Secuestrados è un film che ti porta in un girone infernale più che mai possibile ed attuale.
Gruppo di banditi irrompe nella lussuosa casa di una famiglia per derubarla. Padre, madre e figlia verranno sottoposti a dure violenze.
Pellicola ispano-francese che inserirei nella top parade dei “rape & revenge” anche se, alla fine dei conti, di “revenge” non ce n’è poi tanta rispetto al “rape”… Ed in effetti la violenza è predominante, ma in maniera del tutto verosimile e realistica.
Siamo lontani dalle sevizie di “L’ultima casa a sinistra” (Last House on the left, Wes Craven, 1972) in cui l’efferatezza si presenta (volontariamente?) come conseguenza/reazione/catarsi della guerra del Vietnam. Allo stesso modo, non è presente la tematica/pretesto della lotta di classe “ricchi e borghesi vs poveri e proletari’ di “La casa sperduta nel parco” (id, Ruggero Deodato, 1980), né il raffinato “gioco” di morte, dovuto evidentemente ad aristiocratica noia, di “Funny Games” (id, Michael Haneke, 1997), e nemmeno la bifolca brutalità redneck di “Non violentate Jennifer” (I spit on your grave, Meir Zarchi, 1978).
In Secuestrados non ci sono sottotesti, non ci sono realtà sociali aliene o alienate: questa è roba che succede anche da noi. La “classica” rapina in villa ai danni di facoltosi imprenditori locali.
La tensione è alta: parte alta (non c’è preparazione dello spettatore) e alta resta fino alla fine. Le violenze (soprattutto psicologiche) sono quasi insostenibili e disturbano anzichenò. Alcuni virtuosismi di macchina, mai invadenti (piani sequenza in split screen su tutti), rendono la visione coinvolgente. Attori in parte, e regia solida.
Chi ha amato i film di cui sopra, non può non amare Secuestrados. Da evitare come il colera, invece, il (non apertamente dichiarato) remake americano “Trespass” (id, Joel Schumacher, 2011, con Nicole “Botulino” Kidman e Nicolas “Gigione” Cage.