Sangue Bianco di Marta Viola. Un libro fotografico che racconta una stagione all’inferno e la rinascita. Un grande messaggio di forza, bellezza e speranza.

Sangue Bianco è il titolo del libro fotografico di Marta Viola, un libro che racconta una stagione all’inferno passata a lottare contro la leucemia. Un messaggio di forza, di speranza e di bellezza.

Ho conosciuto Marta qualche anno fa, durante un corso che tenevo a Forema. Non posso certo dire di essere un suo grande amico, né di conoscerla bene, visto che dopo quell’esperienza ci siamo incrociati poche altre volte.

Abbiamo mantenuto però un legame attraverso i social network e, proprio attraverso Facebook, nell’ultimo anno ho seguito il suo personale calvario.  Marta infatti nell’estate del 2016 si è ammalata di colpo di Leucemia. Vedevo che stava male e che la situazione era davvero critica attraverso gli aggiornamenti che postava online.

Sono rimasto in silenzio, limitandomi a qualche like di incoraggiamento, perché anche se sei uno che con la scrittura e con le parole ci lavora in certe occasioni sai bene che non c’è proprio nulla dire. Cercavo di intuire le cose guardando il newsfeed ma, vista la gravità della situazione, preferivo starmene in disparte.

In momenti del genere, infatti, qualsiasi cosa sembra sbagliata, inadeguata, fuori posto. E allora ti limiti a osservare, a lasciare un like con il cuore strozzato in gola. Sei perfettamente consapevole che quel tuo gesto in realtà non serve a nulla, ma sotto sotto speri che riesca a trasmettere un po’ di speranza a chi sta attraversando un momento così drammatico.

E così, in una situazione a dir poco surreale, la malattia e il percorso di Marta sono diventati parte della mia quotidianità: aprivo Facebook ed ero felice di vedere che nel mio newsfeed c’era un suo aggiornamento, perché comunque voleva dire che Marta stava ancora lottando.

Attraverso le sue foto non vedevo soltanto un mondo fatto di sofferenza: quelle immagini mi trasmettevano una forza eccezionale, percepivo un gran messaggio di speranza. Non vedevo pietismo né autocommiserazione, nonostante una situazione tanto drammatica. Vedevo una ragazza che amava la vita, che voleva vivere e che non aveva nessuna intenzione di mollare.

Una ragazza che, forse, trovava un po’ di forza anche nelle tante persone, amici o conoscenti, che condividevano con lei una minuscola parte di quella sofferenza. Attraverso le sue foto ho conosciuto il fratello di Marta, la sua famiglia, i suoi amici, il suo amore per l’Abruzzo, la sua voglia di non mollare e di sconfiggere la malattia.

Quel mondo di sofferenza con il passare delle settimane e dei mesi si è trasformato in uno spettacolo di vita: Marta iniziava a stare meglio, i capelli ricrescevano, sul suo visto tornava il sorriso. Finalmente usciva da quella stanza d’ospedale e allora anche noi che stavamo dall’altra parte abbiamo iniziato a capire che sì, le cose stavano andando bene.

Nonostante tutto ho preferito restare in silenzio, perché in questi casi non si sa mai.. insomma solito discorso fatto poco fa, preferisci evitare le banalità del “come stai”, “posso immaginare la situazione” e blablablablabla perché certi momenti non li puoi immaginare mai, li puoi soltanto vivere sulla tua pelle e, a volte, raccontarli.

Per fortuna ci sono quei maledetti/benedetti like con cui puoi far sapere a una persona che ci sei senza dire niente. Magari è una gran banalità quella che sto scrivendo, ma spesso non dire niente e far sapere che ci sei è già abbastanza.

E tra me e me pensavo: certo che con quello che ha vissuto Marta potrebbe scrivere un libro… Quando ho visto che aveva deciso di pubblicare Sangue bianco, un libro fotografico, ho pensato che era la cosa giusta da fare. Perché ognuno di noi si sente a suo agio in modi diversi: chi con la musica, chi con le parole, chi con il silenzio, chi con la fotografia.

Le foto di Marta sono qualcosa di eccezionale, hanno una potenza visiva incredibile, raccontano una storia che ti fa venire la pelle d’oca, ti fanno scoprire emozioni. Frank Zappa anni fa disse che parlare di musica è un po’ come ballare di architettura. Sono profondamente convinto che ci sia poco da dire sulle foto di Marta: basta guardarle e si capisce tutto.

Sangue bianco, il libro fotografico di Marta Viola, lo potete ordinare in crowdfunding su UluleIo se fossi in voi lo prenderei, ne vale davvero la pena.