Qualcosa di naturale, la recensione di Maila Cavaliere del libro di Alex Ezra Fornari pubblicato da Wojtek.
- Titolo: Qualcosa di naturale
- Autore: Alex Ezra Fornari
- Editore: Wojtek edizioni
- PP: 309
Ho letto un libro scomodo. Uno di quelli che a volte le case editrici tentennano a pubblicare. Uno di quei libri in cui, citando Nicola Gardini e il suo Lacuna, Saggio sul non detto, ” l’imperfetto sovrabbonda di potenza”.
E in QUALCOSA DI NATURALE di Alex Ezra Fornari, pubblicato da Wojtek, c’è potenza stilistica, strutturale e tematica.
La storia di Samuele, il protagonista, è quella di un bambino prima, di un adulto poi, che ha un incontro precoce con la diversità ma invece di risolverla in un conflitto, la accoglie in una dimensione umana aperta e consapevole.
E così dalla circoncisione al punk, dalla sensualità monca della straniera Shoshana a quella duplice e ambigua dell’amico Dante, dall’ orientamento verso il poliamore al matrimonio borghese cercato e fallito, tutto il percorso del protagonista è un viaggio intrapreso attraverso il corpo, restituito a una dimensione sincera e spudorata, senza edulcorazioni né sovrastrutture.
Lo stesso grigio torpore della periferia della bassa padana, in cui è ambientata la storia, si fa corpo da consumare, provare, sfruttare, tatuare, segnare.
Il quartiere diventa quasi corpo imperfetto da nascondere e da violare. Ed è anche lo scenario in cui nuove comunità emotive agiscono e sperimentano.
In piccoli microcosmi collettivi, infatti, la classe differenziale, i gruppi punk, Samuele costruisce l’appartenenza a un’ idea di rivoluzione, fino a quando non tradisce se stesso pagando il caro prezzo di una normalizzazione così a lungo evitata.
Sconfinamento
La cifra dell’ opera di esordio di Alex Ezra Fornari è quella dello sconfinamento.
“Essere è già tanto. Esistere, intendo. Fare tutte quelle cose che col corpo facciamo e tutte quelle che pensiamo con la mente. Non ci sono limiti, se non li vedo. E quando li intercetto, posso comunque decidere di scavalcarli.”
Ho letto un libro scomodo e scorretto che annovera Fornari tra gli autori cattivi, come Houellebecq e Roth, ma con un cuore e una penna così schietta da risultare pura.
Ho letto un libro che squarcia il velo delle più grandi rimozioni del moderno mondo occidentale: sesso e morte.
E ci stana, spingendoci al muro dei nostri limiti e delle nostre “compressioni”.
D’altra parte, sosteneva qualcuno, con la brava gente non si costruiscono storie interessanti.
Leggetelo anche voi.