Ultima fermata Misincinis, la recensione di Pierluigi Porazzi del nuovo romanzo di Nicola Skert.
- Titolo: Ultima fermata Misincinis
- Autore: Nicola Skert
- Pagine: 224
- Prezzo: 17 euro
- Editore: Morganti Editori
A Misincinis, presso un sito di scavi archeologici celtici, viene ritrovato, nelle acque di un torrente, il corpo senza vita di un bioarcheologo. Il commissario Giovanni Sante, a cui viene assegnato il caso, in un primo momento ritiene di trovarsi di fronte a un semplice incidente, ma poi alcuni indizi lo portano a pensare che possa trattarsi di un omicidio.
Aiutato dal suo amico Emilio Marin, professore di genetica agraria, il commissario Sante inizia quindi a indagare sulla morte del bioarcheologo, confrontandosi con il mondo dell’università e dell’archeologia, in cui competizione e corruzione sono all’ordine del giorno.
Nel tortuoso percorso per arrivare alla soluzione del caso, il commissario Sante si imbatterà via via in una strana Fondazione, in strane teorie che riguardano l’origina celtica di Gesù e in preziosi reperti archeologici.
Ultima fermata Misincinis regala ai lettori un nuovo, originale e riuscitissimo protagonista, il commissario Sante. Affetto dalla sindrome di Asperger, una leggera forma di autismo, Giovanni Sante ha un olfatto molto più sviluppato della media, per cui i normali odori della vita quotidiana diventano per lui insopportabili, e ha abitudini alimentari alquanto singolari.
Ma il romanzo di Nicola Skert si caratterizza soprattutto per una trama articolata e ricca di colpi di scena, con un finale sorprendente, che non deluderà gli appassionati di thriller.