Un gelido inverno è un romanzo duro, potente ma insieme di grande sensibilità poetica
Titolo: Un gelido inverno
Autore: Daniel Woodrell
Editore: Fanucci Editore
PP: 220
Prezzo 15,00
Daniel Woodrell, purtroppo non molto conosciuto nel nostro Paese, è senza alcun dubbio uno dei miei scrittori preferiti.
I pochi titoli tradotti in Italia sono presenti nel catalogo Fanucci, e uno di questi è proprio Un gelido inverno, che finora è secondo me la sua opera più bella, matura e completa.
Da sottolineare anzitutto la straordinaria ambientazione e il forte legame con il territorio: siamo nei Monti Ozark, profonda provincia rurale americana, precisamente in quel Missouri (dove vive lo stesso autore) dove i paesaggi duri rocciosi e molto desolanti evocano emozioni malinconiche ma anche aspre, comunque di grande impatto emotivo. Natura cinica e selvaggia, dunque.
La protagonista di questo romanzo è Ree Dolly, ragazzina il cui padre è uscito di prigione impegnando la sua fattoria per pagare la cauzione salvo poi scomparire nel nulla. A quel punto Ree è costretta a lottare contro il tempo per ritrovare suo padre entro la data del processo, prima cioè che lei e la sua famiglia si ritrovino senza un tetto.
Inizia così il suo viaggio tra gelo, fame, violenza e una comunità rurale dedita al raffinamento di droga, tra maschilismo, gente imbottita di pregiudizi e una società che vive adagiata su insanabili retaggi culturali.
Un gelido inverno è un romanzo duro, potente ma insieme di grande sensibilità poetica. E dico che si contano sulle dita di una mano i narratori che riescono – come Woodrell – a trasformare la geografia in un vero e proprio personaggio della storia, e lui lo fa tenendo sempre alta sia l’intensità lirica che la dimensione epica della vicenda.
Libro straordinario