Il nuotatore di Joakim Zander è un romanzo scolpito con frasi brevi e incipit tremendamente azzeccati. L’ennesimo svedese che fa centro al primo colpo.

il nuotatore la recensioneTitolo: Il nuotatore
Autore: Joakim Zander
Editore: Bompiani
PP: 461
Prezzo: euro 19.99 cartaceo, euro 9.99 ebook

Il nuotatore è il romanzo d’esordio per Joakim Zander, scrittore nato a Stoccolma. Di giorno fa l’avvocato e la sera scrive. Quattrocentosessantuno pagine cariche di tensione, un thriller che lascia poco spazio all’ossigeno, con un ritmo che incalza pagina dopo pagina.

Si incontrano durante la lettura personalità ben distinte e caratteri definiti. Il protagonista assoluto è il nuotatore. Non ha un nome. Non ha un’identità, ne possiede mille. Non ha un volto, gliene forniscono uno. Non appartiene a nessun posto in particolare, è ovunque.

Vive nell’ombra, in attesa di un’altra missione, di una nuova partenza. Ogni destinazione per lui è come una nuova partita da giocare. Ciò che conta è non essere, per non pensare, per non tornare a quel maledetto luglio del 1980, per non corrodersi nel senso di colpa…

Non è più giovanissimo, ama nuotare e il suo fisico si mantiene atletico e muscoloso. La sua vista è acuta, la sua esperienza non ha eguali. L’acqua è la sua sopravvivenza, il suo elemento. Si sfinisce di bracciate, per non morire.

Cosa gli accade quando i ricordi si fanno troppo vivi e brucianti? Quando non si può sopportare oltre la macchina della verità, gli interrogatori, le sevizie e gli elettrodi su innocenti vittime? Quando mentire diventa così naturale da confondere realtà e fantasia? Quando si fatica a mantenere una promessa?

Ci si affida ad un nuovo incarico, l’ultimo. Il più importante. George, Klara e Mahmoud, convolti in una brutta storia, costretti dagli eventi ad agire come non vorrebbero. Sono inconsapevoli di essere legati a doppio filo. Sono inseguiti, ricattati e ricercati.

Cos’hanno fatto? Cosa hanno visto i loro occhi? Sono braccati, isolati, costretti a fuggire e hanno davvero paura. In queste pagine non c’è spazio per commuoversi, anche se un nodo costante stringe attorno alla gola. Via, via, via… fino alla fine, si scappa per salvarsi la pelle. In una Svezia innevata, tra il caos pre-natalizio delle città e la tranquillità delle tradizioni negli arcipelaghi, un’operazione particolare sfugge al controllo.

Tra il Parlamento Europeo di Bruxelles e il Medio Oriente, si innesca un meccanismo che va assolutamente fermato. Nella neve fresca ci sono orme sconosciute, che subito si cancellano grazie a nuovi fiocchi caduti. Qualcuno ci segue e conosce ogni nostra mossa. Nel vento gelido si sentono rumori sospetti, tonfi sordi e urla strozzate.

E poi? Poi ci sarà il tempo per spiegare, per capire. Ci sarà il bisogno di calore umano. Verrà il momento per il nuotatore di incontrare gli occhi azzurri di una persona speciale. Una sola, unica volta.

Capitoli brevi, frasi incisive e davvero essenziali. Caratteristiche tipiche, a mio avviso, che appartengono anche ad altri scrittori del nord Europa (vedi Jo Nesbo ad esempio). Un romanzo che merita. Mi sento di consigliarlo. Buona lettura.