Mr. Paradise di Elmore Leonard è un romanzo con una trama tesa e ben oliata, animata da una fauna di personaggi a dir poco sbalorditivi

Mr. Paradise
Titolo: Mr. Paradise
Autore: Elmore Leonard
Editore: Einaudi Stile Libero-Big
PP: 227
Prezzo: 14,50

Nella casa di Anthony Paradiso, un ricco avvocato in pensione, vengono esplosi quattro colpi di pistola. Due di questi ammazzano proprio lui, mentre gli altri due seccano la ragazza da “novecento dollari l’ora” che lo stava intrattenendo vestita da Cheerleader della Michigan University. Frank Delsa, trentottenne detective della gloriosa Sezione Omicidi della Polizia di Detroit, indaga sugli omicidi e si imbatte nella bellissima Kelly Barr, giovane e sexy modella che si invaghisce di lui.

Per arrivare alla soluzione del caso Delsa dovrà districarsi tra una rete di inganni e menzogne, loschi affari, apparenze fallaci e bizzarri equivoci, mentre nella vicenda fanno capolino come funghi spuntati dal nulla delinquenti tanto idioti quanto esilaranti come Art Krupa e Carl Fontane. Veri inetti dalla comicità involontaria, destinati loro malgrado a fregarsi da sé, dimostrando con le loro azioni  la stolidità criminale che emerge -sempre- nella narrativa di Leonard. E poi c’è Jerome, un personaggio ambiguo e misterioso, che è però meno demente di quanto sembri, anzi.

E come dimenticarsi dei tre messicani assassinati (di cui uno smembrato in cinque parti con una sega elettrica) e dati alle fiamme in un seminterrato? Se è vero ciò che diceva Hemingway, e cioè che la prosa è architettura, non decorazione d’interni, beh, allora qui siamo di fronte al Fallingwater della letteratura. Uno stile asciutto e secco, con dialoghi rapidi come saette.

Una trama tesa e ben oliata, animata da una fauna di personaggi a dir poco sbalorditiv. Questi sono gli strumenti con cui Leonard plasma ogni sua opera (che sia il romanzo western degli anni cinquanta o la crime novel del 2003) sempre prestando fede al principio: “If it sounds like writing, I rewrite it!” Sopra citavo la “Casa sulla cascata” di Wright.

In effetti Elmore Leonard è un po’ così, cioè  “organico”, tanto che a ottant’anni suonati scrive ancora storie che scavano nella società contemporanea americana e ne diventano parte integrante, come il pezzo del puzzle che trova il suo posto predeterminato tra gli altri tasselli. Come l’opera di Wright con l’ambiente che la circonda. Wu Ming I, che ha eseguito la traduzione e la postfazione, ha scritto: “Quella di Leonard è una comédie humaine del mondo criminale americano”. È così.

L’Opera, edita nel 2003, è stata per tredici settimane tra i dieci libri più venduti d’America… serve dire altro?