Reacher, la recensione di Danilo Villani della nuova serie Amazon Prime Video tratta dai romanzi di Lee Child.
Anno 2012. Il personaggio nato dall’idea di Lee Child viene trasposto sul grande schermo. A fronte di 16 romanzi pubblicati la scelta cade su One Shot (in italiano La Prova Decisiva) per poi essere replicata nel 2016 con Never Go Back (in italiano Punto Di Non Ritorno).
Un problema di casting
Entrambe le produzioni ricevono un buon riscontro di critica e di pubblico ma l’ala più oltranzista dei reacheriani massacra, letteralmente, il povero Mapother IV addebitandogli l’incongruenza sul phisique du rôle dell’ex maggiore della Military Police e consigliandogli, al contempo, di dedicare le sue forze e i suoi impegni all’agente Ethan Hunt.
L’altezza del protagonista della saga letteraria è di 6 ft. 5 in.(196 cm.) mentre il suo peso è di 250 lbs. (114 kgs.). Una corporatura possente composta da fasce muscolari dotate di potenza esplosiva che Reacher sfrutta al massimo viste le sue doti di combattimento corpo a corpo. Ed è appunto per queste caratteristiche fisiche che la scelta dell’attore principale è stata molto articolata.
Oltre a mestieranti, sono stati sottoposti a provini anche militari, o ex, di professione appartenenti ai Navy Seals o omologhi. Finalmente il casting ha avuto esito positivo con Alan Ritchson, attore di professione dotato di un discreto background artistico sia cinematografico che televisivo con a corredo una prorompente fisicità e sguardo magnetico, specifiche che portano inevitabilmente a pensare che lui È Jack Reacher.
Reacher, la prima stagione
Un bus Greyhound si ferma in mezzo a campi coltivati. Solo un passeggero scende. Fatti pochi passi, un cartello indica che Reacher si trova a Margrave, piccola cittadina nel bel mezzo della Georgia. Fedele alla sua linea, l’ex militare si reca nel classico diner per consumare un pasto quando un nugolo di poliziotti armati di fucili a pompa, preceduto dal suono delle sirene, lo traduce in carcere con l’accusa di omicidio.
Tratta esclusivamente dalla prima opera di Child, Killing Floor (in italiano Zona Pericolosa) la serie si sviluppa in 8 episodi. Ci riesce difficile pensare ad una serie basata su un solo romanzo, al punto tale che, facendo voli pindarici, in caso di ulteriori stagioni gli episodi previsti dovrebbero essere 200 visto che, fino a oggi, sono stati pubblicati 25 romanzi. Stiamo naturalmente divagando ma non ci dispiacerebbe vedere il nostro in ulteriori avventure.
La sceneggiatura è fedelissima al libro, e questo soddisferà certamente i lettori, anzi sono state aggiunte situazioni e personaggi non presenti sul romanzo stesso. Il cast si avvale di performers più che all’altezza, su tutti Bruce Mc Gill. L’unico appunto, se possiamo chiamarlo in tal modo, è per la protagonista femminile Roscoe Tanner. Nel romanzo è descritta come una pin-up vestita da poliziotto, un’autentica esplosione di femmina, mentre nello sceneggiato è interpretata da Willa Fitzgerald, bella e sensuale, ma lontana dalla Roscoe letteraria.
Una serie avvincente
Una serie che avvince, che tiene inchiodati alla poltrona, con scene d’azione e di violenza che ricalcano lo stesso mood del romanzo. Un must-see per appassionati e non.
Et unum pluribus. Cosa significa? È la base sulla quale poggia la fiction. E anche qualcosa di particolare che ha a che fare con la valuta statunitense. Oltre non è possibile andare, ci spiace.
Due righe su Thomas Cruise Mapother IV
Pensiamo di ringraziare sia lui che la Skydance Media se l’ex maggiore della MP, e il suo autore hanno raggiunto fama globale. Questo a prescindere dall’altezza e dal peso.