Quelli che aspettano “Territori Noir: Sugarpul Festival 2012”: un’intervista multipla a tutti i protagonisti del prossimo Sugarpulp Festival. Oggi vi presentiamo Marilù Oliva:

Cosa ti aspetti dal Sugarpulp Festival?

Le stesse cose che ho trovato l’anno scorso: grandi scrittori, vento texano, spritz, affluenza numerosissima (con una bella fetta di giovani lettori), contaminazioni, condivisione folle di letteratura.

Quanto contano gli aspetti legati al territorio (o ai territori) nei tuoi lavori?

Tutti i miei 4 romanzi sono ambientati a Bologna. Non ha senso scrivere ciò che non conosci. O meglio: se lo fai, in qualche modo vieni smascherato.

Secondo te si pubblica troppo?

Si pubblica troppo e male e non è solo colpa degli editori. Ma il discorso meriterebbe un capitolo a parte.

Editoria digitale (dall’ebook al selfpublishing, da Apple a Amazon): che ne pensi?

La seguo con grandissima attenzione.

Il podio dei tuoi film preferiti.

“Pulp Fiction”, “Ferro 3” e “Medea” di Pasolini. Vuoi anche le serie? “Dexter”, “Breaking Bad” e “American horror story”.

Meglio Twitter o Facebook?

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Consigliaci un autore da invitare al festival 2013.

Christopher Moore, amo i suoi libri alla follia.

Cinque aggettivi per definire la tua scrittura.

Un’espressione che usano spesso e che mi piace molto è: “come una rumba”. “Rumbera” si direbbe in spagnolo.

La colonna sonora del tuo ultimo romanzo.

Su Mala Suerte c’è la track list completa: da “Dile” di Don Omar a “Salsa Dura” de La Excelencia, musica rigorosamente latina.

I tre romanzi che ti hanno influenzato di più, sia come persona che come autrice.

Cent’anni di solitudine di Marquez, L’Iliade, La storia di Elsa Morante.

Il libro che non sei mai riuscita a finire di leggere.

Alcuni di quelli che non recensisco. Se alle prime 50 pagine un romanzo non mi piace, lo lascio. Non ho tempo per finirlo né per scriverne male.