Red Country di Joe Abercrombie. Quando il fantasy e il western si incontrano… la terra si fa rosso sangue!
Titolo: Red Country
Autore: Joe Abercrombie
Editore: Gargoyle
Pagine: 639
Prezzo: 24,90 €
Quando il western dei paesaggi sconfinati e della corsa all’oro incrocia il fantasy dei duelli mortali, quello che viene fuori è una storia come quella di Red Country.
Shy, donna solitaria e dal passato violento, un po’ cowboy e un po’ eroina vendicativa (Abercrombie ci ha abituato bene in tal senso: vedi Monza Murcatto, protagonista del suo primo stand-alone), parte assieme al vecchio Agnello alla ricerca del fratello e della sorella minori, rapiti durante una sua assenza da dei terribili trafficanti di bambini.
Il Mondo Circolare, che ci ha già offerto le peggiori nefandezze, non ci risparmia neanche questo orrore.
La loro ricerca li porta ad unirsi a quella che, se fossimo in un film di Sergio Leone (e la dedica iniziale a Clint Eastwood giustifica l’accostamento), chiameremmo carovana: una grande e variegata comitiva diretta ad Ovest, nelle Terre Remote, per tentare la fortuna lungo la frontiera e cominciare una nuova vita.
La stessa cosa che sogna Tempio, disertore della Brigata della Fausta Mano, fuggiasco per tutta la sua esistenza, pavido ma conscio della sua meschinità e non privo di una certa dose di buone intenzioni, che si aggrega al gruppo di Shy e mescola costantemente tentativi di riscattarsi all’istinto di fare la cosa più semplice, a costo di deludere tutti, compreso se stesso.
“Tu non sei il prode cavaliere, io non sono la fanciulla svenevole e questo non è un libro di favole”.
In quelle lande ostili abitate dagli Spettri (gli indiani del nostro western), si aggira anche Brivido, l’Uomo del Nord che abbiamo già incontrato nei libri precedenti, ormai definitivamente guastato dalla vita che gli è toccata.
“Sognavo d’essere un uomo migliore, tanto tempo fa”
“E poi che è successo?”
“Mi sono svegliato”.
Il mercenario Cosca, habitué delle avventure dell’autore inglese, è come al solito impegnato ad ubriacarsi e ad evitare il più possibile le battaglie, senza che questo gli impedisca di farsi comunque pagare dai suoi committenti.
Tra una pomposa vanagloria e l’altra, guida il suo esercito nelle Terre Attigue per estirpare l’ennesimo pericolo che minaccia i confini dell’Unione: una schiera di ribelli contrari al governo di Sua Maestà. Il che, in concreto, significa devastazione, saccheggio e terrore per quei cittadini inermi che cadono nelle grinfie dell’Inquisizione, i cui metodi ricordano più la tortura che gli interrogatori.
“Ma se esiste un Dio, come mai in tutti questi anni non ha alzato un dito per fermarmi?”
“Forse perché noi siamo la Sua mano. Le Sue vie sono misteriose”
“Una puttana con un velo è misteriosa. Le vie di Dio sembrano più… insensate”.
Giunto nella città di Cresa, Cosca si unisce a Shy e ai suoi accoliti: insieme affronteranno l’ultima parte del viaggio, nei territori abitati solo dal temibile Popolo dei Draghi. Sì, c’è anche un drago, ma se vi aspettate le bestie di Daenerys Targaryen rimarrete sorpresi.
Che descrivano eventi bellici (The heroes), che seguano gli intrighi politici nella capitale (la Trilogia della Prima Legge) o che raccontino Il sapore della vendetta privata delle protagoniste, i libri di Abercrombie hanno come costanti la violenza, il cinismo dei personaggi e la spietatezza degli uomini.
Lo scrittore ha inventato un mondo intero e ci sguazza completamente a suo agio: nelle sue mani l’ambientazione fantasy può essere asservita a trame canoniche per il genere ma anche ad intrecci che si discostano da esse.
È un mondo, tra l’altro, in evoluzione storica, che sembra accingersi a dire addio non solo alla magia ma all’epica, travolta dalla modernità: ai tempi di Red Country, infatti, sta per prendere piede l’uso del vapore e sarebbe davvero interessante vedere come il fantasy possa svilupparsi in un epoca post-medievale alle prese con l’industrializzazione. Chissà che Abercrombie non ci accontenti.
Un universo vivo, dunque, coerente, da cui emergono storie differenti ma sempre accattivanti, con protagonisti e ambientazioni memorabili.
Cresa, ad esempio, “una versione scadente dell’inferno, solo con più puttane”, si fa ricordare per l’inverosimile sudiciume, che non raggiunge comunque quello dei suoi abitanti. Diviso in due fazioni, quest’assembramento di catapecchie è governato dal Sindaco, una donna forse troppo elegante per il posto che amministra, e dal gangster Papà Anello.
Se avete già letto Abercrombie non vi sorprenderà sapere che dietro questo conflitto se ne nasconde uno di portata più grande: ancora una volta sarà Unione contro Impero.
Red Country si può leggere senza aver affrontato i capitoli precedenti, anche se lo scrittore inglese strizza l’occhio a chi già lo conosce alludendo varie volte a situazioni o personaggi degli altri libri.
I colpi di scena finali sono forse un po’ più deboli di quelli presenti nei volumi passati (anche se per questa nuova avventura l’autore ha preparato una sorpresa che farà impazzire i suoi fan), ma Abercrombie si riconferma abilissimo tessitore di trame.
I pericoli, i tradimenti e la morte sono ovunque.
Agnello rivelerà un’indole antitetica al suo nome: fantasy o western, il sangue scorre a fiumi e le teste rotolano nella polvere.
Viene riproposto quello che ormai può essere considerato un vero e proprio tòpos riconoscibile dello scrittore inglese: il passato torna a tormentare tutti e nessuno potrà fuggire in eterno o continuare a fingere.
“Un uomo deve essere chi è veramente”: è questa la morale del Mondo Circolare. Ed è anche la garanzia che, modernità o meno, magia o no, ci sarà sempre qualcosa di epico da raccontare.