Noi siamo infinito è l’adattamento del romanzo Ragazzo da parete di Stephen Chbosky. Lo stesso ne cura regia, produzione e sceneggiatura, un one man band che mi ha fatto piangere.

1991 Pittsburgh, siamo in piena era Bush senior, Charlie è un ragazzo al suo primo giorno di high school e ha la fottuta paura di un mondo nuovo. Ma Charlie non è solamente un ragazzo come tanti, dentro di se porta una situazione psicologica fortemente complessa sin dall’infanzia. Per uno come lui la cosa migliore è passare inosservati, evitare di cadere nel classico bullismo da quarterback vs. wallflower.

Noi siamo infinito

Per Charlie (Logan Lerman conosciuto per l’interpretazione di Percy Jackson) tutto sembra già scritto ma la conoscenza di Sam (Emma Watson) e Patrick (Ezra Miller) porta un capovolgimento di ruoli. Ora ha nuovi amici, dalla storia complessa come la sua.

Noi siamo infinito è un teen drama dai risvolti inaspettati, mai sottotono nel montaggio, delicato e sconvolgente all’unisono che fotografa il momento di passaggio denominato adolescenza. Storia inquieta certamente, sorretta da uno svolgimento narrativo di prim’ordine, da una Watson e da un Miller credibili e stellari, da una colonna sonora che regala brividi alla mia generazione.

Noi siamo infinito

Proprio questa merita una citazione a parte perché ripropone dei masterpieces assoluti, in primis Heroes del duca bianco (Bowie), Temptation New Order, Teen Age Riot Sonic Youth, Come On Eileen Dexys Midnight Runners, Tugboat Galaxie 500, Don’t Dream It’s Over Crowded House, Pearly-Dewdrops’ Drops Cocteau Twins e Asleep Smiths. Poi il grande Michael Brook confeziona un piccolo miracolo musicale dando un’impronta post rock minimal da brividi. Vi assicuro che solo questo vale la visione dei 100 minuti circa della pellicola.

Sarò sincero non vedevo un lungometraggio così dai tempi di Breakfast Club, Sixteen Candles o Stand by Me, forse il “Brat Pack” rivive ancora, forse  non è svanito nel nulla e alberga sotto mentite spoglie qui. Ecco, allora, che le emozioni seguono le prese di coscienza dei protagonisti, si balla al tempo di una generazione fragile di un mondo che non esiste più. Per i nati nella decade dei 70 una piccola apnea nelle loro ansie e scoperte.

Noi siamo infinito

Noi siamo infinito verrà ricordato, ne sono certo, per la sua schiettezza, perché ha il coraggio di affrontare tematiche difficili con una leggerezza mai stucchevole o sopra le righe. Per tutto questo bisogna lodare l’uomo che ne ha scritto il romanzo Ragazzo da parete (The Perks of Being a Wallflower) e poi l’ha portato al cinema, Stephen Chbosky.

Dimenticavo, film consigliato ai fan di The Rocky Horror Picture Show.

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