Obi-Wan Kenobi, la stroncatura impietosa di Giacomo Brunoro delle prime due puntate della nuova serie Star Wars con Ewan McGregor
Obi-Wan Kenobi era senza dubbio uno dei titoli più attesi dai fan di Star Wars. Va bene Mandalorian, va bene Boba-Fett, ma qui stiamo parlando di Obi-Wan Kenobi, una vera e propria icona dell’universo creato da George Lucas.
Purtroppo le prime due puntate disponibili a oggi su Disney+ sono di una pochezza imbarazzante. E quando parlo di pochezza parlo proprio di bassa qualità sotto ogni punto di vista: regia, messa in scena, scrittura, recitazione, visual…
È abbastanza chiaro che il target di Obi-Wan Kenobi sono i bambini di età compresa tra i 9 e i 12 anni, probabilmente con più attenzione alle bambine, ma questo non giustifica in alcun modo tanta sciatteria. Se prendiamo ad esempio altri prodotti Star Wars pensati esplicitamente per un pubblico di bambini, come ad esempio Clone Wars o Rebels, ci troviamo di fronte a dei veri e propri gioiellini tecnici e narrativi.
Cosa non funziona?
Le prime due puntate di Obi-Wan Kenobi sono scritte davvero male, con un pressappochismo che sfiora il dilettantismo. E non sto parlando degli errori a raffica da un punto di vista della continuity tanto cara ai fan duri e puri di Star Wars, ma proprio di caratterizzazioni idiote, di scelte narrative prive di qualsiasi senso, di una storia che puzza di muffa, di banalità intollerabili perfino pre un preadolescente che guarda la tv con l’occhio sinistro mentre chatta con gli amici e gioca alla Play Station.
E non mi riferisco a fakerate ridicole come quella di un fuggiasco che cambia il suo nome da Obi-Wan Kenobi a Ben Kenobi, sappiamo tutti che questa è una scemenza ereditata da una costruzione scellerata della storia già nella notte dei tempi.
Sto parlando di scelte demenziali come quella di farci vedere lo jedi ribelle più pericoloso di tutta la galassia che, per non farsi scoprire, va in giro vestito da maestro jedi con tanto di spada laser alla vita, tanto per fare un esempio. Ma cosa si può pretendere da persone che scelgono di nascondere un bambino inviandolo nel pianeta natale di suo padre a casa dei suoi zii…
Ma vogliamo parlare di una bambina di dieci anni caratterizzata in maniera ridicola? O di cattivi così goffi che sembrano usciti da un circo (povero Flea…)? Per non parlare della Terza Sorella che pare l’emulazione fallita del classico acerrimo nemico presente in ogni film di Serie Z che si rispetti.
Se poi parliamo di visual ecco l’ennesimo pianeta malfamato peggiore dei peggiori bar di Caracas che finisce con essere l’emulazione fallita di Blade Runner (niente, sta cosa di non riuscire a superare il visual di Blade Runner in un certo tipo di fantascienza dovrà finire prima o poi).
Non voglio fare spoiler quindi evito di proseguire, ma in questi primi due episodi non c’è una scena che non ti metta a disagio. Tutto è cringe in questa serie, compresa la faccia da pesce lesso di Ewan McGregor che dovrebbe trasudare grande sofferenza interiore. Anzi, grandissima sofferenza interiore.
“Potrebbe essere peggio…”
“…potrebbe piovere”, direbbe Aigor. E, infatti, se iniziamo a parlare della regia o della recitazione degli attori c’è da mettersi le mani nei capelli (vi do un umile consiglio: non guardate la serie doppiata in italiano se no davvero rischiate di sbellicarvi dalle risate).
I momenti di tensione risultano involontariamente comici, come quasi tutti quelli in cui compare Moses Ingram, l’inquisitrice più cattiva che c’è. Roba da pisciarsi sotto per la paura ogni volta che la si vede sullo schermo da quanto è consumata dalla rabbia e dal Lato Oscuro (miii che paura!!!).
A dire il vero tutti gli inquisitori da questo punto di vista fanno piuttosto pena, mi hanno ricordato i cattivi di cartapesta dei Power Rangers, che però almeno erano tanto colorati e, diciamocelo, sembravano molto più intelligenti.
Della faccia da pesce lesso di McGregor abbiamo già detto, ma anche la piccola Leia Organa risulta involontariamente comica. Uno stereotipo piatto che porta in scena banalità su banalità (perché bisogna essere sempre ligi ai dogmi di quello che è diventata Leia nell’immaginario collettivo contemporaneo, ovvero l’evoluzione intristita della principessa Padmé Amidala, non certo la Leia della prima trilogia che era un personaggio di tutt’altro spessore).
Che poi, diamine, qualcuno insegni a correre a questa ragazzina. Ma è normale che una bambina di 10 anni non sia capace di correre? Alla Disney non hanno un istruttore di ginnastica?
