Quanto mi dai se ti uccido?: ovvero, come una risata ci seppellirà
Autore: Walter Spennat0
Titolo: Quanto Mi Dai Se Ti Uccido?
Editore: Besa Editrice
PP: 154
Prezzo: 15 euro
È uscito in questi giorni in anteprima in Puglia il terzo libro di Walter Spennato, con prefazione di Anna Mazzamauro e disegni di Laurina Paperina
«Mi chiamò segaiolo, prima di segarla». È questo uno dei racconti contenuti nella raccolta Quanto Mi Dai Se Ti Uccido, terza opera di Walter Spennato, già pièce teatrale, uscita in questi giorni in anteprima nazionale in Puglia per i tipi di Besa, in attesa di essere distribuita in tutta Italia il prossimo autunno.
È difficile cercare gli attributi per questo volume. È una stilettata. È un colpo al cuore e un colpo ai reni, come quando morì la baronessa di Carini. È un flash continuo che ti invoglia a leggere anche se, suvvia, è estate, che ci facciamo con i libri in mano? (Così almeno direbbe qualche studentello in vacanza).
Nella banalità della cronaca che ripete assassini e crimini efferati, e te li racconta come si parlasse della lista della spesa, Spennato rende palese la brutalità in maniera assolutamente spontanea e irriverente. Nelle sue parole il sorriso non è qualcosa che inacidisce sulle labbra, piuttosto qualcosa che passa direttamente al cervello, come una scossa elettrica, spingendo il lettore a ragionare sul senso che ha assunto la corrente pulp oggi (e la deriva pulp della realtà stessa).
Spennato si fa eleggere principe di una beffa, che ci vorrebbe sensibili, e invece così non è: siamo più cinici, tutto ci scivola da dosso, come un lenzuolo cosparso del sangue delle vittime e portato in una lavanderia a gettoni. La sua è una prosa breve, che scorre, ma non per questa è scevra di sorprese che più che catturarti ti assalgono, non ti lasciano scampo, come in quegli incubi in cui è impossibile trovare via d’uscita.
“Quanto mi dai se ti uccido” è riccamente corredato da illustrazioni a colori realizzati appositamente da Laurina Paperina, mentre la prefazione è stata affidata alla nota attrice Anna Mazzamauro, che i più conoscono per l’interpretazione della signorina Silvani nella saga di Fantozzi, personaggio nato dalla fantasia di Paolo Villaggio.
Nella lettura spesso cerchiamo consolazione, relax, ma non è questo il caso. «E se cerchi di essere rassicurato dalla lettura – scrive la Mazzamauro – sarai invece provocato». Questo libro è il buco della serratura di Norman Bates, il frigorifero di Patrick Bateman. Certo, un po’ meno gotici e molto più ironici.