Sahara è stato l’undicesimo bestseller consecutivo di Clive Cussler, un must have che ha segnato irrimediabilmente la mia giovinezza.
Titolo: Sahara
Autore: Clive Cussler
Editore: TEA
PP: 480
Prezzo: 9,80
Che da Sahara abbiano tratto un orribile film nel 2005 non tutti lo sanno, non fu propriamente un successo planetario, che il romanzo sia “leggero” è certo, che sia da leggere pure.
Cussler non ha bisogno di particolari presentazioni perché è da considerarsi uno degli scrittori più attivi nel genere avventuroso degli ultimi trent’anni, universalmente riconosciuto come il maestro del filone avventura in rosa, dove il particolare colore fashion è da intendersi nel senso di genere.
Sahara come tutti i suoi romanzi è Cussler al 100%, forse uno dei lavori più rappresentativi e corroborante di fantasie in luoghi lontani e avventurosi. Un’opera che rappresenta una piccola pietra miliare nella narrazione contemporanea americana.
Il romanzo si beve velocemente e preserva dalla fastidiosa disidratazione da lettura sotto l’ombrellone, tant’è che proprio in questa occasione l’ho riletto dopo ben diciotto anni. Come d’incanto ho realizzato cosa mi spinse ad appassionarmi a tutto il mondo della letteratura di genere, una sana voglia di estraniarmi dal quotidiano, immergermi in profondità nelle peripezie piene di action che anche Sahara regala al suo lettore.
Anche se potrebbe apparire un po’ scontato, per chi lo leggesse dopo i vari Brown e Rollins, non dimentichiamo che questo romanzo è un precursore che illumina ancor oggi una generazione di scrittori main stream americani. La scrittura ne è il taglio distintivo, una sceneggiatura in perfetto stile hollywoodiano già pronta, caratterizzata da una forma semplice e descrittiva, dialoghi concisi e terza persona onnisciente.
La storia è condotta dall’alter-ego di Clive, quel Dirk Pitt che con imperturbabile ostinazione continua a salvare il mondo dalla sua prima apparizione in Vortice e che si dovrà misurare con la minaccia della più grande marea rossa della storia. La soluzione sarà nel luogo in cui meno l’aspetti, agli antipodi appunto, l’immenso deserto del Sahara dove il nostro Dirk aiutato dal valoroso Al Giordino percorrerà la storia americana a ritroso fino al 1865. Protagonista assoluto il deserto, con la sua immensità, la ferrea crudeltà, la magia del paesaggio e l’ineluttabilità di una dimensione aliena.
Pur nella sua leggerezza la trama ci ricorda quanto sia fragile il nostro mondo, un domino infinito di tessere concatenate. Proprio così il buon Clive ci guida per mano, ci innamoreremo della meticolosità con la quale si è documentato, restituendo una reale storicità agli accadimenti, comunque mai superflui e sempre tesi e funzionali al tutto. Il tema scottante dell’equilibrio ecologico del pianeta ammanta tutto di un sottile strato di riflessione, come una glassa leggermente amara che stimola i centri nervosi e tiene guardinghi sul contenuto.
Tra acqua e sabbia, unionisti e confederati, belle ragazze e cattivissimi cattivi i nostri eroi vincono sempre, di questo ne siamo certi, con l’happy ending servito su di un piatto d’argento. Non dimentichiamo che Cussler mette tutto se stesso in questo Sahara, per prima la sua Voisin C-28 (di cui ne possiede un rarissimo esemplare) poi un cammeo personale tutto da leggere.