Sei cose dell’Australia che mi spaventano (e i ragni non c’entrano). Un nuovo articolo di Giulia Mastrantoni direttamente dalla Terra dei Canguri.

Se avete letto la mia lettera d’amore a Melbourne, scritta nel 2017 dopo aver trascorso qualche mese in Australia, vi sarete fatti un’idea colorata e simpatica di Melbourne: suona come una città proprio bellina, no?

Se poi avete seguito le mie avventure australiane fino al 2018, avrete scoperto che qui ci sono problemi architettonici non da poco e che chi trova un appartamento trova un tesoro. Il quadro si fa meno roseo, vero?

Beh, oggi siamo qui riuniti per parlare delle sei cose che mi spaventano, mi preoccupano e mi fanno arrabbiare dell’Australia.

Lo spreco

Se solo vedeste le tazze di carta che vengono usate ogni giorno. Se solo aveste un’idea di quante se ne sprecano. E se solo sapeste quanta energia elettrica viene sprecata per aria condizionata assolutamente non necessaria. Il punto è questo: se lavi i piatti e risciacqui il sapone anziché lasciarcelo sopra, come raccontavo in un articolo precedente, allora stai sprecando acqua, ma se stai usando l’aria condizionata quando fuori ci sono 22°, allora stai lottando per la sopravvivenza e stai combattendo il caldo con l’unica arma possibile. Non scherzo.

Non avete idea di quanti australiani ho conosciuto che non sono in grado di dormire la notte perché ci sono più di venti gradi. Se provi a dire loro che in Italia viviamo per quattro mesi e più al di sopra dei 25°, la risposta è: “Ma in Italia non nevica?”. Il ragionamento è che se in Italia nevica, mentre a Melbourne non nevica mai, allora l’Italia è sicuramente più fresca di Melbourne. Peccato che Melbourne sia a due passi dal Polo Sud e goda di un bel venticello glaciale che Bora, scansati. Su questo, vorrei aggiungere che…

Nessuno sembra mai avere freddo

Sono l’unica persona che conosco a avere un cappotto imbottito e a indossare anche tre magliette una sopra all’altra. A onore del vero, va detto che ognuno ha diritto a avere caldo e freddo quando vuole, ci mancherebbe! Però ecco, magari cerchiamo di non usare corrente elettrica quando non serve…

L’alcool

In Inghilterra si beve, in Germania pure e in Russia anche. Si beve un po’ ovunque, diciamolo. Se come me avete vissuto in Friuli, saprete bene che si beve anche in Friuli, ma i romagnoli non sono meno amanti dell’alcol, così come non lo sono i veneti. Insomma, il consumo di alcol non mi spaventa in sé e per sé, ma quello che si fa in Australia mi preoccupa: tre birre in compagnia è niente. Si arriva a dieci, undici…

Quello che bisogna capire è che chi è sbronzo, in Australia, solitamente non dà fastidio, ma vogliamo parlare della diseducazione al bere che si palesa? Ecco, è questo che mi spaventa: il non capire che dalle tre birre in su non è “una bevuta tra amici”, ma un annegare in troppo luppolo. Per giustizia aggiungo anche che bere costa e tanto: un drink costa quanto un hamburger in più di qualche locale. Quindi diciamo che l’alcol fa girare l’economia.

L’indifferenza

Questa mi spaventa un po’ ovunque, a dire il vero: c’è la tendenza a trattare in modo distaccato un po’ tutto, dalla cliente che arriva lamentandosi perché lo smalto sulle unghie si è scheggiato dopo due giorni, fino all’affittuario che chiama disperato l’agente immobiliare perché la cucina è esplosa. Gli australiani sono gentili, però non prendono realmente a cuore i tuoi problemi, perché diciamocelo, sono tuoi. Va anche detto che non ho mai visto una popolazione fare così tanto volontariato come lo si fa qui.

Il proliferare di Nail Bar

Un mondo di unghie colorate è più bello di un mondo con le unghie tutte rosa (forse), ma quello che mi dà di che pensare è che moltissime di queste attività commerciali sono professionali solo di facciata: ne ho provate tre e posso orgogliosamente dire che dopo la prima disastrosissima esperienza ho scelto con una cura maniacale il secondo e il terzo posto. Un’altra cosa buffa è che non esiste “la mia estetista”, nel senso che non ho ancora trovato qualcosa di realmente equivalente a quella che da noi è un’attività commerciale di estetica e benessere. Comunque la mia estetista italiana resta imbattibile a prescindere!

La pillola anticoncezionale

Ragazze, sia chiaro: lo so che la prende un sacco di gente anche in Italia, ma qui, da quello che mi hanno spiegato conoscenti vari, è una cosa estremamente comune. Si inizia a prenderla anche a sedici anni, perché meglio la pillola ogni giorno che una gravidanza a sorpresa. Quando ho fatto notare che comunque la pillola non protegge dalle malattie e che in ogni caso prendere ormoni chissà se fa proprio tutto questo bene, la risposta è stata che almeno è un buon punto di partenza per il sesso tra adolescenti.

Non parliamo poi di IUD e altre “meraviglie” del sesso senza rischio pancione: è davvero qualcosa di diffuso e, pur capendo che c’è la reale necessità di prevenire le gravidanze indesiderate, mi chiedo se questo manipolare il corpo sia positivo o meno. Ma non sono un medico e resto con le mie opinioni da umanista.

Una vita diversa, non “spaventosa”

Detto questo, è importante dire anche che la vita in Australia è intensa: diversa da quella europea, complicata e piena di pause relax. Ci sono moltissimi corsi di mindfulness, tante opportunità per fare sport in compagnia, una marea di attività creative e stimolanti.

La vita in Australia non è “spaventosa”, ma diversa: credo che questa sia la chiave di tutto, la diversità. Perché alla fine tutto ciò che è diverso spaventa, tutto ciò che diverge dalle nostre idee ci mette tensione, tutto ciò che abbiamo ancora bisogno di capire ci inquieta.

Questa era la mia personalissima Top 6 delle cose che mi hanno colpita in negativo, ma ci sono tante altre cose che mi hanno colpita in positivo e tante altre che ancora devo scoprire. Vi terrò aggiornati sui miei shock e sulle mie meraviglie dalla Terra dei Canguri.