Stupidario Librario. Un libraio indipendente racconta e si racconta. La recensione di Danilo Villani per Sugarpulp Magazine.

Titolo: Stupidario Librario. Un libraio indipendente racconta e si racconta
Autore: Pasquale Langella
Editore: Edizioni IntraMoenia
PP: 78
Un vecchio adagio recita: “triste è il paese che ha bisogno di eroi”. Allo stato attuale delle cose e, seguendo una certa analogia, potremmo sostituire la parola “paese” con “cultura”.

Già, la cultura. Questo valore assoluto, ricorrente più volte dalle pagine di questo magazine, ha purtroppo bisogno di eroi. Non solo i “produttori” della stessa, ma anche i propugnatori.

Persone che consci delle difficoltà della loro missione, non esitano a spendersi in prima persona per inserire in ogni tessuto sociale anche la minima quantità di cultura.

E chi meglio dei librai indipendenti può raffigurare questo genere di eroi?

Pasquale Langella è un libraio indipendente, anzi per essere più precisi, un self-made book seller che svolge la sua attività a Napoli. Fatto tesoro dell’esperienza professionale, da commesso a titolare di una libreria, decide di “raccontare” il suo rapporto con i clienti, con i lettori, con l’umanità che incontra nella sua puteca attraverso frasi secche, battute salaci e situazioni al limite del metafisico. Tutto nel solco della tradizione partenopea che fa dell’umorismo una colonna portante del proprio essere.

Il libro Stupidario Librario si avvale di due prefazioni scritte da Sergio Travi, autore di cose napoletane, e da Pietro Treccagnoli, firma de Il Mattino. A seguire l’autore, novello Benjamin Franklin, si racconta e racconta il percorso che lo ha condotto in quel di Port’Alba, autentico coacervo di librerie del capoluogo campano.

La parte finale, come scritto in precedenza, è composta da situazioni reali assolutamente esilaranti che, con tutto il rispetto naturalmente, sembrano uscite dalle pagine del professor Bellavista.

Salutiamo con soddisfazione, e con affetto vista l’amicizia che ci lega, il tentativo di Pasquale, vero atto d’amore per la cultura ai tempi di Amazon.

La frase top: “le piccole librerie vanno curate quando sono aperte, non commemorate quando chiudono.”