Syberia: The world before, il quarto capitolo della saga sta arrivando. Prepariamoci a una nuova grande avventura videoludica insieme a Claudio Mattia Serafin.

Il ritorno nella magica terra di Syberia (isola immaginaria ubicata a nord delle coste russe, da non confondersi con la Siberia) è stato reso possibile dalla volontà del celebre e talentuoso Benoît Sokal, fumettista e designer belga che nel 2017 ha pubblicato con Microids il terzo capitolo delle avventure di Kate Walker (Syberia 3).

Sulla piattaforma PC Steam è ora possibile affrontare il prologo del nuovo capitolo di Syberia, The world before, che fungerà da misterioso prequel delle vicende sinora narrate: da quanto si evince, il punto di vista per la prima volta si sdoppierà.

Una misteriosa pianista, all’alba della Seconda guerra mondiale, e una malconcia Kate, prigioniera in una cava di sale nei primi anni duemila, narreranno le loro vicende nel tradizionale modo dell’avventura grafica, mezzo di narrazione videoludico che, come noto, consente di vivere trame, enigmi e regie tra cinema e pittura (Sokal disegna a mano i propri sfondi)  proprio con il sistema interattivo del cosiddetto punta e clicca.

Dotato di mouse e tastiera, o di un joystick, il videogiocatore interagisce con ambienti maestosi ed eleganti (evidenti le influenze steampunk, da mondo vittoriano fantascientifico), guidando le protagoniste nel dipanarsi delle loro vicende, in questo quarto capitolo sempre più in punto di suspense.

Un’avventura videoludica che continua ad affascinare

Sono trascorsi ormai venti anni dall’uscita del primo capitolo, che ha saputo conquistare nicchie sempre più consistenti di affezionati, proprio per la quasi irreplicabile maestria di Sokal nel tratteggiare un’epoca perduta, eppure di impalpabile vicinanza a noi (europei, in specie).

Syberia, infatti, si presenta come un bizzarro viaggio di formazione, che vede inizialmente l’avvocatessa Walker alle prese con una questione di eredità. Walker deve infatti concludere una transazione avente ad oggetto una fabbrica di automi a gestione familiare, in un incantevole paesino delle Alpi Francesi, Valadilène (non esistente, ma di ispirazione Art nouveau per struttura e architetture).

Deceduta la proprietaria Anna, Kate ritiene opportuno rintracciare l’unico familiare rimasto in vita, l’anziano Hans Voralberg, geniale creatore e uomo isolato, irrintracciabile. Da questo presupposto, all’apparenza tecnico e fine a se stesso, Kate inizia a scoprire un mondo a lei sconosciuto.

Professionista americana seria e con i piedi per terra, è a lei estraneo un mondo fatto di poesia, natura, automi parlanti e imprevedibilità. Così come le è finora ignota una realtà immobile, sospesa, tra i fantasmi delle fortune passate e l’eternità del presente. Ciò spezza qualcosa in lei e la spinge a mettere in dubbio la sua vita così pragmatica ed eterodiretta.

Dapprima intraprende con molta leggerezza un viaggio in locomotiva attraverso l’Europa (dalla Francia attraverso la Germania e la Russia post-sovietica, sino ad arrivare nelle terre del nord); durante questo tragitto esistenziale, Kate smette di prendere in considerazione il suo bagaglio esperienziale e abbraccia del tutto una nuova sé, non più fatta di status, ma di contatti con popolazioni sciamaniche e con un orizzonte indecifrabile.

Tanto dev’essere stato il suo rammarico per un’identità sepolta, che l’arguto cammino messo in scena da Sokal è fatto più che altro da gesti, dialoghi compassati: mai la protagonista affronta apertamente il tema della transizione, piuttosto è lo spettatore / videogiocatore che vive assieme a lei il passaggio dalla cosiddetta civiltà al contatto con un mondo (un world before, non a caso) che è antico, interiore e per certi versi spirituale – inutile qui fare riferimento alla grande letteratura junghiana.

Una trama così avvincente, peraltro, meriterebbe trasposizioni anche per il pubblico che non ha dimestichezza con il mezzo PC (o consolle); purtroppo al momento esistono un romanzo ufficiale in sola lingua francese, fumetti o approfondimenti in portfolio artistici.

Syberia, il destino di Kate Walker e il nostro

In conclusione, questa breve spiegazione vorrebbe mettere in evidenza che tale saga aggiunge al già nobile genere delle avventure grafiche un apparato didascalico e umanistico assai potente, che non può affatto lasciare indifferenti coloro che si avvicinano e poi entrano nel mondo di Syberia.

A questo punto non rimane che attendere l’uscita (definitiva) del quarto capitolo per capire il destino avventuroso di Kate Walker e nostro. Ci accompagnerà un malinconico quartetto d’archi.