Parole di Baustelle, la recensione di Angela Forin del libro di David Marte dedicata alla band di culto della scena musicale italiana.

Parole di Baustelle, la recensione di Angela Forin del libro di David Marte dedicata alla band di culto della scena musicale italiana

Tutti sappiamo cosa sono le canzoni. Spesso le definiamo come la colonna sonora delle nostre giornate, dei frammenti di passato, lo specchio del loro tempo e della nostra storia. Conosciamo a memoria anche testi di cantautori impegnati, sappiamo che sono importanti, che è arte, cultura, ma in fondo restano sempre solo “canzonette” e non le prendiamo mai troppo sul serio.

Ma una canzone non è mai solo una canzone, è molto più di un semplice intreccio di parole e di musica che racconta una storia. Se la sappiamo ascoltare ci racconta più di quello che un facile ritornello sembra dire.

Una prova tangibile è raccolta in un denso volume di 344 pagine dal titolo Parole di Baustelle (2021) di David Marte; un’opera di saggistica musicale in cui si presenta un ampio commento e un’approfondita analisi testuale di diciotto canzoni della band italiana Baustelle.

Lavori in corso

Baustelle (parola tedesca da pronunciare in assoluta libertà)” inizia con questa specifica la biografia ufficiale del gruppo. Un nome particolare che stimola fin da subito curiosità e attenzione ai testi, ricchi di stratificazioni e chiavi di lettura.

Baustelle contiene la parola “stelle”, “elle” che in francese vuol dire “lei”, il suono onomatopeico di “bau”, ma in realtà è una parola di lingua tedesca che significa “lavori in corso”.

Parole di Baustelle fa questo: scandaglia, analizza e ricostruisce in modo accurato diciotto liriche rivelandone le ascendenze musicali e culturali.

Pagina dopo pagina David Marte rivela i mondi nascosti nei testi dei Baustelle: si spazia dal cinema, alla letteratura, alla poesia, alla religione, all’arte contemporanea. Dal noir francese ai polizieschi italiani anni ’70, letteratura gialla e thriller. Dai racconti di Poe ai ritratti di De André, dai Beatles ai Ramones, da Dante e Montale a Pasolini e Houellebecq, fino al cinema di Pietrangeli, Coppola e Kubrick.

I Baustelle raggiungono il successo con il loro terzo album La Malavita (2005) che contiene alcune delle loro più celebri hit come la famosissima La guerra è finita e Marte inizia proprio da qui.

La penna sputò / Parole nere di vita / “La guerra è finita / Per sempre è finita / Almeno per me” canta Francesco Bianconi nel ritornello. È il primo singolo con cui si presentano al grande pubblico e lo fanno raccontando con ironia e distacco la storia di un suicidio.

Parole di Baustelle scava più a fondo. David Marte svela come l’ispirazione derivi da una canzone scritta dallo chansonnier francese Serge Gainsbourg, da sempre citato tra le principali fonti di ispirazione del gruppo. A sua volta La guerre est finie era già stato il titolo di un lacerante film di Alain Resnais girato a metà degli anni ’60 sul pessimismo politico di un fuoriuscito spagnolo che vorrebbe tornare a combattere Franco e quarant’anni dopo si ritrova qui uno smarrimento simile in chi non ha nemmeno più una rivoluzione in cui credere.

Baustelle, na band diversa dalle altre

Inizia così un viaggio alla scoperta di un gruppo che si è distinto nel panorama musicale italiano per la profonda padronanza linguistica e per la pregnante densità di significati dei loro testi. Marte prende in esame cinque pezzi dall’album La Malavita (2005), sette da Amen (2008) e sei da I Mistici dell’Occidente (2010).

Ogni canzone è analizzata dettagliatamente: dallo studio stilistico e lessicale, alle diverse interpretazioni, riportando anche stralci di interviste a chiarimento dei testi e delle argomentazioni esposte.

Un libro che parla di poesia

Con l’album Amen, ad esempio, entriamo nel mondo di Pier Paolo Pasolini, in una visione della società occidentale come luogo di smarrimento di tutto ciò che è sacro. Qui troviamo Charlie fa surf, un altro grande successo dei Baustelle che si collega ad un’installazione artistica di Maurizio Cattelan (Charlie don’t surf) che a sua volta citava Apocalypse Now di Francis Ford Coppola. Un preciso e polemico j’accuse rivolto alla società e un sarcastico sfottò della ribellione dei più giovani, oggi conformisti anche nella trasgressione.

David Marte dimostra come all’interno di una semplice “canzonetta” melodica tradizionale si possano trovare contenuti non banali e non convenzionali. L’abusato universo delle canzoni popolari entra nel multiforme e affascinante rapporto fra poesia e musica, che sia poesia per musica o poesia in musica.

Parole di Baustelle parla di poesia: racconta tre dischi prendendone in esame solo i testi e tutti i mondi celati tra i versi. Perché quando si parla di musica, non si parla mai solo di musica.