Stranimondi 2019: 1.550 visitatori, ventisette editori, nove ospiti famosi e un piccolo inconveniente. Il report di Linda Talato.

Sabato 12 e domenica 13 ottobre si è tenuta l’edizione 2019 di Stranimondi, Festival del Libro Fantastico, Weird e di Fantascienza che si tiene ogni anno a Milano.

Quarantott’ore di incontri con ospiti illustri, conferenze, dibattiti con gli autori, gli editori, i traduttori, gli artisti e, ovviamente, i lettori. Tutto all’insegna della narrativa di genere, e del genere, diciamocelo, tra i più bistrattati in Italia: il fantasy e la fantascienza.

Non mi dilungherò a parlarvi degli stereotipi, delle opinioni non richieste, degli “uno su mille ce la fa, e non sei tu” e anche un po’, passatemi il termine, delle iettature a cui noi autori italiani del fantastico ogni giorno ci troviamo a dover rispondere; se state leggendo questo articolo, è probabile che le conosciate già. Parlerò, invece, di come ciò che ho visto dica l’esatto contrario.

UN PICCOLO INCONVENIENTE

Partiamo dall’inizio, ovvero dal piccolo inconveniente: il cambio in corsa della sede designata per questa edizione di Stranimondi, risolto con l’uso dei locali attigui di una scuola.

Niente più Casa dei Giochi, dunque, l’evento organizzato da Delos Books, Edizioni Hypnos e Zona 42 ha dovuto far fronte a un inconveniente non da poco e, a mio modesto parere, lo ha gestito proprio bene.

Certo, non sono mancati i malumori, ma mi è piaciuto molto il modo in cui gli organizzatori hanno saputo affrontare l’imprevisto senza perdere il sorriso e l’entusiasmo, e devo dire che mi ha davvero colpita la gentilezza e la disponibilità che hanno manifestato anche nei momenti di maggiore tensione. 

KAFFELATSCH CON CECILIA RANDALL

Dopo aver recuperato il mio accredito, mi sono fatta largo tra la folla per iscrivermi al Kaffeeklatsch con Cecilia Randall, fissato per le 15 di sabato. Il tempo stringeva e io avevo un solo giorno per godermi la manifestazione, incontrare amici autori, conoscerne di nuovi e vivere a sufficienza l’evento per potervene raccontare qui. 

Il Kaffeeklatsch dicevamo, dunque. Bene, ero la prima in lista – tempismo impeccabile o ansia di prestazione? – per uno dei famosi incontri che fungono da caratteristica distintiva dei Delos Days, in cui, sostanzialmente, ci si siede attorno a un tavolo davanti a un caffè o un tè e si chiacchera con il proprio scrittore preferito.

I posti disponibili sono limitatissimi, in genere una decina gli “eletti” che riescono a prenotarsi, e io ero tra questi. 

La Cecilia nazionale non ha deluso per niente, anzi, mi ha lasciato un’opinione decisamente positiva: disponibile, gentile e alla mano, l’autrice di Hyperversum e Gens Arcana ha chiacchierato con noi in maniera informale, come fossimo seduti a un pub insieme in un sabato sera qualunque. Al termine non sono mancati il firmacopie e le foto di rito.

“Che domande potrei fare alla Randall a Stranimondi?” mi ero chiesta per giorni, ma una volta lì, l’incontro si è svolto con una tale naturalezza, che mi sono resa conto di come non fosse necessario prepararsi più di tanto.

L’argomento poteva cadere, ancora una volta, sul ruolo delle scrittrici donne in un mondo maschile – e a volte pure un po’ maschilista – come quello del fantasy e della fantascienza, ma con Cecilia non è servito.

Accompagnata dal marito e dal figlio – che senza dire una parola, hanno fatto trasparire tutto il loro appoggio a Cecilia – la Randall non ha neppure toccato l’argomento, e neanche a me è sorta la fatidica domanda.

Mi sono limitata a chiederle se è riuscita a mantenere il proprio lavoro di grafico anche dopo essere diventata una scrittrice conosciuta e apprezzata. Giunta a un certo livello, l’autrice ha detto di essersi trovata di fronte alla necessità di fare alcune scelte, e pur amando molto il suo lavoro di prima, ha imboccato la strada della scrittura a tempo pieno.

Le ho chiesto poi cosa ci fosse di diverso nella versione “remastered” – rivista dall’autrice – del primo Hyperversum ma, in buona sostanza, si tratta di qualche sforbiciata a un testo che, con le sue oltre 700 pagine, è un tomo di fantasy storico su cui gli appassionati del genere si buttano a capofitto (quando ero più giovane, il mio motto era “sotto le 500 pagine non inizio neppure a leggere”, ma col tempo sono diventata meno pretenziosa…)

Hyperversum Ultimate, l’ultimo capitolo della nota saga, è già in attesa nel mio kindle e conto di parlarvene qui su Sugarpulp Magazine tra qualche settimana.

JASPER FFORDE

“Quando guardi un film, stai vedendo ciò che accade. Quando leggi un libro, sta accadendo a te.”

Jasper Fforde, l’autore del romanzo fantastico ucronico Il caso Jane Eire che ha avuto sei seguiti e grande successo anche in Italia, mi ha strappato un sorriso e incuriosito davvero molto: non sono tra i suoi lettori, ma credo proprio che lo diventerò.

MAI ARRENDERSI

In generale, gli ospiti che ho avuto modo di seguire – oltre a Cecilia e Jasper c’erano anche Tullio AvoledoFranco BrambillaAnders FagerZhang RanClaude Lalumière e Maurizio Nichetti – hanno lanciato un messaggio chiaro: mai arrendersi.

Può sembrare il solito motto trito e ritrito, il consiglio buttato lì tanto per dare una speranza a chi ci sta provando e per non scivolare sul classico di cui sopra: “uno su mille ce la fa” – che fin troppo spesso siamo più noi esordienti a dirci – ma in realtà è proprio così che è andata pure a loro: i rifiuti, le attese, le ansie e le incertezze appartengono, o sono appartenute, anche ai “grandi”.

Tra le presentazioni organizzate dalle case editrici presenti in fiera, ho seguito quella degli autori Dark Zone Daniele Viaroli e Alberto Chieppi, con i loro La fiamma Azzurra e Le cronache del Reame Incantato. Il marchio del serpente, e lo spazio dedicato alle nuove distopie con gli amici del Sad Dog Project – simpaticissimi e ottimi organizzatori di cenette pantagrueliche – che hanno presentato Bomb Man di Ilaria Pasqua (Scatole Parlanti) e Skin, secondo step del dittico scritto da Delos Veronesi (Watson Edizioni).

SI TORNA A CASA PIENI DI LIBRI

Io e la mia partner in crime Valentina Capaldi (Watson Edizioni) abbiamo lasciato Stranimondi e ci siamo rimesse in viaggio verso Padova che ormai era quasi mezzanotte, ma nonostante il sonno (e la pancia piena, ammettiamolo) le chiacchiere non sono mancate perché “quando torni da Stranimondi, hai voglia di metterti subito a scrivere!” 

Se solo non fossero state le due passate della notte…

Insomma, cos’ho scelto io nel mare di proposte allettanti? Sono tornati a casa con me La Fiamma Azzurra di Daniele Viaroli, Jerome La Crus Il Mezzovivo, di Daisy Franchetto, I Superstiti di Ridian di Marta Duò, Andrà tutto bene di Antonio Schiena (lo so, non è un fantasy, ma adoro la pagina Antipatia Gratuita) e, in versione ebook, Winter. I figli del Newman, Volume 1 di Delos Veronesi.