Sfondate la porta ed entrate nella stanza buia, la recensione di Maila Cavaliere del romanzo di Enrico Macioci pubblicato da Terrarossa edizioni.

Sfondate la porta ed entrate nella stanza buia, la recensione di Maila Cavaliere del romanzo di Enrico Macioci pubblicato da Terrarossa edizioni.

I ricordi sono le nostre pietre di inciampo, i tagli intorno a cui il corpo provvede a riparare lasciando, tuttavia, cicatrici nella nostra vita.“La morte è di chi resta”, e anche se hai soltanto pochi anni, non c’è bisogno di spiegazioni. Quando incontri la morte sulla tua strada, anche tra i non detti e le bugie degli adulti, capisci tutto. E diventi grande.

È così che la vita del protagonista di SFONDATE LA PORTA E ENTRATE NELLA STANZA BUIA si scontra con la tragedia di Vermicino e con la scomparsa di un amico coetaneo.

Io avevo quasi 8 anni quando Alfredino cadeva nel pozzo (ne conservo un ricordo vivido ma non per questo altrettanto reale). I protagonisti di questa storia, sei.

Mentre dal 10 al 13 giugno del 1981 l’ Italia si ferma a seguire la vicenda di Alfredino Rampi, nella vita di Francesco, il protagonista di SFONDATE LA PORTA ED ENTRATE NELLA STANZA BUIA è il momento in cui tutto cambia, in cui la direzione della vita vira bruscamente.

A soli sei anni, quando tutto deve ancora accadere, quando la verità è semplice e possibile, la scomparsa di Cristian, l’amico di giochi, è il pozzo profondo di Francio.

Sono i giorni in cui per tutti noi nasce la TV del dolore, un giornalismo che finge di essere empaticamente vicino alle vittime ma in realtà stigmatizza il dramma degli altri per allontanarlo di più dalla n ostra normalità.

L’innocenza perduta

Sono i giorni in cui per Francesco si compie un passaggio rituale: dall’infanzia all’età adulta, e con esso, dalla fiducia alla sfiducia, dalla meraviglia al disincanto, dalla fantasia alle crepe.

Un velo di amarezza avvolge il racconto di questa storia che sa trasfigurare un fatto di cronaca in un romanzo archetipico in cui l’ uomo nero e la stanza buia incombono su ciascuno.

È proprio attraverso la dimensione della paura che Macioci aziona la funzione metaletteraria della scrittura, indagando tutti i meccanismi di protezione che si attivano per tollerarla e che, qualche volta, impediscono agli adulti di guardare l’ evidenza.

E l’innocenza è lì, tra le righe, pronta ad essere perduta per sempre, già piena di segnali che nessuno vuole vedere, come nei muri già lesionati che cederanno anni dopo alla forza del terremoto.

Dopo La casa delle madri di Daniele Petruccioli, e Ragazza senza prefazione di Luca Tosi, trovo in TerraRossa edizioni la conferma di un’ attenzione particolare ai titoli pubblicati, al loro lettore ideale (sempre immaginato a margine con cura) e alla voce di questo tempo da indagare.

SFONDATE LA PORTA ED ENTRATE NELLA STANZA BUIA è un libro che non molli. Una scrittura che ti lascia lì, senza difese, davanti alla tua stanza buia da sfondare.