Ieri Apple ha introdotto un nuovo prodotto, Vision Pro, che probabilmente non hai capito.
Sì, mi rivendico il diritto di dire che nella maggior parte dei casi non si capisce cosa sia, anzi lo si confonde con qualcosa che non è. Non parlerò di caratteristiche tecniche ma sarà qualcosa che ci cambierà la vita.
Detto questo, un po’ di contesto
Ieri Apple durante la WWDC 2023 (WorldWide Developers Conference), come di consueto, ha mostrato la sua “last more thing…”, il Vision Pro per l’appunto. Questo momento è dedicato a nuove features o prodotti su cui Apple crede particolarmente, quelli bravi del marketing le definiscono “disruptive“, infatti in precedenza i protagonisti furono iPod, iPhone, iPad e AirPods, giusto per fare nomi che tutti conoscono.
Le aspettative erano alte e il brand di Cupertino ha dimostrato ancora una volta come si costruisce “l’anello per domarli tutti”. Quando dico “tutti”, intendo dire che il Vision Pro è un dispositivo trasversale, per tutti e per ogni esigenza, sia per il gioco che per lavoro.
Sì, ma di cosa si tratta esattamente?
Molti lo chiamano visore, ma la definizione corretta viene dalla stessa Apple ed è spatial computing cioè riprendendo la definizione di Simon Greenwold “human interaction with a machine in which the machine retains and manipulates referents to real objects and spaces”.
Non so semplificare letteralmente questa definizione, ma tutto parte da due concetti base, Realtà Virtuale(VR) e Realtà Aumentata (AR), qui combini il tutto con l’aggiunta di interazione fisica come gesti e voce, inserisci un Processore della serie Apple Silicon M2 e voilà il nostro Vision Pro!
Ma è il solito visore VR che ci propongono da anni senza successo!
Ecco perché devo scrivere che sei una capra (cit.). Forse l’unico oggetto che si avvicina per alcuni concetti di base è l’HoloLens di Microsoft, il mix tra VR e AR, ma qui siamo ben oltre per semplicità d’uso, interazione e potenzialità. Se pensi che i prodotti Oculus by Meta possano dire qualcosa al riguardo,allora devi fare qualche ricerca in più, siamo nel bel mezzo della realtà virtuale lì, e per quanto belli siano Rift e Quest, sono ancora poco più di giocattoli che abbandoni rapidamente.
Una nuova era del personal computing?
Potremmo essere di fronte a una rivoluzione così grande che, come iPhone e iPod, dove Apple ha preso qualcosa di esistente per portarlo oltre, nel primo caso a un prodotto fashionista nel secondo caso a una pietra tombale della musica stampata (audiocassette e CD). Quando Steve Jobs presentò l’iPhone in molti non lo capirono, la stessa Microsoft, all’epoca leader nel settore degli smartphone (Nokia fu l’analogo per i feature phone), rimase a guardare senza muovere un dito, tutti guardarono questo dispositivo come qualcosa di leggermente superiore e in definitiva troppo costoso per la piccola differenza di proporsi con un’interfaccia (UX/UI) carina ed uno schermo multi-touch, sappiamo tutti com’è andata, iPhone ha cambiato tutto e gli altri produttori stanno ancora rincorrendo zoppicando. Se oggi portiamo casi di studio nel campo della User Experience (UX), l’iPhone è essenziale, l’archetipo di come tutto ci circonda oggi tecnologicamente parlando.
Tutto bene, ma cosa ci fai con questo Vision Pro?
Puoi fare tutto ciò che fa un iMac, iPad e iPhone! Puoi anche dire addio, se vuoi, a monitor, televisione, proiettore, console e persino tastiera e controlli fisici se esageri. Sì, perché è un unico strumento che unisce virtualmente tutto il tuo mondo tecnologico, eliminando di fatto la dipendenza da tutte quelle periferiche a cui oggi siamo abituati.
Immagina di poter lavorare seduto alla tua scrivania, che vedi davvero, avendo contestualmente uno schermo gigante o più schermi dove girano le tue App interagendo con esse solo con uno sguardo e un tocco delle dita, è molto Minority Report ,ma con meno movimenti di braccia!
Un desktop vuoto nella realtà che sarà pieno di oggetti virtuali 3d con cui interagire, letteralmente le icone sono di fronte a te e hanno una loro fisicità, creando ombre nella realtà, davvero strabilianti.
A casa da solo perché è inverno e fuori ci sono -10 gradi?
Questo non è un problema perché potrai vedere il tuo film preferito meglio che al cinema (sarà il colpo definitivo? Le sale sopravviveranno? Forse no!) in 4K e audio spaziale il tutto contestualizzato, se vogliamo, in un ambiente virtuale a tema. Sei un fan di Star Wars? Guarda The Mandalorian a bordo di un X-wing con Din Grogu (The Child) al tuo fianco!
“Purtroppo” le video chat per lavoro e svago saranno sempre con te, lo strumento perfetto per gli introversi o per lavorare in mobilità perché sei tu a decidere come e quando la realtà finisce, semplicemente ruotando la “Digital Crown” incorporata in Vision Pro.
Un nuovo oggetto che alienerà ancor di più la nostra effimera civiltà!
Probabile, o forse solo un nuovo punto di partenza, lo fu la radio, il cinema, la televisione, il web, gli smartphones e forse lo saranno gli spatial computers come Apple Vision Pro. La tecnologia non è bene o male, tutto dipende da come la si usa, ci vuole studio e una certa curva di apprendimento ma alla fine devi essere tu a controllarla. Uno sbatti infinito che ci porta a quella sgradevole sensazione di rincorsa infinita, di inadeguatezza perenne, che però deve essere motore per andare oltre.
Un “pippone retorico” per dire che questo Vision Pro forse è una nuova chiave di volta o semplicemente qualcosa che dimenticheremo presto, ma se dovesi scommettere i miei 50 cents propendo per la prima.
Concludo con una nota a margine ma che, come il multitouch per iPhone, potrebbe fare la differenza.
Questo strumento nasce cercando di risolvere uno dei problemi più sentiti dagli utilizzatori di visori VR/AR cioè lo straniamento dalle persone che ti circondano. Apple lavora a questo progetto da, pare, 10 anni e non a caso per assenza di idee, ma per assenza di tecnologia. Ma qual era il punto dirimente? Semplice, se indossi un visore VR/AR le persone al tuo fianco non possono interagire con te, non perché tu sia isolato, tu vedi e senti tutto, ma perché non possono vedere la tua espressività e mimica facciale. Un plauso pertanto va alla soluzione, semplice, diretta e idealmente perfetta, anche se l’esecuzione non lo è a mio parere, nell’inserire un LCD frontale che replica i nostri occhi. Occhi che ammiccano muovendo iridi e palpebre, insomma qualcosa che non si era mai visto prima, forse il vero game changer, il nuovo multitouch.