Palle Spaziali, Quinta Giornata – Rubrica di controinformazione calcistica a cura di Fabio Chiesa per Sugarpulp Magazine.

Reduce dalla brutta sconfitta con l’Inter la Juventus si trova ad affrontare il match più difficile dell’anno, vale a dire la sfida col Cagliari del talismano Padoin.

Resurrection

La tensione allo Stadium è palpabile: c’è chi bacia il santino del Pado, chi si tocca le palle e chi, nel segreto dei bagni degli spogliatoi, scommette su Paddy Power su un gol dell’ex icona. Spediti Asamoah e Khedira in un ashram tibetano per calciatori confusi fondato dall’ex Genoa Kazuyoshi Miura, Allegri da spazio a Witsel, pardon Hernanes, e a Mario Lemina, quest’ultimo recentemente scelto dal Ministro della Salute Lorenzin come testimonial per una campagna contro le cattive compagnie.

Sfatando i pronostici avversi la Signora firma tre reti già nel primo tempo. Ad aprire le danze, al 14’, “Ricky Cunningham” Daniele Rugani, grazie ad un tap-in su tiro ribattuto di Higuain (la rima è assolutamente voluta). Ed è proprio il numero nove argentino – anche lui scelto dalla Lorenzin, questa volta per una campagna contro l’obesità – a firmare al 33’, di sinistro, il gol del 2-0, dopo una conclusione di Pjanic respinta da Storari. E’ il 39’ quando Dani Alves, lasciato più solo di un lebbroso al lazzaretto, chiude con un tiro da fuori la pratica, mandando tutti negli spogliatoi sul 3-0.

Il secondo tempo, dominato dai bianconeri, regala poche emozioni, se non l’autogol di Ceppitelli dopo respinta di Storari su tiro di Mario Lemina che nonostante una vita passata tra rasta, fumo ed atmosfere torbide ha disputato una buona partita.

Frank Di Burro contro di tutti

Seconda vittoria consecutiva anche per l’Inter di Frank De Boer, sempre più deciso a sfatare il geniale (si fa per dire) soprannome affibbiatogli dal Corriere dello Sport alla seconda giornata, ossia Frank Di Burro, sorta di malavitoso italoamericano particolarmente malleabile. Il tecnico olandese è costretto a fare a meno di uno degli uomini migliori del match disputato contro la Signora, vale a dire Ever Banega. Ma, soprattutto, è obbligato a togliere dalla naftalina Geffrey Kondogbia, pagato l’anno scorso 35 milioni e utilizzato principalmente per spazzare le foglie ad Appiano Gentile.

Il francese è schierato in mediana al fianco di Joao “45 milioni” Mario e Gary Medel, reduce con la nazionale cilena da uno scatto d’ignoranza che lo ha portato ad essere il giocatore più amato da tutte le mamme argentine. Lo schema dell’Inter prevede due variabili: palla lunga per Icardi e palla per Candreva che lancia Icardi. Il quale, va detto, quando c’è da buttare la palla dentro non si fa certo pregare. Prima supera Skorupski con un colpo di testa, al 9’, imbeccato appunto da Candreva. Poi, al 16’, concretizza con un piattone un passaggio filtrante di Felipe Melo.

I nerazzurri continuano a spingere sull’acceleratore senza però riuscire più a superare la difesa dei ragazzi di Martusciello. I quali, nel secondo tempo, riescono pure a costruire qualche buona occasione. Al 62’ Pucciarelli parte in slalom nell’area interista e viene stesa da D’Ambrosio con una gomitata degna di una rissa tra tamarri all’autoscontro, ma nessuno sembra farci caso. Neppure l’arbitro. Il mantra ripetuto ossessivamente da Zhang Jindong ed il suo staff – Fozza Indaaa!, Fozza Indaaa!!, Fozza Indaaaa!!! – comincia finalmente a dare risultati.

Milan in striscia positiva

Il Milan di Montella celebra un nuovo Baccanale battendo a San Siro la Lazio di Simone Inzaghi. La prima parte della gara vede i biancocelesti protagonisti di diversi affondi, senza che le punte riescano a bucare la porta avversaria. Certo, per una coppia formata da Immobile e da un centravanti, Djordjevic, mobile quanto un armadio big size ad ante dell’Ikea, non era affatto facile. Al 11’ Milinkovic potrebbe essere pericoloso sotto porta, ma viene anticipato da Montolivo, il che la dice lunghissima sui ritmi serrati della gara.

