Sognavo di essere Bukowski è un libro indimenticabile se letto tra i 16 e i 25 anni, soprattutto per chi vive o ha vissuto a Milano

Sognavo di essere BukowskiTitolo: Sognavo di essere Bukowski
Autore: Gino Armuzzi
Editore: Sperling & Kupfer
PP: 200
Prezzo: Fuori catalogo

Sognavo di essere Bukowski di Gino Armuzzi è un vero e proprio cult, un libro ormai introvabile (su Amazon ne vendono una copia usata della prima edizione a 90 euro!) che ha la gran qualità di farsi leggere molto velocemente grazie ad uno stile serrato e puntuale. Alcune scene sono eccessivamente romanzate e in genere quasi tutto è eccessivo, rumoroso e strabordante, ma è proprio questa costante a-normalità a rendere il romanzo di Armuzzi godibilissimo e divertentissimo.

Sono tanti i passaggi in cui ci si ammazza dal ridere, mentre in altri si colgono piccole grandi verità che, una volta capite, lasciano il segno. Una fotografia volutamente esagerata e distorta della Milano da bere e degli anni ’80 (che in fondo sono un po’ la stessa cosa), con tutti i loro pregi, difetti, vizi e virtù amplificati a dismisura dalle parole di Armuzzi.

Sognavo di essere Bukowski è un libro volutamente giovanilista, un romanzo di (de)formazione che probabilmente è servito all’autore per tirare le somme sul suo Tempo Perduto, trasfigurandolo e deformandolo sotto una lente dai colori fortemente lisergici e sempre politicamente scorretti.

La trama è presto detta: Marino Guzzi, giovane bocconiano doc, conosce l’Alex e con lui inizia la caduta in un mondo fatto di droga, alcool, puttane e fancazzismo (direi che era quasi scontato, visto il maestro citato nel titolo). Un discesa agli inferi infarcita di momenti indimenticabili come quello della festa in casa di Marino, o della sua visita militare, o quello del Range Rover incendiato, per non parlare del concerto degli “Animali Nudi”…

Eccezionali infine le tante citazioni musicali e letterarie che caratterizzano le disavventure di Marino e che rendono il libro ancora più gustoso. Putroppo, nonostante le varie edizioni, “Sognavo di essere Bukowski” è passato quasi inosservato in libreria, consacrandosi però a livello di cult assoluto per chi è nato a metà dei ’70.