Il primo volume di racconti PET, ossia Pulp Erotic Trash, ci fa capire sin da subito che Nicola Skert fa sul serio e spara venti cartucce traboccanti una miscela di weird, crime, pulp (e non solo) davvero convincente.
Titolo: Racconti PET (Pulp Erotic Trash)
Autore: Nicola Skert
Editore: Lettere Animate
PP: 170
Prezzo: 12,00 Euro
Omicidi, vendette, torture, futuro distopico, presente tra caos e miseria: Skert delinea con mano ispirata neri ritratti tra realismo e fantasie lisergiche in grado di intrattenere con originalità, senza ricorrere a clichè abusati e inutili.
Paul, Nick, Meggy e Daniel sono i nomi ricorrenti dei protagonisti dei racconti, quasi si trattasse di personaggi catapultati da una vicenda ad un’altra senza il tempo di un respiro. Infatti uno degli aspetti degni di interesse sta nel fatto che PET vol.1 viaggia senza intoppi, garantendo una lettura fluida e priva di particolari punti morti, tenendo alto il grado di interesse.
Nicola Skert centra in pieno l’obiettivo di creare un’antologia pulp a tutti gli effetti, spaziando tra i generi pur mantenendo un filo conduttore comune a base di eros (in forme spesso deviate e patologiche) e di quel tocco weird in stile “Ai confini della realtà” che rende le storie raccontate assai bizzarre e vive.
PET è una vetrina per l’esasperazione del quotidiano, scandaglia i più sordidi e nascosti anfratti della mente alla ricerca delle mostruosità che si nascondono tra le ombre, in attesa. Questa collezione di racconti ci conferma, una volta di più, che il (tri)Veneto non è più un paese per vecchi: incarna lo spirito pulp grazie ad uno stile genuino e abile nell’intrecciare fili oscuri creando trame intriganti in bilico tra realtà distorte e fantasie malate.
Alcuni momenti risultano particolarmente crudi e certe descrizioni sono obiettivamente forti (non per stomaci delicati, ecco) ma il tutto risulta funzionale e non stona in un volume che già dal nome mette in chiaro i propri intenti: di Pulp, Erotismo e Trash ce n’è davvero a bizzeffe.
Un appunto che mi sentirei di fare all’autore riguarda le figure femminili, in molti casi trasformate in mangiauomini “armate” di autoreggenti, tacchi alti e corpi provocanti: certo, se si parla di sesso riesce senza dubbio più facile introdurre personaggi con queste caratteristiche, ma sarebbe stato interessante leggere di donne più diversificate tra loro, in grado di rappresentare anche altre personalità e non solo femmes fatales o di facili costumi. E’ una piccola puntualizzazione che non sposta un giudizio che resta positivo, assolutamente.
Devo confidarvelo, io mi sono proprio divertito a leggere PET volume 1, e ve lo consiglio. Venti racconti che catturano il lettore e che fanno riflettere sulla nostra società, molto più horror ed esasperata di quanto ci vogliano far credere. Attendo già con grande curiosità il secondo volume della raccolta, sicuro che Nicola Skert riuscirà ancora a saziare la nostra fame di pulp.