Tra pochi giorni a Las Vegas scopriremo chi sarà il nuovo Mr. Olympia. Per prepararci al meglio all’evento per eccellenza del body building mondiale abbiamo fatto due chiacchiere con Gian Enrico Pica.

Insieme a Jacopo Pezzan ho avuto il piacere di incontrare Gian Erico Pica, promoter e IFBB Professional League Executive Member, in occasione del KAI GREEEN Classic Venice che si è tenuto lo scorso luglio alla Fiera di Padova (qui trovate tutti i dettagli e i risultati dell’evento).

È stata un’occasione per fare una chiacchierata sul mondo del Body Building italiano ed internazionale in vista del prossimo Mr. Olympia che si terra a Las Vegas dal 12 al 15 settembre. Proprio in occasione del KAI GREEN Classic Venice gli atleti pro hanno avuto la possibilità di staccare una card di qualificazione per Mr. Olympia.

L’INTERVISTA

Gian Enrico, tu sei il rappresentante italiano dell’IFBB. Come vedi lo sviluppo e la situazione del BB in italia?

Noi stiamo trasmettendo e trasferendo quelli che sono i nostri criteri di giudizio, correttezza e professionalità. Siamo partiti 5 anni fa e abbiamo lavorato molto sull’impostare una giuria sempre uniforme, che si ispiri a criteri trasparenti e chiari. Nei nostri eventi, ad esempio, la giuria è sempre presieduta da un giudice americano. Crediamo che sia fondamentale per rispettare il sacrificio e il lavoro degli atleti che salgono sul palco, inoltre avere un giudizio sempre equo è fondamentale per attirare le persone a vedere le gare, ma anche gli sponsor in manifestazioni ed eventi che sono un vero e proprio spettacolo.

Avete un format molto rigido e strutturato come negli Stati Uniti che ci sembra funzionare molto bene.

Abbiamo un modus operandi duplice: da un lato la gara che viene gestita dalla giuria, e poi un evento costruito attorno alla gara. In questo modo puntiamo a trasmettere i valori morali ed economici che stanno dietro a questo mondo, cercando di fare gli interessi degli atleti che alla fine sono il punto centrale di tutto il nostro mondo.

Quanto manca un “atleta simbolo” al boby building italiano, uno Schwarzenegger tricolore??

Non so se l’Italia riuscirà mai ad esprimere un “eroe”, una figura del genere. Questo però dipende anche dalla forma mentis degli italiani che da sempre sono abbastanza restii ad esaltare i loro connazionali… diciamo che “nemo profeta in patria” è un detto che in Italia vale molto più che in altri paesi.

Questa impostazione internazionale che state portando avanti potrebbe favorire uno sbocco diverso anche per gli atleti italiani?

Noi lo sbocco lo abbiamo già dato: fino a tre anni fa era impossibile per un italiano arrivare a Mr. Olympia, già da due anni mandiamo atleti a Las Vegas alla finale dell’Olympia, e lo faremo anche quest’anno. Certo, noi speriamo di arrivare ad avere anche qualche vincitore, questo è il nostro obiettivo. Poi ovviamente è molto difficile trovare campioni che riescano ad esserlo nello sport, nella vita e anche dal punto di vista mediatico, è un equilibrio davvero difficilissimo da trovare.

In questi anni sono molto cambiati i parametri fisici degli atleti, oggi forse è molto più difficile raggiungere certi livelli rispetto, ad esempio, agli anni ’70.

Sì, non c’è dubbio che sia più duro, ma da un altro punto di vista è anche più facile perché sono aumentate le categorie, alcune non necessitano di anni e anni di duro lavoro per raggiungere un buon livello da gara.

Il grande boom mediatico però è ancora rappresentato dalla categoria principale, quella in cui competono i vari Shawn Rhoden, Phil Heat o Roelly Winklaar, o sbaglio?

Senza dubbio, ma non possiamo dimenticare che la maggior parte delle persone non ha la struttura fisica di partenza per poter fare l’Olympia, per questo sono nate negli ultimi anni tante nuove categorie che offrono nuove opportunità. In questo modo il Body Building è diventato uno sport accessibile a tutti con degli ideali condivisi. Il problema è che un utilizzo distorto dei social media ha fatto nascere tanti “guru” che millantano di essere esperti di un settore complicato come il Boby Building.

Quanto è importante la palestra in cui ci si allena per un atleta che voglia raggiungere risultati importanti nel Body Building?

Questo è un discorso molto complicato e, sopratutto, molto delicato, come potete immaginare (e qui Pica si lascia andare a un sorriso, ndr). Ritengo che si possa costruire un fisico eccezionale anche in un garage, e conosco diversi atleti che ci sono riusciti. È ovvio che le attrezzature professionali possono fare la differenza, ma non dimentichiamo che le strutture sono degli strumenti e quindi come tali possono essere utili se utilizzati al meglio.

Ho notato che in questi anni sta crescendo l’interesse mediatico rispetto al Body Building, penso ad esempio alla serie di documentari Generation Iron che sono disponibili su Netflix e su altri canali di streaming online. Fino a poco tempo fa c’è soltanto il mitico Pumping Iron, oggi sembra che le cose siano cambiate e credo che tutto il movimento ne stia beneficiando.

Assolutamente sì, abbiamo un nostro atleta che è allenato dal 6 volte Mr. Olympia Dorian Yates e che proprio oggi verrà intervistato dallo staff di Generation Iron e che sta provando a vincere l’Olympia nella sua categoria

Franco Columbu*** in più di un’occasione a Los Angeles ci ha detto che secondo lui la cosa migliore è prendere un atleta che sia di costituzione magra e portarlo a crescere di peso, mentre negli USA vediamo che invece spesso si prende chi è già “grosso” e si punta a definire poi la muscolatura. Cosa ne pensi?

È senza dubbio una teoria molto interessante, dobbiamo constatare però che la maggior parte dei campioni oggi proviene dagli Stati Uniti, ma questo perché nel corso dei secoli c’è stato un mix di razze che ha portato ad atleti che hanno una struttura genetica superiore, senza tener conto della dieta che è molto diversa. Ma qui rischiamo di fare un discorso che ci porterebbe molto lontano vista l’incapacità delle persone oggi di acquistare cibo di qualità a prezzi decenti… Diciamo che la cultura anglosassone favorisce un tipo di dieta più proteica anche proprio per quanto riguarda gli orari e la tempistica dell’assunzione dei cibi.

Grazie mille per la disponibilità Gian Enrico, a presto!

*** Quanto abbiamo realizzato l’intervista non avremmo mai immaginato che Franco Columbu, uomo straordinario e atleta eccezionale, potesse mancare in circostanze così drammatiche.