Religion è semplicemente uno dei migliori romanzi d’amore e guerra mai scritti. Willocks è un genio!
Titolo: Religion
Autore: Tim Willocks
Editore: Cairo
PP: 823
Prezzo: 22
Avventura, intrighi, amore, morte (in quantità considerevole) fanatismo, sesso, poesia. In questo romanzo non manca nulla.
La Noia, ecco, giusto quella manca! Ottocento e rotte pagine di un magnetismo così forte non si trovano tutti i giorni, e certamente non se ne trovano di una bellezza così feroce.
L’ambientazione che Mr. Willocks ha scelto per questo libro è l’assedio di Malta del 1565, quando le truppe di Solimano il Magnifico affrontarono i Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme per il dominio dell’isola, e quindi del sud Europa. I personaggi cui Mr. Willocks dà vita sono a dir poco strepitosi.
Il capitano Tannhäuser, tanto per cominciare, un possente guerriero dal passato tanto fascinoso quanto tormentato, per cui il mondo non ha più segreti di quanti ne abbia l’arte della guerra e del combattimento.
Il compare fidato, Bors, anch’esso guerriero mastodontico. Pronto a qualsiasi nefandezza per le persone a cui tiene, non sa resistere al richiamo della battaglia, e non ha nessuna intenzione di farlo. Poi ci sono due donne, due bellissime donne che incrociano il destino del Capitano, Amparo, una deliziosa creatura che sa predire gli eventi, scevra da qualsiasi ombra di malvagità.
La contessa Carla, bellissima nobildonna alla ricerca del figlio illegittimo avuto giovanissima dal malvagio inquisitore Ludovico. E quest’ultimo, che si ripresenta sulla scena con il suo depravato aiutante Anacleto (la cui faccia ad un certo punto si ridurrà ad una sacca di pus).
Ecco, prendete tutti questi personaggi, li piazzate nel contesto storico di cui sopra. Una città assediata da quarantamila soldati (più seimila giannizzeri) e difesa da qualche migliaio di Cavalieri dell’ Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme, guidati dall’ormai settantunenne Jean de la Valette, lo unite al genio narrativo del Grande Tim e vengono fuori alcune tra le migliori pagine mai scritte della letteratura inglese contemporanea.
Lontano, molto lontano dalle mie intenzioni è quella di aprire una disquisizione sul romanzo neostorico che si incontra al postmodernismo e il rifugio nel passato e non ci sono più le mezze stagioni e piovegovernoladro eccetera, però una cosa la voglio dire.
Una, ed è questa: se ci fossero dubbi sul fatto che Tim Willocks è un genio della narrativa questi vengono fugati nel momento in cui si impatta con quest’opera. Perché? Perché fa rivivere, con un nitore degno della migliore folgore, un mondo ormai scomparso che troppo spesso è stato ricoperto e patinato da una retorica idealizzatrice dimentica dell’unica cifra che ha sempre caratterizzato la storia dell’uomo: il coefficiente umano.
Qui si ritorna all’epica vera, cruda e diretta, perché in tutto questo salta fuori l’azione dell’eroe, che dismette però le vesti angeliche per riprendersi quelle umane del “bisogna fare quel che dev’essere fatto”.
Qui c’è la tattica, la carne, il sangue, la merda e i corpi in decomposizione che riempiono i fossati fuori le mura della città assediata, i falò degli arti amputati ai feriti che tolgono il fiato, le spire intestinali che escono dagli squarci dei morenti, le privazioni della popolazione, il sudiciume… i cannoneggiamenti che scuotono la terra…se fossi uno che ragiona strettamente per generi scriverei che ci sono molti elementi horror in questo romanzo.
Però scusate, non è che una guerra ne vada esente. Ancora meno una guerra tra fanatici e per non parlare di una guerra tra fanatici combattuta con armi bianche e da fuoco, in un’epoca in cui il concetto di assistenza medica ai combattenti era ancora in gestazione.
In questa narrazione non c’è lo schieramento buono e quello cattivo, e l’intreccio narrativo ordito permette una visione grandangolare dell’atrocità della guerra, e delle convinzioni soggettive di ciascuno di essere nel giusto.
Poi ci sono le caratterizzazioni psicologico-emotive dei personaggi che sono qualcosa di sublime, che rendono anche i personaggi più complessi fulmineamente comprensibili al lettore… ma quelle ve le vedrete da voi quando leggete il libro (perché siamo d’accordo ormai, che lo leggerete, giusto?) e mi saprete dire se, anche secondo voi, l’aver esercitato per quindici anni la professione dello psichiatra ha favorito Tim Willocks nella creazione di questi personaggi.
Insomma Religion è un’ opera straordinaria, dove la poesia e il respiro vasto dei grandi classici incontrano una potenza e un realismo inedito; dove l’equilibrio tra armonia e contrasti è vivissimo. Imperdibile!
Perciò fiondatevi subito a comprare Religion di Tim Willocks, Cairo Publishing (o compratelo direttamente su internet, se non avete voglia di uscire).
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