Proiettile vagante è il miglior film Netflix original visto negli ultimi tempi: un’adrenalinica pellicola d’azione francese lontana dalle baracconate americane.

Lo ammetto, all’inizio stentavo a crederci, e mi ci è voluta una buona ora di visione per giungere alla conclusione che Netflix avesse finalmente beccato un film d’azione. E che film!

Dopo la cocente delusione di quella ciofeca che è The Last Days of American Crime, il discreto Tyler Rake e l’abominevole 6 Underground, arriva Proiettile Vagante (Balle Perdue).

Pellicola francese low budget piena di grandi intuizioni, vi terrà letteralmente incollati allo schermo per tutti i 93 minuti della sua durata.

Chi lo ha definito il Fast & Furious  francese non ha probabilmente capito di essere di fronte a un lavoro diametralmente opposto al franchise statunitense.

Qui non ci sono improbabili macchiette con trame che sono meri accessori al servizio di effetti speciali discutibili e di un montaggio sempre più fetente.

Il cinema action degli ultimi 20 anni

È vero ragazzi, la saga di Dominic Toretto ed i film di Michael Bay hanno riscritto il cinema d’azione degli ultimi 20 anni.

Il grosso, enorme problema è che lo hanno riscritto veramente alla cazzo di cane, in funzione di bimbiminkia lobotomizzati da videogiochi e cellulari che credono che guardare un film sia come giocare ad una gara di Gran Turismo alla playstation.

Il tutto, ovviamente, attraverso storie improbabili che si prendono maledettamente sul serio. Ora sappiamo che l’inverosimiglianza è spesso alla base anche dei migliori action. Sono poi così plausibili gli eventi narrati  nella saga di Rambo, in quella di Arma Letale oppure Die Hard, giusto per fare alcuni esempi?

Però puntare tutto sulla soppressione della credibilità e delle leggi della fisica (vi dice nulla l’esempio di auto sportive che volano da un grattacielo all’altro?) più che un merito artistico o un valore aggiunto da prendere a modello mi pare una cagata di proporzione gargantuesche.    

Pellicola vagante, un approccio da B-Movie

In questo senso Proiettile Vagante va, ringraziando il cielo, in tutt’altra direzione grazie ad un approccio da B movie, una messa in scena essenziale, tante ottime idee e la lucidissima scelta di prendere come riferimento non tanto il cinema ipertrofico e muscolare a stelle e strisce quanto la più sobria tradizione del poliziesco francese. 

La storia

La trama, pur ricalcando alcuni cliché del genere ed essendo piuttosto lineare, ha dalla sua alcuni buoni twist ed uno sviluppo per nulla banale: il progonista Lino (Alban Lenoir) è un piccolo delinquente, genio nel truccare i motori, che viene arrestato dopo aver sfondato con la sua Clio potenziata quattro muri di cemento armato nel tentativo di svaligiare in un negozio di gioielli.

Il detective Charas (Ramzy Bedia), resosi conto delle sue enormi capacità di meccanico, lo recluta al servizio di una task force della gendarmerie da lui stesso creata per fornire a suoi agenti auto truccate in grado di tenere testa ai bolidi di un’organizzazione criminale dedita al traffico di droga. Lino accetta la proposta del poliziotto in cambio della libertà, ma ben presto sarà incastrato per l’omicidio dello stesso Charas e dovrà fuggire per dimostrare la propria innocenza.

La storia parte a tutta birra con un’introduzione eccitante e prosegue in un crescendo continuo di corse, scazzottate e colpi di scena con un ritmo serratissimo, dialoghi ed introspezione psicologica dei personaggi ridotti all’osso e coreografie dinamicissime, tra le quali segnaliamo la più spettacolare fuga da una stazione di polizia dai tempi di Rambo First Blood.  

In questo senso va sottolineato che il protagonista è interpretato dal sorprendente Alban Lenoir, stuntman alla sua prima prova come personaggio principale, nonché co-sceneggiatore del progetto in coppia col regista Guillame Pierret (al suo esordio nel lungometraggio). Lenoir svolge alla grande il suo triplice compito di attore-stunt e scrittore ed ha la ghigna perfetta per interpretare un criminale come Lino con una recitazione perfettamente in linea con gli obbiettivi della pellicola.

L’anti Fast & Furios

Proiettile Vagante, a parte gli inseguimenti in auto, ha davvero pochi punti in comune con il cinema muscolare di Vin Diesel, Bay e compagnia bella.

Anzitutto i protagonisti non sono il solito carrozzone di star pompate di steroidi e fighe con tette esplosive e senza un briciolo di cervello. Hanno le facce giuste per essere credibili in un film di questo tipo.

La fotografia è lontana anni luce dall’estetica patinatissima ed urticante cui ci hanno abituato i “geni” americani.

Il cineasta transalpino rifugge l’utilizzo della CGI e di quei ralenty e velocizzazioni tamarrissime, che troppi danni stanno facendo tanto all’action quanto al thriller e horror contemporanei.

Infine le coreografie delle risse e dei corpo a corpo più che guardare a Fast & Furious sembrano mirare all’estetica di quel capolavoro che è The Raid o a Jason Bourne. 

Insomma, Proiettile Vagante è la dimostrazione che per fare un bella pellicola d’azione non sono necessari decine di milioni, star hollywoodiane artisticamente alla frutta i cui bicipiti e trapezi hanno ormai vita propria, una regia da montagne russe e l’utilizzo di colori tanto accesi da provocare crisi epilettiche.

Bastano un regista che sappia il fatto suo, un cast quasi sconosciuto ma cazzutissimo, una scrittura senza fronzoli e tante trovate geniali per compensare la mancanza di grandi budget che in certi casi più che un problema può essere una benedizione.