The Newsroom è la serie tv che ci porta nel mondo che sta dietro alla notizia.

The Newsroom nasce da un sodalizio fortunato fra HBO e Aaron Sorkin. La prima è la regina delle tv via cavo, con serie che vanno dal bello al bellissimo passando per la schifezza; il secondo uno sceneggiatore e produttore pluripremiato che riuscirebbe a rendere interessante anche la storia di un nerd che crea un social network perché non riesce a trovare una ragazza con cui uscire.

The Newsroom

Parto con una considerazione personale: a livello di scrittura The Newsroom è una delle serie migliori del millennio. Aaron Sorkin è veramente bravo nei tempi, nelle emozioni, nel ritmo narrativo, nel mettere in mostra tutta una serie di scene con eleganza e precisione, nel creare dialoghi bellissimi. Un po’ meno nel raccontare le storie d’amore, che purtroppo abbondano, ma nessuno è perfetto.

Di cosa parla questa serie? The Newsroom ci racconta come nasce un notiziario, News Night, della tv via cavo ACN. Lo sfasamento temporale (la serie è ambientata 2 anni prima del nostro presente) fa sì che le notizie che arrivano siano note allo spettatore: le abbiamo già sentite, vissute, si tratta di fiction che però racconta la realtà. È interessante e straniante rivivere, per fare un esempio, la primavera araba e capire come la percezione, il modo di dare le notizie, siano diverse negli Stati Uniti rispetto a quanto accade da noi.

Ma la parte relativa alla redazione, al come nasce la scelta di raccontare o meno una notizia, e soprattutto al modo di raccontarla, occupa uno spazio marginale nella narrazione totale. Quello che a Sorkin interessa è esplorare i rapporti fra le persone, la psiche dei protagonisti. E lo fa con arguzia, classe e una buona dose di crudeltà verso i suoi personaggi.

The Newsroom

Le storie di Will McAvoy, il presentatore, e di Mac, la sua produttrice esecutiva, si intrecciano con quelle della redazione e con quelle della proprietà. Vediamo la redazione su più livelli, che alla fine altro non sono che un raccontare la stessa cosa da diversi punti di vista, proprio come si possono raccontare le notizie, in molti modi diversi. E la domanda che lo spettatore si fa non può essere che: ne esiste uno giusto?

Gli attori, da Jeff Daniels a Sam Waterson, Olivia Munn e Dev Patel, per citarne alcuni, sono bravissimi. Attrice ricorrente degna di nota è anche Jane Fonda, che interpreta in maniera magistrale l’amministratrice delegata.

La prima serie di The Newsroom, di 10 episodi, serve per introdurre il mondo, i personaggi. Con la seconda Sorkin fa un passo azzardato, e cambia il cavallo vincente: stravolge alcuni personaggi, cambia i ritmi narrativi, facendone un film lungo nove ore dove passato e presente si mescolano in modo pazzesco e ci regala una delle cose più belle viste in televisione negli ultimi dieci anni. La seconda serie finisce lasciando la pancia piena allo spettatore, tanto che sembra quasi un finale in tutti i sensi. Ma la serie è stata rinnovata per una terza stagione, in uscita nel 2014.

The Newsroom

Cosa manca a The Newsroom per essere un capolavoro? Manca, specie nella prima serie, un distacco emotivo degli autori. Mi spiego meglio: in alcuni episodi c’è così tanta retorica da fare venire l’orticaria. Penso che una serie tv debba raccontare una storia e una realtà, non una morale. Per fortuna nella seconda serie questo aspetto scompare. Mancano delle storie d’amore che creino empatia, a parte una che non svelerò per non spoilerare, ma che non è quella che pensate.

The Newsroom verrà trasmesso in chiaro domani (giovedì 17 ottobre) su RAI 3: se non l’avete già vista e non siete amanti delle serie in lingua originale con i sottotitoli, allora è un appuntamento da non perdere.

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