura (Amaryllis April August) è una giovane liceale in procinto di diplomarsi quando arriva la notizia dell’evacuazione. Una realtà che cambierà per sempre il corso della sua vita e la costringerà a scegliere tra i suoi genitori divorziati. Laura si trova a un bivio: andare a vivere con il padre (Nikolaj Lie Kaas) e la sua nuova moglie (Helene Reingaard Neumann) a Parigi, insieme al fidanzato Elias (Albert Rudbeck Lindhardt), o seguire la madre (Paprika Steen), che si trasferisce in Romania attraverso il programma di evacuazione pubblico.

Thomas VINTERBERG (Copenaghen, Danimarca) è un regista e sceneggiatore. Insieme a Lars Von Trier, è uno dei fondatori del movimento cinematografico Dogma 95. Manifesto di questo movimento è il suo film Festen – Festa in famiglia (1998) che ha ricevuto il Premio della Giuria a Cannes. Nel 2005 gira Dear Wendy, scritto da Lars von Trier e premiato al festival internazionale del cinema di Mosca. Nel 2012 viene presentato a Cannes il suo nuovo film Il sospetto, grazie al quale Mads Mikkelsen vince il premio alla miglior interpretazione maschile. Il film ottiene anche una nomination all’Oscar come miglior film straniero. Nel 2020 esce il film, Un altro giro, che ottiene due nomination agli Oscar 2021, vincendo il premio per miglior film straniero.

M – IL FIGLIO DEL SECOLO

di JOE WRIGHT / Italia/Francia
Produzione: Sky Studios, The Apartment Pictures, Pathé, Shoebox
Distribuzione italiana: Vision
con Luca Marinelli, Francesco Russo, Barbara Chichiarelli, Benedetta Cimatti, Lorenzo Zurzolo, Gaetano Bruno,Vincenzo Nemolato

Adattamento dell’omonimo romanzo di Antonio Scurati, vincitore del Premio Strega nel 2019 e best-seller internazionale. La serie ripercorrerà la storia dalla fondazione dei Fasci Italiani nel 1919 fino al discorso di Benito Mussolini (Luca Marinelli) in parlamento dopo l’omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti (Gaetano Bruno) nel 1925. Offrirà inoltre uno spaccato del privato di Mussolini e delle sue relazioni personali, tra cui quelle con la moglie Rachele (Benedetta Cimatti), l’amante Margherita Sarfatti (Barbara Chichiarelli) e con altre figure iconiche dell’epoca.

Joe WRIGHT (Londra, UK 1972) è un regista e produttore cinematografico. Nel 2005 esordisce con il suo primo lungometraggio, Orgoglio e pregiudizio, ricevendo numerosi riconoscimenti, tra i quali quattro candidature agli Oscar e sei candidature ai BAFTA, dove Wright vince il BAFTA per il Miglior Esordio Britannico da regista. Con Atonement apre la Mostra di Venezia nel 2007. Il film, tratto dall’omonimo best seller di Ian McEwan, ha ricevuto sette nomination agli Oscar 2008, vincendo il premio per la Miglior Colonna Sonora. Nel 2017 esce Darkest Hour, incentrato sulla figura di Winston Churchill durante la seconda guerra mondiale. Candidato a sei premi Oscar, il film se ne aggiudica due: quello per il miglior attore protagonista a Gary Oldman e quello per il Miglior Trucco. Wright, nel 2021, dirige Cyrano, presentato in anteprima al Telluride Film Festival .

FUORI CONCORSO – PROIEZIONI SPECIALI

LEOPARDI. IL POETA DELL’INFINITO (parte 1 e 2 )

di SERGIO RUBINI, Italia
Produzione: IBC movie, Rai Fiction
Distribuzione: Rai Fiction
con Leonardo Maltese, Cristiano Caccamo, Giusy Buscemi, Valentina Cervi, Fausto Russo Alesi, Bruno Orlando, Serena Iansiti, Maria Vittoria Dallasta, Andrea Pennacchi, Roberta Lista, Alessandro Preziosi, Alessio Boni

Dopo Martone, anche Sergio Rubini si misura con la figura di uno dei più grandi filosofi e poeti italiani, con una miniserie televisiva che ha comportato un grande investimento produttivo da parte di Rai Fiction, i cui punti di forza sono l’accurata ricostruzione storica e l’importante cast. È il racconto della vita di Giacomo Leopardi e la mappa sterminata dei temi che ha attraversato con sguardo disincantato e forza utopica. Una produzione in costume girata nei luoghi vissuti dal genio di Recanati. Un percorso a ritroso dalla sua morte a Napoli nel 1837, con l’amico Antonio Ranieri che ripercorre la vita intera di Leopardi: dall’infanzia alla fuga dall’opprimente ambiente familiare, dalle prime amicizie fuori dal borgo antico fino all’amore non ricambiato per la bellissima Fanny Targioni Tozzetti, la più corteggiata delle nobildonne fiorentine.

