From Kenya with Love, ovvero 6 giorni pazzeschi a Nairobi per il workshop History and Stories organizzato dall’IIC Nairobi in collaborazione con Sugarpulp.
All I wanted to do was get back to Africa. We had not left it, yet, but when I would wake in the night I would lie, listening, homesick for it already (Ernest Hemingway)
Sabato sera sono atterrato a Venezia dopo 6 giorni a dir poco pazzeschi passati a Nairobi.
Ho avuto l’onore e la fortuna di partecipare come docente al workshop History and Stories organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Nairobi in collaborazione con l’Università di Nairobi, Sugarpulp e Chronicae – Festival Internazionale del Romanzo Storico.
Ho scoperto una città e un Paese in cui convivono contraddizioni incredibili, ho conosciuto persone fantastiche, ho incontrato vecchi amici, ho visto tante realtà che non conoscevo minimamente.
“Viagiar descanta…
…ma chi parte mona torna mona”, recita un vecchio proverbio veneto. Per quanto riguarda la seconda parte del detto non so che dirvi, credo non dipenda da me, ma per quanto riguarda la cosa del viaggiare ci sto provando.
Certo, non ho la pretesa di essere diventato un esperto di questioni geopolitiche africane dopo una settimana a Nairobi, né credo sia possibile capire una realtà tanto complessa come l’Africa in pochi giorni.
Quello che posso dire è che guardare il mondo con i propri occhi è il modo migliore per provare a comprendere la realtà, lasciando da parte i troppi filtri con cui ci viene raccontata dai soliti intelligentissimi che sanno sempre tutto.
Da questo punto di visa per me Nairobi è stata una sorpresa infinita, una sorpresa che devo ancora metabolizzare e comprendere, ma che di sicuro mi ha lasciato un segno profondo.
Del resto basta scendere dall’aereo per rendersi conto che il 99% delle volte che pronunciamo la parola “Africa” parliamo di un qualcosa che esiste soltanto nelle nostre teste o, nella migliore delle ipotesi, qualcosa di cui non conosciamo assolutamente nulla.
Le mille luci di Nairobi
In una settimana ho avuto modo di sperimentare le incredibili contraddizioni dell’Africa: dalla cena nella residenza dell’ambasciatore italiano ai mercati cittadini in cui non si vedono turisti (e in cui sei un intruso sgradito), dal nostro workshop con i giovani scrittori kenioti alle strade di Nairobi straripanti di umanità, dalle chiacchierate con gli artisti e con la ricchissima élite keniota alle battute scambiate con gente che probabilmente vive con un dollaro al giorno.
Una settimana densa di vita, di colori, di impressioni, di suggestioni, una settimana in cui credo di aver imparato tantissimo anche se non so che cosa ho imparato. Ma va benissimo così.