Sugarpulp sfida Amazon: «Caro Jeff, troppo facile comprare aziende miliardarie, compra una realtà indipendente. La Cultura ha bisogno di soldi, non di slogan»

È fresca di ieri la notizia dell’acquisizione da parte di Amazon di MGM per la cifra record di 8.5 miliardi di dollari. Per il colosso fondato da Jeff Bezos si tratta dell’ultima acquisizione multimilionaria dopo quelle di Audible, Twitch, Whole Foods e tante altre. Del resto tra i grandi gruppi come Amazon, Disney, Netflix, Facebook o Google, è in atto da diversi anni una sfida a colpi di acquisizioni miliardarie. 

Appello a Jeff Bezos: «Compraci, noi siamo in vendita!»

Ecco allora che da Padova arriva la provocazione di un’associazione culturale che negli ultimi dieci anni si è distinta per aver ideato e realizzato festival ed eventi di ogni tipo: «Sapere che perfino James Bond ora non è più al servizio di Sua Maestà ma di Jeff Bezos fa scalpore» dichiara Giacomo Brunoro, presidente di Sugarpulp, «proprio per questo vogliamo lanciare una provocazione a Bezos e alla dirigenza di Amazon: comprateci, noi siamo in vendita! È fin troppo facile acquisire aziende multimilionarie, la vera sfida per questi colossi è rappresentata dalle piccole realtà come la nostra».

Dello stesso tono anche il romanziere Matteo Strukul, direttore artistico di Sugarpulp: «Da sempre Sugarpulp lavora con zelo e perseveranza nella diffusione della cultura perché è attraverso la condivisione della conoscenza e della bellezza, dell’arte, della letteratura e della storia che donne e uomini riscoprono il senso stesso della vita. L’Italia e il Veneto sono la culla di un simile credo e oggi più che mai Sugarpulp lavora per consegnare ai propri aficionados un rinascimento che protegga le persone dalle offese della vita. L’attività di questi anni parla chiaro: un sistema di festival letterari che ha saputo favorire dibattiti fra intellettuali e studiosi, romanzieri e saggisti provenienti da Paesi come gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Germania, il Kenia, e ovviamente l’Italia, fra gli altri. Per non parlare dell’attività giornalistica svolta dai nostri più stretti collaboratori, autori di autentici reportage dalle più importanti kermesse cinematografiche d’Europa: Mostra Biennale d’Arte Cinematografica di Venezia, Berlinale, Festival di Cannes, Transylvania International Film Festival. Per questo crediamo che un’azione da autentico mecenate da parte di Bezos potrebbe rappresentare un precedente fondamentale nel rilancio della Cultura, un esempio ripetibile e replicabile in grado di segnare una nuova tendenza capace di imprimere una ripartenza reale a quel settore che più di tutti ha subito le offese della pandemia».

«Tutti ripetono a vanvera che la cultura è fondamentale, ma poi di azioni concrete ce ne sono pochissime» continua Brunoro. «E allora noi lanciamo un messaggio a Jeff Bezos: caro Jeff, fai qualcosa di veramente rivoluzionario, investi una ventina di milioni in una piccola realtà di provincia che in questi dieci anni ha dimostrato di avere grandi idee (se poi ne vuoi investire solo 15 per noi va benissimo lo stesso…). Saremo felici di dimostrare che con i mezzi e il supporto adeguato la Cultura e l’entertainment culturale possono andare molto lontano e, soprattutto, avere un impatto enorme in termini di ricaduta per tutta la comunità».

Di cosa ha bisogno la cultura? Di tanti soldi (ma non dateli ai carrozzoni)

«Negli anni ’80 gli Squallor hanno inciso U.S.A. for Italy», conclude Brunoro, «storico brano in cui chiedevano con il loro stile dissacrante a Michael Jackson di incidere una canzone per raccogliere fondi per l’Italia, sulla scia del successo planetario di We Are The World. Noi oggi chiediamo a Jeff Bezos di fare una follia, ovvero di essere il primo a mettere tanto denaro in una realtà culturale innovativa e creata dal basso. Perché di questo si tratta, di metterci i soldi: la cultura ha bisogno di soldi, non di slogan, parole e blablabla. E non sto parlando di finanziare grandi enti, musei faraonici, fondazioni o altri carrozzoni, si tratta di finanziare una realtà completamente indipendente, slegata da ideologie o partiti. Noi siamo convinti che se Bezos lanciasse un segnale si potrebbe creare un effetto domino dall’impatto incalcolabile per tutto il settore culturale».