Ritratti di morte, la recensione di Giacomo Brunoro del nuovo romanzo di Pierluigi Porazzi pubblicato da La Corte Editore.

Ritratti di morte, la recensione di Giacomo Brunoro del nuovo romanzo di Pierluigi Porazzi pubblicato da La Corte Editore.

  • Titolo: Ritratti di morte
  • Autore: Pierluigi Porazzi
  • Editore: La Corte editore
  • PP: 319

Ritratti di morte è il nuovo thriller di Pierluigi Porazzi, autore friulano che non ha certo bisogno di presentazioni, soprattutto per i lettori di Sugarpulp.

È sempre un piacere peraltro leggere i librazzi di Pierluigi che, lasciatamelo dire, è un vero maestro nel costruire storie e trame che funzionano alla perfezione.

Anche Ritratti di Morte, come del resto gli ultimi lavori di Porazzi, è pubblicato da La Corte Editore, casa editrice che in questi ultimi anni sta facendo davvero un ottimo lavoro.

Provincia noir

Ritratti di morte è un noir che, come da tradizione, esplora gli angoli bui e maleodoranti della provincia italiana. Angoli in cui si annidano corruzione, soldi sporti, segreti taciuti e personaggi a dir poco equivoci.

Pane per i denti di Alex Nero, già protagonista dello sfolgorante esordio di Porazzi, che dovrà turarsi il naso per immergersi in una Udine molto diversa da quella delle cartoline. A richiamarlo in azione è l’ispettrice Alba Leone che non sa più dove sbattere la testa di fronte a un omicidio decisamente molto particolare.

L’Artista, il serial killer che a poco a poco emerge dalla pagine di questo romanzo sorprendente, costringerà i due protagonisti a immergersi nel mondo dell’arte. Dimenticatevi le riviste patinate, le gallerie esclusive, le mostre eleganti, i critici pungenti…

Porazzi ci immerge in un mondo putrido fatto di corruzione, moralità discutibile, occhi che non vedono, “mani che fan cose che non si raccontano altrimenti le altre mani chissà cosa pensano”.

Fiato sospeso

Come dicevo in apertura Pierluigi è un maestro nel tessere trame capaci di sorprendere il lettore. Anche Ritratti di morte non fa eccezione e tiene incollato il lettore pagina dopo pagina.

Colpi di scena a ripetizione, idee, ritmo incalzante nella più classica tradizione del thriller di matrice anglosassone, in questo caso arricchito dallo sguardo indagatore dell’autore che non si accontenta di raccontare crime fiction, cerca anche di andare oltre, di raccontare la nostra contemporaneità

Un romanzo che non può mancare sotto l’ombrellone di tutti gli appassionati e che ci fa capire perché bisogna guardare le cose dalla giusta prospettiva: è l’unico modo che abbiamo per scoprire sempre la verità.