Sergio RUBINI (Grumo Appula, Italia 1959) è un attore e un regista. Esordisce nel mondo del cinema come attore nel 1985 con on Figlio mio, infinitamente caro…. Nel 1987 partecipa al film Intervista di Fellini. Nel 1990 esordisce come regista con La stazione, con cui vince il premio per il miglior film alla Settimana internazionale della critica a Venezia, e il David di Donatello per il miglior regista esordiente. Ritornerà poi a Venezia con Il viaggio della sposa (1997) presentato nella sezione Mezzanotte, e L’anima gemella (2002) presentato nella sezione Controcorrente. Nel 2006 gira La terra. Il film ha ottenuto sette candidature ai David di Donatello. L’uomo nero (2009) viene presentato al festival di Bari. Nel 2021 presenta alla Festa del Cinema di Roma il suo lungometraggio I fratelli De Filippo. Il film si aggiudica il David e il Nastro d’argento per la miglior colonna sonora, e riceve il Ciak d’oro per il miglior film.

BEAUTY IS NOT A SIN

di NICOLAS WINDING REFN / Danimarca/Italia
Produzione: Art Vibe, byNWR
Distribuzione:
con Laura Grassi, Stefano Gaeta.

Sette minuti per dimostrare che anche con uno spot pubblicitario si può fare del grande cinema, anche se piccolo per la durata limitata. Il corto sarà proiettato prima del restauro di The Pusher il primo film del regista diventato un culto.

Nicolas WINDING REFN (Copenhagen, Danimarca, 1970) scrittore, regista e produttore. A ventiquattro anni gira il film cult Pusher – L’inizio (1996), seguito dagli altri episodi della trilogia: Pusher II – Sangue sulle mani (2004) e Pusher III – L’angelo della morte (2005). Il suo secondo film Bleeder è selezionato alla Mostra del cinema a Venezia nel 1999. Nel 2009, Valhalla Rising – Regno di sangue, è a Venezia nella sezione Fuori Concorso. Nel maggio 2011 Refn presenta in concorso a Cannes il film d’azione Drive (2011), con protagonista Ryan Gosling, che gli vale il premio per la Miglior Regia. Il film riceve anche una nomination ai premi Oscar, consacrando definitivamente la carriera del regista. Nel 2022 torna nuovamente al Lido presentando la serie tv Fuori Concorso Copenhagen Cowboy.

MASTER AND COMMANDER: THE FAR SIDE OF THE WORLD

di PETER WEIR / Usa
Produzione: Miramax Films, Universal Pictures, Samuel Goldwyn Films
con Russell Crowe, Paul Bettany, James D’Arcy

Nel 1805, a bordo della H.M.S. Surprise, il capitano Jack Aubrey (Russell Crowe) e il suo fidato amico, Stephen Maturin (Paul Bettany), ricevono l’ordine di dare la caccia ad un vascello francese al largo delle coste sudamericane. Sebbene Napoleone stia vincendo la guerra e gli uomini e il loro equipaggio debbano affrontare una serie di ostacoli, Jack è determinato a far sì che nulla impedisca alla Surprise di portare a termine la sua missione.

Peter WEIR (Sydney, Australia 1944) è un regista e sceneggiatore vincitore di due premi BAFTA per la regia di The Truman Show (1998) e Master & Commander (2003). Nel 2022 è stato il primo regista australiano a ricevere un Oscar alla carriera. Weir è stato una figura fondamentale nella New Wave del cinema australiano anni ’70. Il suo dramma sulla prima guerra mondiale Gli anni spezzati (1981), ha vinto otto premi dell’Australian Film Institute. Nel 1985 Weir ha diretto il suo primo film hollywoodiano, Witness – Il testimone, un thriller per il quale ha ricevuto la sua prima nomination all’Oscar per la regia oltre a ottenere la statuetta per la migliore sceneggiatura originale e per il montaggio. Ha continuato a ottenere consensi con L’attimo fuggente (1989) e The Truman Show (1998), entrambi presentati a Venezia. Tra gli altri suoi lavori, vanno ricordati Mosquito Coast (1986), Green Card – Matrimonio di convenienza (1990), Fearless – Senza paura (1993) e The Way Back (2010).

Leggi il programma completo sul sito de La Biennale.