Tre ombre è un fumetto gigantesco, un fumetto che ti fa esplodere il cuore. Parlare di capolavoro è il minimo di fronte a tanta meraviglia.

Tre ombreTitolo: Tre ombre
Autrice: Cyril Pedrosa
Editore: Edizioni BD
PP: 272
Prezzo: €16.90

Non mi vergogno di dire che mentre sfogliavo le ultime pagine di Tre ombre ho sentito un nodo alla gola pazzesco. Avevo le lacrime agli occhi. Ero senza parole di fronte a tanta meraviglia. Raramente mi è capitato di leggere qualcosa di così… di così… gigantesco.

Sì, “gigantesco” è la parola adatta per descrivere l’opera di Cyril Pedrosa (premiata nel 2008 come miglior fumetto francese). Sublime la scelta grafica di questa fiaba tristissima eppure allo stesso tempo piena, di gioia, di speranza e, soprattutto, di amore per la vita.

L’amore per la vita è infatti il carattere distintivo di Tre ombre: ogni singola tavola trasuda verità, umanità. Ogni vignetta è imbevuta di sentimenti intensissimi: gioia, dolore, paura, felicità, sgomento, rassegnazione, speranza…

Dentro a questo meraviglioso e semplicissimo fumetto c’è tutta la vita che è possibile vivere. Leggendolo si viene investiti da una serie di sensazioni indescrivibili, perché a volte è meraviglioso anche avere paura del futuro, così come è bellissimo sentirsi maledettamente inadeguati: perché queste sensazioni ci fanno capire che siamo vivi e che dobbiamo lottare ogni singolo minuto per godere a pieno di quello che abbiamo, per condividere il futuro trasformando i nostri sogni e i nostri progetti in attimi di felicità.

Quello di Pedrosa non è un banale e fideistico messaggio di speranza, è qualcosa di molto più profondo, è il tornare a guardare il mondo con gli occhi di un bambino, è sapere che i legami tra le persone restano e che sì, cazzo, fanno la differenza.

Un padre e un figlio sono in fuga da tre ombre misteriose, ma la loro fuga si trasforma presto in un viaggio di speranza, in un’avventura misteriosa e fantastica che è metafora dell’esistenza di ognuno di noi. Queste pagine ci raccontano una meravigliosa avventura vissuta mano nella mano con nostro padre, o con nostro figlio, o con tutti e due.

E non importa come andrà a finire, questo viaggio ci ha dato tutto, ci ha fatto piangere di gioia e di paura, ci ha fatto ridere, ci ha insegnato tutto quello che c’era da imparare. Per dirla in poche parole, questo viaggio ci ha fatto diventare uomini. E non certo nel senso “virile” del termine, qui si sta parlando di humanitas, dell’essenza più profonda dell’essere umano.

Quello di Pedrosa è un fumetto molto maschile, un fumetto con cui probabilmente solo un padre può empatizzare fino in fondo. In questo mi ha ricordato l’angosciante La strada di Cormac McCarthy o il superlativo Big Fish di Tim Burton, due capolavori che, seppure con un toni e ambientazioni completamente differenti raccontano in maniera magistrale l’unicità del rapporto tra padre e figlio.

E questo non tanto perché la storia è quella di un padre e di un figlio (ma, attenzione, non è soltanto la storia di un padre e di un figlio: non sottovalutate il ruolo e l’importanza fondamentale delle meravigliose figure femminili presenti nel fumetto), ma per la sensibilità molto maschile che anima tutto il racconto e, soprattutto, per il suo clamoroso finale.

Comprate questo fumetto, leggetelo, rileggetelo, amatelo, odiatelo. Di capolavori del genere ce ne sono davvero pochi in circolazione, sarebbe proprio una sciocchezza lasciarselo scappare.