La resurrezione digitale di Peter Cushing potrebbe essere illegale, il nuovo film di Star Wars introduce un caso inedito per la legislazione mondiale.

La resurrezione digitale di Peter Cushing in Rogue One, ultimo capitolo cinematografico dell’infinita saga di Star Wars, potrebbe essere illegale.

Come tutti i fan sanno infatti il buon Cushing, celebre interprete del Gran Moff Tarkin in Star Wars Ep. IV, è morto nel 1994. In Rogue One però abbiamo tutti visto Cushing sullo schermo grazie agli effetti speciali di mamma Disney che hanno rielaborato digitalmente tal Guy Henry (l’attore più sconosciuto della storia dopo quel poveretto che c’era sotto la maschera del primo Darth Vader).

Il punto della faccenda è il seguente: la Disney era titolare dei diritti necessari per fare un’operazione del genere? Cushing infatti è morto da soli 22 anni e se stessimo parlando di qualcosa simile ai diritti d’autore la Disney avrebbe dovuto ottenere il permesso dai detentori dei diritti, ovvero gli eredi.

Per gli avvocati si apre uno scenario nuovo

Lo sviluppo della tecnologia e degli effetti speciali potrebbe quindi far nascere un nuovo tipo di diritto, ovvero quello relativo allo sfruttamento cinematografico dell’immagina digitale di una persona.

La cosa non è così futile come si potrebbe pensare, perché se la tecnologia procede di questo passo è verosimile pensare che nel giro di una decina d’anni i grandi studios siano in grado di girare film perfettamente realistici senza bisogno di attori.

E allora bye bye caro Di Caprio, bye bye caro Brad Pitt: la Disney di turno ricostruisce digitalmente il vostro personaggio, sfrutta la popolarità che avete accumulato negli anni passati e voi non beccate una lira. Fantascienza? Direi proprio di no…

In California sono sensibili a questi temi tanto che esiste una legge del al 1984 che tutela dallo sfruttamento commerciale l’immagine di personaggi pubblici deceduti. Una sorta di diritto d’immagine extended version per il caro estinto. In pratica gli studios hanno il permesso di utilizzare in qualsiasi modo l’immagine degli attori presenti nei loro film fino ad un massimo di 70 anni dopo la morte.

Qui però la situazione è diversa dato che non il personaggio è stato ricreato digitalmente, quindi stiamo parlando di uno scenario completamente nuovo. Di sicuro negli Stati Uniti ci sono studi interi di avvocati che stanno lavorando duro per prepararsi a qualsiasi disputa futura su quello che potrebbe diventare un punto decisamente rilevante nei contratti tra attori e studios, con gli agenti delle star felicissimi di poter inserire una nuova clausola nei kilometrici contratti dei loro assistiti.

Aggiornamento: esiste un contratto!

Mi hanno segnalato un articolo di Variety in cui si parla espressamente di un “confidentiality agreement she signed with Disney and Lucasfilm”, dove quel “she” è l’ex segretaria di Cushing nonché sua attuale esecutrice testamentaria (non so se sia il termine corretto, ma in pratica è quella che ha ereditato la gestione dei business del Grand Moff).

Fatto sta che la legislazione dovrà darsi una mossa perché alla Disney hanno già i contrattini confidenziali pre-confezionati per gestire l’immagine digitale dei cari estinti. Come sempre alla Disney ne sanno una più del diavolo… a questo punto Star Wars fa registrare un nuovo record: il primo film che paga un morto per utilizzare la sua immagine digitale!