Tutti figli della serva è uno splendido romanzaccio Sugarpulp che porta sulla scena un’umanità sconfitta dalla vita, schiava dei soldi e sempre ai margini.
Titolo: Tutti figli della serva
Autore: Barbara Codogno
Editore: Gaffi Editore
Prezzo: 14.90 euro
PP: 198
Barbara Codogno ha scritto uno splendido romanzaccio Sugarpulp che colpisce, sorprende e diverte: una storia nera che ti sbatte in faccia una serie di personaggi perfettamente riusciti e le loro vite costantemente alla deriva.
Tutti figli della serva è infatti il ritratto di un’umanità varia sempre allo sbando, schiacciata dalla vita, ossessionata dai schei, tarata dal vizio. Vecchi banditi della mala del Brenta che fanno quasi tenerezza nella loro meschinità, donne sconfitte, uomini corrosi dal vizio, merce avariata.
Non a caso il libro si apre con una citazione di Dedicato, capolavoro senza tempo di Loredana Bertè, personaggio bigger than life che potrebbe benissimo essere una delle protagoniste di Tutti figli della serva.
E poi c’è la provincia veneta, il racconto di un territorio figlio di mille contraddizioni, devastato dal boom economico che ha trasformato tutti in figli della serva, tutti schiavi dei soldi.
Si legge in fretta Tutti figli della serva ma è un romanzo che resta, che si sedimenta nel lettore grazie ad un linguaggio crudo e azzeccatissimo, a scene di vita vera che saltano fuori dalle pagine e ti si piazzano davanti mettendoti in difficoltà, costringendoti a fare i conti con domande scomode.
Un romanzo che stupisce anche per il taglio profondamente femminile con cui è raccontata ogni scena grazie ad una scrittura che è profondamente femmina e che sdogana molti luoghi comuni sulla narrativa di genere (e non solo).
Leggendo Tutti figli della serva ho rivisto facce, sensazioni, mal di testa, sbornie, occasionali compagni di viaggio di molte notti passate sperando che non arrivi mai mattino.
Una fetta di umanità costretta a recitare un ruolo dannato in una commedia amara e senza applausi.