La strepitosa run dedicata a Thor scritta e disegnata da Walter Simonson ancora oggi stupisce per la sua potenza immaginifica
Titolo: Il vecchio e il nuovo. Thor. Marvel Omnibus: 1
Autore: Walter Simonson
Editore: Panini Comics
PP: 592
Prezzo: 52 euro
Thor è uno dei personaggi storici della Marvel e, come tutti, ha una lunghissima storia editoriale alle spalle (quest’anno se non sbaglio esce anche il film nuovo che si preannuncia un blockbuster).
Personalmente non mi ha mai fatto impazzire, un po’ per sta menata che è un semi-dio e quindi se la tira molto più degli altri, un po’ per quella militarizzazione molto retrò che per forza di cosa ha sempre contraddistinto il personaggio, un po’ perché l’hanno sempre fatto parlare in modo troppo strano.
Ai miei occhi Thor era un po’ come Superman: troppo perfettino. In un mondo di supereroi con superproblemi essere immortale e figlio del numero degli dei non era proprio un plus, diciamocela tutta.
Poi a un certo punto arriva Walter Simonson e uno non ci capisce più niente: orde di demoni cyberpunk che arrivano dallo spazio profondo (100 a 1 che i mostroids che avete visto nel mitico finale di Avengers sono figli delle tavole di Simonson), Odino che sembra abbandonare il suo figlio preferito, un orrendo e fighissimo guerriero con la faccia da cavallo che riesce ad impugnare il Mjonlnir, Thor preso letteralmente a calci in culo, tutto il phanteon nordico rivoltato come un calzino, Loki che ne combina di cotte e di crude, un nuovo cazzutissimo martello forgiato dai nani e miracolato da Odino in persona, Valchirie sensualissime, streghe ammaliatrici, giganti osceni e mostri innominabili riemersi dalla notte dei tempi.
E poi, quasi dimenticavo, Odino muore.
Insomma una figata assurda, quel fumetto di colpo per me era diventato qualcosa di incredibilmente vivo, di contemporaneo. E questa è la magia dei grande autori: trattare materiale vecchio di secoli (perché alla fine è di questo che stiamo parlando) trasformandolo in qualcosa di attuale, di vivo.
E’ leggendo capolavori del genere che capisci al volo che quando c’è il tocco, quando c’è la passione unita al genio, quando c’è una visione allora tutto è contemporaneo, tutto ti parla nella tua lingua e che quello che stai leggendo non ha data di scadenza.
Riprendere in mano quelle tavole meravigliose grazie all’Omnibus pubblicato dalla Panini l’anno scorso (e il secondo dovrebbe uscire a breve) è stata una vera e propria overdose di madeleine anche perché poi, diciamocela tutta, la qualità dei disegni di Simonson è sensazionale.
E stiamo parlando di disegni “sbagliati”, che se ne sbattono delle regole, dei canoni e delle proporzioni, ma che hanno una carica di dinamismo impressionante.
Sono disegni tremendamente demodé eppure attualissimi, immaginifici, potenti, perfettamente fusi con la storia che raccontano e che riescono ad esaltare alla perfezione.
Chiunque abbia avuto tra le mani questi fumetti ricorderà in maniera indelebile l’impressionante “DOOM” con cui si apre il primo ciclo di storie, una serie di tavole devastanti per impatto visivo e per dinamicità, tavole che ti raccontano tutto senza quasi bisogno di parole, cariche di un pathos e di una forza narrativa senza uguali.
Per non parlare poi delle sottotrame e delle tante caratterizzazione che contraddistinguono questo ciclo di storie che resta a mio avviso il top toccato da Simonson, autore di un’epica moderna che esce dalle pagine, prende vita e che si fa leggere ad un ritmo indemoniato.
Sì perché quando hai tra le mani un capolavoro alla fin fine c’è soltanto una cosa da fare: leggertelo!