Testimone Inconsapevole, l’esordio di Gianrico Carofiglio, è ormai un classico del legal trhiller all’italiana che dopo più di 10 anni è ancora capace di sorprendere il lettore.
Titolo: Testimone Inconsapevole
Autore: Gianrico Carofiglio
Editore: Sellerio
PP: 316
Prezzo: cartaceo 12,00 euro | ebook 9 euro
Ho scoperto quanto possa essere gradevole il legal thriller italiano! Non l’avrei mai detto prima! Invece, signore e signori, ce n’è e ce n’è tanto.
Parliamo del primo libro scritto da Gianrico Carofiglio, magistrato barese, che ormai da oltre una decina d’anni racconta storie di tribunali e di ordinaria ingiustizia, ma lo fa con stile pacato, quasi didattico.
Ecco, questo è il punto: se leggiamo questo romanzo aspettandoci grandi emozioni narrative, direi che siamo fuoristrada. Ma se lo scegliamo, invece, per capire come si muovono i meccanismi della giustizia italiana, in maniera equilibrata e di facile comprensione, allora è un libro godibilissimo.
La storia, di per sé, è molto banale: un bimbo viene rapito e ucciso nei pressi di Monopoli.
L’accusato è un venditore ambulante senegalese (registro linguistico politically correct, dire vù cumprà era meno letterario). L’avvocato Guerrieri ne assume le difese e, attraverso gli intricati meccanismi giudiziari, decide di sfidare tutto e tutti e di portarlo in aula a fronteggiare le accuse.
Lasciando da parte la linea buonista, antirazzista, contro i pregiudizi, parte che emerge senza cercarla talmente palese è la stupidità di alcuni personaggi narrati, concentriamoci sugli aspetti tecnici del romanzo: una piacevole sorpresa.
Stile molto diverso dai classici legal thriller anglosassoni, con una giuria da impressionare, avvocati che sembrano attori e testimonianze esplosive.
Qui ci sono i Carabinieri del paese, c’è il barista, c’è un giovane senegalese. E c’è un avvocato che, nel corso della vicenda che si apre con l’arresto e la custodia cautelare, ci guida per mano nella storia giudiziaria, raccontando passo passo le scelte della difesa e quelle dell’accusa, delineando personaggi che risultano spesso anche divertenti.
Una pecca: molti aerei partono e non si sa se atterrino, né dove. Voglio dire che dalla vicenda si dipanano molti fili, ma rimangono lì appesi a metà. Però questo non inficia la lettura di un romanzo che, seppur vecchio di 12 anni, mantiene un fascino inalterato.
4 barbabietole su 5