E’ il 36’ quando Parolo, colpito improvvisamente dalla famigerata “Sindrome d’Asamoah”, passa la palla a Kucka che lancia – sì, vabbé lancia… diciamo tocca con un piattone dritto per dritto – Carlos Bacca proprio nel momento in cui la difesa laziale, visto la stagione, ha deciso di andare a funghi. L’attaccante colombiano, a tu per tu con Strakosha, non sbaglia. 1-0.

Il Milan prende coraggio e comincia a fare la partita, anche se le occasioni più pericolose sono dovute soprattutto a svarioni avversari. Al 42’ Bonaventura fa partire un tiro più innocuo di un bambino nella culla, ma il pallone schizza come un’anguilla tra le mani di Strakosha, il cui idolo dichiarato è Edwin Van der Sar. Quello dei due anni alla Juve. Poco dopo, Bartolomeu Jacinto Quissanga, meglio conosciuto come Bastos, tenta un sontuoso colpo di tacco. Nella sua porta. Strakosha, contro ogni previsione, para, e dopo un batti e ribatti degno di un torneo all’oratorio la palla finisce in angolo.

L’ultima grande emozione arriva al minuto 72’ quando Radu tocca di mano in area un cross di Niang. È lo stesso attaccante francese ad andare sul dischetto e a firmare il 2-0 riscattandosi così per un clamoroso gol fallito a porta vuota al 56’, su assist di Calabria. Ma bisogna essere comprensivi: abituati agli assist di Abate gli attaccanti rossoneri non sono più in grado di gestire passaggi provenienti dalla fascia destra che non siano scorregge o fucilate in curva. E poi, sui calci da fermo, è molto più difficile spettinarsi.

Crotone vittima sacrificale

La Roma accoglie all’Olimpico il temibilissimo Crotone di Nicola dopo le dure polemiche che hanno caratterizzato il post Fiorentina ed il rigore non fischiato al Franchi a Edin “Carpiato” Dzeko. “È un simulatore” aveva tuonato il DS dei viola, Pantaleo Corvino, al termine della gara, provocando la forte presa di posizione del ds giallorosso Walter Sabatini, accorso in difesa del centravanti bosniaco: “Edin non è un simulatore, je piace tuffasse”.

Dopo lo scivolone di Firenze, la Maggica si trova così a caccia di punti per non incorrere nell’ennesima crisi di risultati e soprattutto di nervi. Ed il Crotone si rivela vittima sacrificale perfetta. I rossoblù affrontano il match con la grinta di un tabagista al termine di una maratona e nel primo tempo i gol “egiziani” di El Sharaawy, al 26’, e Salah, al 37’, fanno subito capire che finirà in goleada.

Totti, alla prima da titolare in questa stagione, si rivela ancora decisivo, con un assist ad “occhi chiusi” e sigaretta in bocca ad imbeccare Dzeko, facendo saltare le coronarie a Carlo Zampa. Il centravanti, senza cascare, firma così, al 48’, il 3-0. Sempre Dzeko, questa volta imbeccato da Salah – che solo a guardarlo in faccia deve essere pure lui una pessima compagnia – , chiude i conti al minuto 55’. Ma c’è ancora spazio per le emozioni: è il 60’ quando Szczesny viene svegliato per parare un rigore al redivivo Raffaele Palladino. Uno che Tuttusport, dopo l’addio di Ibra alla Juve, aveva soprannominato, una decina d’anni fa, “Palladibra”

Sarri polemico

Dopo tre giorni di entusiasmo del tutto immotivato –quello per un primo posto alla 4^ giornata – il Napoli sbatte contro l’ottimo Genoa di Juric, in quel di Marassi, per uno 0-0 che non fa felice nessuna delle due contendenti. Per gli azzurri le migliori occasioni sono quelle di Hamsik, che nel primo tempo sbatte contro la traversa, e diHamsik, che al 75’ si divora un gol solo davanti a Perin, che non si fa ipnotizzare dal suo famigerato ciuffo di platino. I rossoblù si fanno pericolosi soprattutto nel finale, quando Pepe Reina compie un doppio miracolo su Simeone Jr.

Il Napoli protesta per due episodi dubbi, uno per tempo, per i quali Mister Sarri, aka don Pietro Savastano, avrebbe voluto altrettanti calci di rigore. “Ho visto due rigori netti negati, intervenga la società” ha tuonato il tecnico toscano dopo aver fumato una sigaretta dal naso in sala stampa. Non si è fatta attendere la replica del Presidentissimo De Laurentis, o meglio del suo ego, che spesso ne fa le veci: “Statte zitto, scurnacchiato, che la scusa degli errori arbitrali va usata almeno dopo la decima giornata. Sennò nel girone di ritorno ca’ cosa ci inventeremo?!”.