Nela casa del diavolo è un’opera estremamente ben congegnata e godibile, che rivela una nuova ruggente penna attiva in terra transalpina
Titolo: Nella casa del diavolo
Autore: Alec Covin
PP: 320
Editore: Fanucci
Prezzo: euro 17.50
Salutato in patria come “l’erede di Stephen King”, Alec Covin è, a dispetto della giovane età, uno dei più quotati nuovi talenti del thriller francese.
Nella Casa del Diavolo, che segue La Setta dei Lupi Sanguinari per quanto concerne le traduzioni in italiano, è un continuo intrecciarsi di situazioni al limite del paranormale, follia, paranoia ed un opprimente senso di angoscia così vivo da colpirvi tremendamente allo stomaco, quasi si trattasse di immagini vivide, cinematografiche.
E l’intera vicenda non stonerebbe se riproposta sottoforma di pellicola: il “buen retiro” della scrittrice inglese in crisi creativa Grace Austin e della sua compagna Kate nella campagna francese, offerto dai misteriosi coniugi Fisto, non tarda infatti a trasformarsi in un incubo costellato di visioni, allucinanti richiami al passato della villa di proprietà degli stessi Fisto, vivo palcoscenico già teatro di inenarrabili atrocità.
Quando si scoprirà che l’improvviso risveglio della vena creativa di Grace non è frutto di una novella ispirazione, ma un occulto tranello predisposto dall’aldilà, le cose non faranno che precipitare sempre più in basso, negli abissi.
Fortemente vicino alla narrazione dello stesso King, Nella Casa del Diavolo è un’opera estremamente ben congegnata e godibile, che rivela una nuova ruggente penna attiva in terra transalpina.