E non apro nemmeno la polemica sull’umanizzazione sempre più spinta della macchine, umanizzazione che ormai è il nuovo trend ideologico Disney dopo i disastri culturali compiuti nel secolo scorso con l’umanizzazione degli animali.
I nodi sono arrivati al pettine
Purtroppo era abbastanza prevedibile che saremmo arrivati a questo punto. Star Wars è figlio di una stratificazione continua durata anni e priva di una direzione. E con Disney tutto è peggiorato ovviamente, perché siamo di fronte a una company che, in maniera più che legittima, gestisce in totale libertà una delle sue property più redditizie.
E così, con un devastante effetto domino, le piccole crepe e le scemenze che potevano passare inosservate all’interno di un arco narrativo breve, si sono espanse fino a diventare dei buchi neri che risucchiano ogni possibilità di poesia e divertimento (che sia questo il vero significato di Universo Espanso?)
Non è un caso se, oggi come oggi, i migliori prodotti Star Wars sono quelli lontanissimi dall’arco narrativo delle prime due trilogie (penso a gioielli come Revan, o Darth Bane, o ai fumetti).
Tutto il resto è ammorbato dalla stupida pretesa di dover spiegare ogni cosa, di dover giustificare ogni battuta, di inserire a tutti i costi citazioni su citazioni (nel secondo episodio di Obi-Wan Kenobi viene pronunciata la frase “la tua paura ti tradisce”, ovvero una citazione di qualcosa che succederà dieci anni dopo, in un curioso fenomeno di citazionismo preveggente), di incasellare tutto al posto giusto.
L’incubo della continuity
Si è creata ormai una continuity che fa acqua da tute le parti e che è diventata un vero e proprio dogma (soprattutto per un certo tipo di nazi-fan).
La continuity narrativa, che per anni è stata la forza di universi come quello Marvel, ha sempre creato tanti piccoli mostri, che però finché restavano circoscritti al mondo del fumetto, e finché venivano gestiti con una certa nonscialanza, non facevano grossi danni.
Se invece la continuity è gestita con una pretesa di verosimiglianza crea vere e proprie immondizie narrative, come nel caso dello 007 di Daniel Craig che si è concluso con due tra i film più scemi di sempre.
Ma quando il tuo universo narrativo esplode in cinema, serie tv, videogames e qualsiasi altra cosa ti possa venire in mente, gestire una continuity sensata e organica diventa improponibile (cosa che peraltro sta succedendo anche al Marvel Cinematic Universe che ormai sforna idiozie a palate. Ma almeno quelle sono divertenti, visivamente fighe e non sono sempre ammorbate dalla filosofia da discount che ormai rende insopportabili le produzioni Star Wars).
Attenzione, se non sei un nerd duro e puro non continuare la lettura
Star Wars ormai è una saga impantanata in un oceano fangoso di scemenze palesi. Una su tutte: che età deve avere una persona per iniziare l’addestramento da jedi?
Luke Skywalker inizia il suo addestramento a vent’anni. Anakin Skywalker, invece, aveva cominciato il suo addestramento a nove anni, ma solo perché Qui-Gon Jin si era impuntato dato che il consiglio lo riteneva ormai troppo vecchio. Rey, infine, riceve un addestramento di 5 minuti a 19 anni ed è già cintura nera jedi, tanto che solleva una quantità di rocce equivalente al Monte Fujii scaccolandosi in una situazione di forte stress, mentre il buon Luke faceva una fatica boia con due sassi in allenamento.
Ragazzi, mettiamoci d’accordo. Se no va a finire che aveva ragione Qui-Gon con quella minchiata galattica dei midichlorian nel sangue, con buona pace dell’addestramento e del siamo tutti uguali e blablablabla…
La cosa ridicola inoltre è che Obi-Wan dice allo zio di Luke che “quando sarà il momento” lo addestrerà perché è questo il suo dovere, ma il bambino ha già 10 anni quindi, stando alle regole Jedi, siamo già fuori tempo massimo.
Oltre al fatto che Luke diventa Jedi per caso e solo perché si verifica un’emergenza, non certo perché Obi-Wan aveva deciso che era arrivato il momento di addestrarlo (e il ragazzo aveva già vent’anni suonati…). Ma di nerdate così ne potremmo trovare tante, troppe perché tutta la baracca stia in piedi.
Noi che ci accontentiamo di Darth Vader
Poi, per carità, va benissimo così, stiamo comunque parlando di un universo narrativo in cui una persona con un cassonetto nero in testa strangola qualcuno a milioni di anni luce di distanza in videoconferenza soltanto con l’uso della forza. Quindi di che parliamo, è legittimo tutto e il contrario di tutto.
Tanto lo sappiamo che questa nuova serie ci farà saltare in piedi quando finalmente entrerà in scena Darth Vader. E allora ci esalteremo con la bava alla bocca e la pelle d’oca come dei deficienti. Mi sento male solo al pensiero…
Perché è così, alla fine quello di Star Wars è un Universo semplice, un Universo in cui ci sono Luke Skywalker e Darth Vader con le loro spade laser.
E tutto il resto è noia.