The Books of Magic, ovvero Timothy Hunter Vs Harry Potter. E se il mago creato da Neil Gaiman fosse un Harry Potter ante-litteram?

Che il maghetto partorito dalla mente della scrittrice inglese più ricca del Regno Unito sia ispirato al potenziale mago più potente del mondo, partorito invece dal genio di Portsmouth che risponde al nome di Neil Gaiman, è tutto da provare. E, ovvio, si rischia la blasfemia.

È soltanto un mio personalissimo pensiero, però se andiamo a vedere il personaggio di Timothy Hunter, nato nel 1990 dalla penna di Gaiman, appunto, e dalle matite di John Bolton, Scott Hampton, Charles Vess e Paul Johnson, l’impressione è quella.

“Gaiman ha asserito che qualsiasi somiglianza tra i due è superficiale e riflette per lo più il fatto che entrambi sono stati costruiti su archetipi comuni” (fonte Wikipedia) ma tant’è che il suo archetipo è arrivato ben prima di quello della Rowling e se quest’ultima, durante la sua pendolarità in treno, avesse letto anche fumetti, rimarrà un mistero.

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Ma non è questo il punto e le similitudini si limitano soltanto all’aspetto fisico, come dice lui. La differenza sta sempre nella genialità visionaria e fiabesca dello scrittore inglese ormai trapiantato negli States da anni.

La miniserie originale The Books of Magic viene pubblicata in quattro numeri dalla Vertigo, il brand della DC Comics che tratta tematiche piu’ adulte e di solito al di fuori dei paletti imposti dall’allora ancora vigente Comics Code Authority.

Neil Gaiman tira fuori dal cilindro un personaggio del tutto nuovo. L’adolescente inglese di nome Timothy Hunter appare nell’universo DC Comics, quello appartenente alla sfera magica.

Alcuni personaggi molto potenti si muovono per guidare Timothy e insegnargli a usare i suoi poteri, la possibilità è quella che diventi il mago più potente del pianeta.

Ogni numero della miniserie è dedicata all’avventura vissuta con un determinato personaggio, all’odissea del viaggio interiore e metafisico attraverso il sé e gli altri. Una narrazione di formazione sofisticata e, appunto, magica.

Timothy comincia il viaggio alla scoperta di se stesso con lo Straniero Fantasma, una delle entità più potenti e misteriose del mondo magico DC. Soltanto lo Spettro, che incarna letteralemente l’ira di Dio, è più potente di lui.

Lo Straniero Fantasma, nel primo numero della miniserie, gli fa visitare il passato dell’universo DC.

Nel secondo numero gli fa da cicerone il grande stregone bastardo di Liverpool, John Costantine. Questa volta è il presente del DC Universe al centro dell’attenzione.

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Il Dr. Occult guida Timothy nel Regno di Faerie, già visto in Sogno di una Notte di Mezza Estate nella serie capolavoro di Gaiman, Sandman. Liberamente ispirata alla commedia di Shakespeare. Questo è il terzo numero.

Il quarto e conclusivo numero della miniserie, vede protagonista Mister E, il quale mostra a Timothy il futuro dell’Universo DC.

A questo punto il ragazzo deve decidere cosa fare e se imparare a utilizzare i propri poteri, con un finale volutamente aperto a una pubblicazione seriale. La quale arriva prontamente dal 1994 al 2000.

La run scritta da Peter Gross e tradotta da Susanna Raule è stata raccolta e pubblicata recentemente in volumi singoli dalla Lion Comics, in Italia.

Un lungo excursus sulla vita di Timothy Hunter, cacciato dall’altro sé creato dalla propria magia e dal quale si deve nascondere nella Locanda alla Fine dei Mondi, anch’essa già vista in Sandman.

Il viaggio dentro il proprio animo e la sua oscurità è la parte centrale di questa storia creata da Neil Gaiman e proseguita da altri bravi autori.

Di primo acchito pare una favoletta sotto mentite spoglie, però. Senza scomodare altri maghetti con gli occhiali, Timothy Hunter, questa volta grazie ai poteri magici di Neil Gaiman, possiede la capacità di farci guardare dentro noi stessi facendoci spaventare di quel che potremmo vedere.