Smetto quando voglio – Ad Honorem, la recensione di Danilo Villani del terzo capitolo delle disavventure del Prof. Pietro Zinni e della sua sgangherata banda.

..dunque, dove eravamo rimasti? ah sì, col professor Pietro Zinni che, con l’ausilio di una guardia carceraria riesce a decrittare la formula, anzi le formule, del misterioso Sopox che si rivela essere gas nervino piuttosto che la smart drug di tendenza.

Terzo e ultimo, come confermato più volte dal regista Sydney Sibilia, episodio della saga della banda dei ricercatori questa volta alle prese con un misterioso antagonista, tale Walter Mercurio, che con l’ausilio del gas letale cerca la resa dei conti con un passato doloroso.

Ed è appunto il passato, i trascorsi accademici, le speranze tradite, lo spettro di ricerche e sperimentazioni fini a se stesse che accomuna tutti i protagonisti dando luogo a intrecci di vita vissuta. Protagonisti con menti eccelse, le migliori nel loro campo, ma ormai giunti alla soglia dei quaranta anni debbono prendere atto della vacuità delle loro aspettative nonché chiedere aiuto al loro storico nemico Er Murena.

Rispetto agli episodi precedenti si ride molto meno fatta eccezione per alcune battute o scene, l’aria La calunnia dal Barbiere di Siviglia eseguita da Stefano Fresi è una chicca, anzi il film si ammanta di scene drammatiche “forti” incluso il finale niente affatto consolatorio.

Due novità nella sceneggiatura: il protagonista, Edoardo Leo nei panni del professor Zinni, assume un ruolo meno centrale rispetto agli altri interpreti, anzi ciascun personaggio si ritaglia il proprio angolo offrendo allo spettatore un insieme corale mentre le presenze femminili, pivots del secondo episodio, sono “relegate” a ruoli quasi di conseguenza, molto più marginali.

Elogi sperticati a tutti gli interpreti, ormai generazione consolidata che fa ben sperare per il futuro del cinema italiano ma Peppe Barra, nei panni del direttore melomane del carcere di Rebibbia che cerca la redenzione dei pregiudicati attraverso la cultura è un’icona vera da tramandare alle generazioni future.

Imperdibile per chi ha visionato gli episodi precedenti. Per chi non lo avesse fatto, beh, armatevi di dvd o di streaming.

4 barbabietole su 5